“Sul tradurre – Esperienze e divagazioni militanti” – Susanna Basso


Voto: / 5

Non potevo non amare questo libro. Essendo traduttrice, mi parla in modo speciale. L’autrice espone con umiltà, tra le altre cose, i suoi errori di gioventù, e ci fa capire che non esiste LA traduzione, ma solo LE traduzioni.

Non oso mettermi nello stesso piano di Susanna Basso (ci mancherebbe altro) ma ogni passaggio provocava in me un sorriso. In fin dei conti, tutti i traduttori sono accumunati dalle stesse sfide. Dalle stesse tormentose preoccupazioni. È difficile descrivere esattamente tutto ciò che racchiude questo bellissimo mestiere (non posso non elogiarlo) e Susanna Basso ci riesce alla perfezione.

Con uno stile spigliato e mai noioso, una delle traduttrici più conosciute e apprezzate in Italia, ci svela non i segreti del mestiere – sarebbe impossibile – bensì i retroscena, le piccole manie, lo sconforto e le soddisfazioni che ha ricavato dal suo lavoro negli ultimi decenni. ⠀

Riporto un passaggio che mi sta molto a cuore.⠀

“Ai traduttori capitano scioperi di parole, intere giornate passate a fissare le frasi di un testo come se non ne potesse uscire mai niente. Succede per accumulo,spesso. Certo, succede anche all’inizio di un libro, ma in quel caso non spaventa, in quanto fenomeno fisiologico. Entrare nella sintassi, nella punteggiatura, nel lessico di un altro richiede tempo, prudenza, delicatezza. Ma il blocco da accumulo spiazza. Non te lo aspetti a pagina 170. Ti mette in crisi, compromette il valore delle scelte passate, esalta la sensazione di fallimento, sempre in agguato. Quelli sono giorni in cui tendi a saltare righe di testo perché non le vedi, e non le vedi perché le hai guardate con troppa insistenza”.

Rossella Di Pede

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