Ho amato profondamente questa nuova biografia su Oscar Wilde firmata dall’esperto di Storia vittoriana Matthew Sturgis, nella traduzione italiana di Luca Fusari e Sara Prencipe. “Oscar. Vita di Oscar Wilde” (Dea Planeta 2019) è lunga 1036 pagine, di cui 800 e passa sono di mera biografia e il resto è fatto di note, appendici e indice analitico. Ho scoperto questo libro grazie a un post nel gruppo Facebook “Il tinello letterario“. Di Oscar Wilde abbiamo recensito “La ballata del carcere di Reading“, pubblicandone anche un’audiolettura.
Trama di Oscar. Vita di Oscar Wilde
Siamo i nostri genitori. La biografia “Oscar” mi ha conquistato dal primo capitolo perché ha iniziato parlando del padre e della madre dello scrittore Oscar Wilde, mostrando un genitore sensibile alle arti femminili tanto da subire un processo per molestie sessuali e una genitrice dedita all’intrattenimento e alla letteratura. Il secondogenito Oscar è nato nel 1854 e cresciuto in questo contesto generoso e amante dell’apparenza e non ha cambiato di una virgola i geni famigliari.
Matthew Sturgis ne percorre la vita passo dopo passo, fino all’immediata eredità post-mortem. Ci regala un uomo a tre dimensioni grazie all’utilizzo di testimonianze e descrizioni che ce lo mostrano come un tipo impossibile da non notare, alto, dalla retorica sorprendente, una musicalità inconfondibile nella voce e, allo stesso tempo, insopportabile per molti. C’era chi lo amava, chi lo proteggeva e chi lo desiderava, ma anche chi lo trovava troppo affettato, impossibile da capire, anche a causa del suo gusto per il paradosso.
Recensione
“Oscar. Vita di Oscar Wilde” mi ha arricchito con due mesi di lettura entusiasmante a cui sono tornata sempre più che volentieri, tra un libro e un altro. Anzi proprio non vedevo l’ora di rimettermi a guardare all’opera i miei protagonisti. Grazie all’autore mi sono mossa insieme a loro nell’età vittoriana, ho sbirciato i titoli dei giornali da dietro le loro spalle e mi sono seduta nei teatri. È stato meraviglioso.
Ho riempito il libro di post-it sugli aspetti dell’epoca che mi hanno più colpito. Tra questi, trovo da citare i provvedimenti con cui, proprio negli anni in cui Oscar scopriva il suo interesse per gli uomini, venivano resi fuorilegge non solo gli atti di sodomia ma qualsiasi cosa vi si avvicinasse.
L’Oscar Wilde che viene ritratto è un genio e un filantropo, ma allo stesso tempo un ingordo, un uomo dalla doppia vita. Un tossico del sesso. Sembra incarnare alla perfezione le famose contraddizioni vittoriane e Matthew Sturgis ce lo mostra senza ammiccamenti né, d’altra parte, compatimenti. Quando è necessario non ci risparmia i passi falsi di Wilde, ma altrettanto spesso si preoccupa di restituirci le battute con cui l’uomo ha affrontato i momenti più difficili o imbarazzanti. E noi ci ritroviamo inevitabilmente a scuotere la testa e a pensare “Che tipo!”.