“La tela di Svevo” è un romanzo di Alessio Rega, fondatore del Gruppo Editoriale Les Flaneurs, pubblicato a novembre 2023.
Si ringrazia la casa editrice per l’omaggio cartaceo.
Trama de La tela di Svevo
Svevo, il protagonista, si racconta in prima persona: è un artista, un pittore cui viene commissionato il quadro di una Madonna per il Corpus Domini di Molfetta. E’ un vecchio raffinato, stravagante, selvatico.
“Io ho sempre preferito la libertà della mia solitudine inconsolabile, le sedie vuote in casa, un letto dove risvegliarmi in compagnia della nostalgia, i pranzi in piedi davanti a una finestra affacciata sul Tevere o sulla Senna, con i due paesaggi che si confondono nella memoria“.
Svevo, nella sua vita attuale di eremita, non cerca commissioni di opere d’arte, vista la considerazione di pochezza intellettuale che nutre nei confronti dei conterranei. Sembrano tutti bisognosi di facili consensi, incapaci di riconoscere quadri senza autenticità.
Ciò che gli fa cambiare idea è l’immagine di Anna, vista su un giornale locale che gli ricorda Sophie, un vecchio amore distruttivo: la Madonna avrà il suo viso.
Anna, giovane arpista, piomba nella vita di Svevo con la sua naturalezza demolendo un equilibrio dove la malinconia inghiotte i giorni.
Sarà davvero una presenza che illumina un’età in cui non converrebbe lasciarsi andare ad una ribelle nostalgia?
E che ruolo avrà una lettera arrivata all’improvviso nella vita del protagonista?
Recensione
Svevo è una figura che non si perde nell’anonimato. Ben costruito e tratteggiato, questo vecchio un po’ pazzo non sopporta convenevoli; si arma di una corazza dove conservare le schegge di memoria, le ferite non curate. Di fronte ad una passione fuori tempo massimo, si barcamena dentro lo sconvolgimento portato da Anna che lo risveglia da un torpore, tra ossessione ed inquietudine.
Ho trovato interessante questo personaggio. Mi sono piaciute pagine iniziali, in cui balzano l’intolleranza nei confronti dei conterranei, le sue relazioni ingestibili, l’indifferenza verso chi lo considera estroso, o delirante, o semplicemente un vecchio selvatico e pazzo.
Con una sicurezza ostentata ma non posseduta, lo sguardo acuto, il senso di superiorità – e anche di sottile umorismo – guarda la gente che all’autenticità dell’Arte preferisce le illusioni.
La narrazione si svolge in un andirivieni di scarti spazio-temporali, con i tuffi nel passato in cui le ombre sono profonde. L’autore tratta con rispetto una materia delicata, un amore che irrompe e disarma, sposta assi di equilibrio costruiti in anni di solitudine.
La recensione invita a leggere il libro che, forse per il nome del protagonista e l’amore che irrompe nella sua vita ormai di anziano, mi riporta alla mente un altro romanzo, scritto agli inizi del secolo scorso: “Senilità” proprio di Italo Svevo. Una lettura, dunque, necessaria per scoprire se si tratti proprio di un omaggio al grande scrittore triestino.