“L’isola che non c’era” è un romanzo di Leonardo Bonetti pubblicato da “Il ramo e la foglia” a febbraio 2021. Immagina che un’isola misteriosa e sconosciuta riemerga dalle acque dell’Adriatico portando con sé un grande fascino. Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale in omaggio.
Trama de L’isola che non c’era
“Si vocifera che la storia di quest’isola fosse stata scritta in un libro disperso e ormai dimenticato. E che proprio per questo sia emersa di nuovo dalle acque, quasi che solo nell’oblio della sua scrittura potesse riaffiorare dagli abissi.”
Il protagonista de “L’isola che non c’era” è Leo. Dopo un triste abbandono si imbarcherà alla volta di quest’isola che scoprirà essere una terra tanto enigmatica quanto ingannevole. Ne sfiorerà i segreti fino al giorno in cui, misteriosamente, essa tornerà a inabissarsi.
Recensione
L’isola appare in un primo momento come il posto sereno in cui ognuno di noi vorrebbe vivere, lontano dalle ingiustizie e dalle umane disarmonie.
Ma aleggia in essa, un malessere angosciante,un’inquietudine sottile che si insinua nel corso della lettura fino ad invadere ogni molecola e contaminare il sangue del lettore.
Il tormento è il mal di vivere a cui l’essere umano sembra non riuscire a sottrarsi, o almeno mai del tutto, pur anelando disperatamente alla quiete.
La pace interiore, come quella tra i popoli, è fragile e noi custodi poco accorti e per nulla fidati. Ricerca della pace come fosse un’utopia, una stella che brilla lontana, verso la quale ognuno di noi, ha alzato lo sguardo almeno una volta nella vita, ma irraggiungibile… a meno che non si sia disposti a scomporsi in particelle volatili e percorrere un cammino lungo anni luce.
Ecco, l’isola rappresenta in un primo momento la serenità, poi la strada si fa impervia, senza segnaletica, spesso al buio e scomode arrivano le domande.
Perché le madri non crescono i loro figli?
«Dopo il parto, il più è fatto; partorire un figlio è già un carico al di sopra delle forze perché si possa sostenere anche l’onere della sua educazione».
Cos’è il necrolario, si chiede Leo? Un luogo che nonostante la paura, egli non può fare a meno di visitare.
“Un custode lo accoglie all’entrata introducendolo senza preamboli: nell’aula, più grande di quanto si aspettasse, i cadaveri se ne stanno allineati e ben composti in bare di cristallo. Sono lasciati in piena luce, con le prese d’aria nella parte superiore e le transenne a pochi centimetri per contenere i visitatori.
«Vengono per vedere gli esiti della vita» sostiene il custode.”
E la casamatta? Cosa spinge disperatamente Aldina e Giorgino alla fuga?
No! Con le sue rigide regole, no, l’isola non è il luogo perfetto che il nostro Leo si aspettava di trovare. Non è il luogo della verità che peraltro sembra non aver valore assoluto. Come se ognuno, coerente con la propria sensibilità o con il proprio opportunismo, ne coltivasse una.
“Il mondo seppure irreale, è ciò che, intimamente, deve continuare a ritenersi reale.“
Una lettura che porta con sé molte riflessioni e la consapevolezza che non esiste luogo ideale. Ogni luogo al pari del pensiero può assumere la forma di una prigione, sbarre alle finestre da cui filtra soltanto un lieve barlume, dove si spegne la volontà individuale e la facoltà di intendere con la propria coscienza, dove il pensiero si omologa e le frasi diventano frasi fatte, spersonalizzate e spersonalizzanti.
Lo stile è elegante e piacevole. L’atmosfera, al limite del surreale, contribuisce a definire il senso di smarrimento che regna sull’isola. Nessuna parola di troppo, nessuna parola mancante.
Un grande grazie alla redazione di “Amanti dei libri” per lo spazio che dedica a “L’isola che non c’era”, in particolare ringraziamo Arcangela Guida che firma la bella recensione.