“Restare in Vietnam” – Luca Pollini


Voto: 5 stelle / 5

Puoi imparare una riga dalla vittoria e un libro dalla sconfitta. E di sconfitti, in Vietnam, ce ne sono tanti da perdere il conto. “Restare in Vietnam – Dalla parte del nemico” è un libro-intervista di Luca Pollini pubblicato da Elemento 115 nel 2017 e riproposto nel 2022.

Trama di Restare in Vietnam

E allora in nome di cosa si combatte? Perché dei ragazzi giovani e con un futuro ancora da scrivere si trasformano in “carne da cannone” da spedire sul fronte vietnamita?

“La guerra è un impiego normale. Nessuno ha mai pensato che sia un lavoro che uccide la gente. Un controsenso se penso che a casa si prega sempre e si rispettano i comandamenti cristiani”

A Marlin sarebbe piaciuto iscriversi a un corso di teatro. Si ritrova invece, ragazzo e ancora piegabile ad altrui volontà, armato e addestrato da superiori urlanti e senza scrupoli, a diventare una macchina da guerra e a sparare su tutto ciò che si muove.

Il cervello è labile più di quanto si possa pensare e in mezzo a quell’inferno, drogati di eroina, i soldati in trincea, pregano che ancora una volta a morire sia l’altro. 

E se in America imperversano le manifestazioni pacifiste, loro, i sodati vivono i loro drammi e il loro terrore, convinti di onorare l’America.

“I vietnamiti non mi hanno fatto nulla di male e non mi hanno mai chiamato sporco negro, cosa che invece negli Stati Uniti avviene quotidianamente”,

dirà Cassius Clay. Ma quanto onore può esserci nell’atto di sparare a un bambino che tenta la fuga dalla casa, la sua, a cui soldati poco più che maggiorenni hanno dato fuoco?

Poi, la fine della guerra, il ritorno a casa. Ma non da eroi. Marlin e quelli come lui, non sono considerati tali, piuttosto“ quelli che uccidono i vietnamiti” e non ricevono l’accoglienza che pensavano di meritare, ma insulti per aver seminato atrocità. 

E la coscienza, quella che il pesantissimo lavaggio del cervello aveva anestetizzato a dovere, si sveglia: non si può vedere la morte ogni giorno e non subirne danno.

Un momento tanto duro da guardare in faccia, quanto in grado di redimere un individuo che sceglierà, questa volta in autonomia, di impiegare tutte le sue forze per rimediare al male che lui e il suoi compagni hanno seminato. 

È per risolvere la questione con la propria coscienza che Marlin tornerà in Vietnam. Il suo percorso di riscatto è lungo e accidentato ma avverrà. Infine, nonostante il ricordo indelebile di quei giorni infernali, riuscirà a trovare un po’ di pace e anche l’amore. 

Recensione

Un’intervista dura, sincera e senza filtri realizzata in un bar a Da Nang.

Ammiro chi ha il coraggio di sviscerare la propria storia senza omettere di raccontare anche le mostruosità. Credo sia il percorso obbligato verso la liberazione.

Complimenti anche a chi ha saputo raccogliere il racconto e farne un libro che possa invitare a riflettere su quali siano le battaglie davvero importanti da combattere. 

Commenti