È della giornalista napoletana Titti Marrone “La donna capovolta”, uno dei cinquantasette titoli proposti nel 2019 dagli Amici della domenica, il gruppo storico della giuria del Premio Strega. Pubblicata da Iacobelli in febbraio, la storia parla del rapporto fra due donne in apparente contrapposizione tra di loro, ma con moltissime cose in comune.
Trama di “La donna capovolta”
Eleonora e Alina sono una italiana e una moldava che hanno bisogno l’una dell’altra e mal lo sopportano. Ingabbiate nei pregiudizi e “arroccate nella loro fatica”, portano avanti un rapporto basato sull’ipocrisia e sull’intima cattiveria.
Eppure la loro è una storia assolutamente concreta, perché Eleonora è una italiana colta e laureata, che tuttavia non sa sfuggire ai condizionamenti culturali del suo tempo, e necessita di Alina perché sua madre soffre di Alzheimer e occorre una badante fissa in casa. Alina, dal canto suo, ha bisogno di questo lavoro perché deve mantenere tutta la sua famiglia, tra cui un figlio che studia all’estero e si vergogna del lavoro che fa la madre.
Tra stilettate mal trattenute e confessioni a denti stretti, le due donne si conosceranno meglio e decideranno se abbassare o meno le reciproche barriere.
Recensione
La storia gode di una scrittura elegante e di riflessioni controcorrente, che vanno a pescare davvero nel profondo. Durante la lettura si può nutrire una certa insofferenza per l’aggressività delle due protagoniste, ma le ragioni dell’una e dell’altra sanno disarmare: il lettore si trova ora a parteggiare per entrambe, ora a odiarle tutte e due.
Se l’intenzione è porre davanti allo specchio anche le parti più smaliziate di noi l’operazione è pienamente riuscita, perché l’insofferenza di cui sopra è legata soprattutto al fatto che anche noi siamo capaci di pensare quelle cose e forse lo abbiamo proprio fatto.
La trama più interessante che percorre il tessuto dell’intero libro è il concetto di capovolgimento, già evidente dalla copertina che ritrae una “Alice in Wonderland” con la testa all’ingiù. Capovolta è Eleonora, femminista progressista che tuttavia non riesce a vedere del buono in una donna a cui si deve affidare “per raddrizzare le cose storte per tornarsene alle sue”, come commenta Alina; capovolta è sua madre, una volta forte e autoritaria e ora mansueta e confusa; capovolta è Alina, laureata in ingegneria elettronica e profonda conoscitrice dell’Italiano, che sceglie di apparire all’opposto per corrispondere alle aspettative e non spaventare chi deve assumerla.
Capovolto è anche il marito di Eleonora, che appare come non è, così come i figli di Alina ed Eleonora capovolgono i programmi famigliari sulle loro vite. Anche il distante fratello di Eleonora, Clemente, è capovolto, ma lo scopriamo solo il 23 maggio in occasione della presentazione di Pescara, nella libreria Primo Moroni, di fronte al Gruppo di lettura che fa capo alla scrittrice Maristella Lippolis: il fratello vero dell’autrice, al contrario di Clemente, ha dimostrato una grandissima vicinanza e una grandissima padronanza della situazione.
Non viene nascosto, infatti, da Titti Marrone, che il libro ha una matrice autobiografica e ha avuto un intento epuratore. “Siamo così concentrati sui nostri problemi – ha aggiunto l’autrice a Pescara – che non consideriamo le altre facce della medaglia. Il fenomeno migratorio delle badanti ha dato origine a una nuova malattia, che si chiama Sindrome Italia: produce un fortissimo senso di spaesamento e sradicamento.