Trama Lolita
La storia tratta dell’attrazione insana che Humbert Humbert nutre nei confronti di Lolita, una ragazzina dodicenne, con la quale intreccia una relazione d’amore violento e morboso, mettendo a nudo la sua natura più nascosta, gli istinti più reconditi e soprattutto la consapevolezza di non poter essere diverso da quello che è.
Recensione
La storia è raccontata in prima persona da Humbert Humbert, che si confessa davanti alla legge, raccontando degli anni vissuti con Lolita, una dodicenne della quale si dichiara perdutamente innamorato. Si tratta tuttavia di un amore contorto, di un’attrazione morbosa, istinti che lo hanno portato a possedere la ragazzina con la forza.
Humbert si presenta come un uomo consapevole della propria natura che talvolta condanna lui stesso, ma non rinnega mai. Lui è un pedofilo ed è fortemente attratto dalle bimbe/ragazzine la cui età è compresa tra i nove e i diciassette anni. Superato il diciassettesimo anno di età, per Humbert le donne entrano nella vecchiaia e non gli suscitano più alcun interesse.
Humbert viene conquistato al primo sguardo da Lolita, la figlia della donna presso la quale il protagonista alloggia per un breve periodo, ma che poi decide di sposare, unicamente per stare accanto alla ragazzina.
La sua attrazione verso la dodicenne, tuttavia, sfocia in atti di natura sessuale e violenza carnale solo in seguito alla morte della moglie, cioè la madre di Lolita.
Humbert non compie i suoi atti a cuor leggero, anzi si dimostra spesso consapevole, forse anche pentito, ma i sensi di colpa, la certezza di stare poco a poco distruggendo la psiche della sua vittima, non bastano a dominare i suoi istinti e Humbert diviene per Lolita un padre all’apparenza perfetto, ma un carnefice non appena si presenta l’occasione, abusando di Lolita, sia che si dimostri sottomessa o che pianga disperatamente.
Il romanzo, questa lunga confessione di Humbert, non presenta solo la natura poetica e feroce di quest’ultimo, ma mostra anche la lenta e inesorabile distruzione dell’innocente Lolita, dapprima bambina sboccata e maliziosa, poi vittima silenziosa e rassegnata, infine ragazza risoluta, pronta a tutto per fuggire dal suo aggressore, anche se nulla potrà mai risanare la sua mente turbata e la carne violata.
Anche se Lolita resta la figura centrale della lunga confessione dello stesso Humbert, è però quest’ultimo personaggio ad affascinare.
Si presenta come un uomo alquanto vanitoso e incredibilmente colto e studioso, anche saggio e soprattutto capace di guardarsi dentro meglio di chiunque altro.
È la sua voce a confessarsi, a giustificarsi o a spiegarsi, è lui stesso che spoglia la sua anima e la mostra al mondo. Ammette di essere un pedofilo e aggiunge che a tale condizione non esiste cura. Non nasconde la sua predilezione verso le bimbette che considera deliziose e sensuali e che usa chiamare “ninfette”. Dimostra anche una debole volontà di redimersi, che lo porta a pensare di poter diventare un buon padre per Lolita, ma tale suo buon proposito muore sepolto dal desiderio sessuale che non riesce a frenare.
Humbert si dimostra così un carnefice, sì pentito, ma anche ingegnoso, poiché concede ogni vizio a Lolita, portandola sempre in viaggio, ricoprendola di regali costosi, unicamente per tenerla in vita, per far sì che una sequela di svaghi riesca a farle sopportare il peso delle violenze che regolarmente la piccola subisce.
La personalità di Humbert appare contradditoria, ma in realtà si tratta semplicemente di un uomo che perde costantemente la battaglia contro sé stesso, a discapito dell’innocente bambina.
È un uomo che si ama e si odia, che si condanna e si perdona, che passa dal desiderio di esser un buon padre al proposito di sposare Lolita e metterla incinta.
Questa è la fantasia più vera di Humbert, che mette a nudo la parte più disgustosamente sincera e recondita della sua anima, che ci dimostra come nel fantasticare, egli non lasci spazio né alla ragione, né al pudore. Sa bene che superati i diciassette anni, Lolita non gli sarà più appetibile ed è convinto che lei potrebbe dargli una figlia con la quale ricominciare, figurandosi poi una relazione con l’eventuale nipotina.
Questo è il vero Humbert Humbert, contradditorio a parole, sincero nelle sue fantasticherie perverse, dove tutto va secondo i piani e dove il fine ultimo è il soddisfacimento dei suoi istinti che mai – e lo ammette lui stesso con amarezza e compiacimento – riuscirà a dominare.
I sentimenti del lettore nei confronti del protagonista oscilleranno tra il fascino e il disgusto, poiché una personalità come quella di Humbert Humbert non può lasciare indifferente. È la classica persona con la quale farebbe piacere discorrere di letteratura e poi prenderla a pugni, per proteggere o vendicare Lolita, per la quale non si può provare altro che pena, nonché l’impotente desiderio di strapparla dalle grinfie del suo carnefice.
Nonostante tutto, però, non sarà difficile per il lettore affezionarsi ad Humbert e cercare di studiarne la psiche, poiché a disgustare davvero sarà l’indifferenza dei personaggi secondari che, pur forse sospettando, nulla faranno per assicurarsi che Lolita sia al sicuro, che tutto sia nella norma.
Questo fa della ragazzina una vittima ignorata e dimenticata, che se vorrà salvarsi la vita, dovrà agire unicamente da sé e sarà proprio questo suo coraggio, questo aggrapparsi a una vita che le ha dato solo dolore, a renderla ai nostri occhi una sorta di eroina tragica.
Così come Humbert è, in un certo senso, la vittima di sé stesso, Lolita è l’eroina di sé stessa.
Mattia Vanfiori