“Testimone la notte. Una nuova indagine dell’ispettore Miranda” è il nuovo libro di Daniele Bresciani pubblicato da Bompiani a giugno 2022 nella collana Narratori. Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea inviata in omaggio.
Trama di Testimone la notte
Milano. La Milano bene per l’esattezza. Una gita di fine anno si trasforma in una tragedia. Ma perché parlarne a distanza di così tanto, troppo tempo? Cos’è che ha richiamato i fantasmi e spinto qualcuno a tirar fuori gli scheletri dall’armadio? Sarà forse che i fantasmi, per natura, non muoiono e se stuzzicati, tornano.
Quelli della Milano bene, cosa vuoi che ne sappiano loro della vita? Quella vera intendo.
Da un superattico bianco, asettico e illuminato da luce artificiale, il resto del mondo appare piccolo e un cuore incellofanato fatica, e non poco, a battere.
La loro vita è un fiume di champagne, educatamente sorseggiato in calici di cristallo. Sui loro abiti sartoriali e di gran pregio, mai una chiazza e nemmeno un alone.
Be’ però capita che il sudiciume si nasconda più in profondità!
Sì, lo ammetto, messa in questi termini, quasi sembrerebbe che il problema sia Milano. Quanto accaduto quella sera, è invece frequente, per nulla originale e per nulla circoscritto. Pesce grande mangia pesce piccolo: è la verità che bisogna mandare giù. Poco da fare o da stupirsi: la storia si ripeterà all’infinito . Succederà finché ad un essere umano verrà concesso l’ingiusto privilegio di sentirsi superiore e pertanto in diritto di umiliare e sopraffare un suo simile e ad un altro, invece, inculcata l’altrettanto ingiusta convinzione di essere inferiore e pertanto doversi prestare a subire.
Per qualcuno il buio è calato senza appello e non ci sono luci che tengano.
L’atrocità però è che si è spenta solo la luce, la scena si è fermata ma il sipario, quello no, non è calato. È rimasto aperto, come in un tempo sospeso, senza speranza alcuna che la scena possa ricominciare li, da dove si è fatalmente interrotta. Una vita che non aspetta la morte per fermarsi, cristallizzata, immobile come una malattia incurabile o un dolore indescrivibile lungo quarant’anni.
Recensione
“Testimone la notte” è un romanzo agrodolce in cui a tratti ho faticato a mantenere la convinzione che non ci sia una linea netta tra bene e male. I “cattivi”, be’, qui sembrano esserlo fino in fondo, pochi ripensamenti e solo in qualcuno si insinua il senso di colpa.
Quello che porterà alla svolta definitiva. Se svolta si può chiamare la decisione tardiva e forse, inutile di spiattellare una verità datata e che porta con sé soltanto amarezza.
Alcune azioni, non sono solo bravate di giovani ricchi e spocchiosi. Alcune azioni lasciano, oltre ogni immaginazione, un segno indelebile e sono gravi di una gravità indicibile a parole, così come lo è, lasciare che tutto accada.
Fare il pesce in barile diventa una comoda presa di posizione.
Chissà che il desiderio di annientare il prossimo non morirebbe se non incontrasse l’accondiscendenza o peggio il silenzio di chi, pur ritenendo fortemente ingiusto ciò che si sta verificando, tace.
Il giudizio sociale e la paura della non accettazione sono determinanti e da non sottovalutare. Il contesto poi, è quello che è.
Arriverà un giorno in cui le nostre piccole menti bacate abbandoneranno definitivamente il pregiudizio?
Molta strada è stata percorsa, molta ancora da percorrere.
No, non dimentico di averlo definito agrodolce. Perché dolce lo è per molti versi.
L’amicizia che chiaramente traspare dalle azioni di Miranda e della sua squadra, perché una squadra, loro, lo sono per davvero; l’aiuto reciproco e disinteressato, l’amore per gli animali e il rispetto che ne deriva regalano al romanzo dolcezza e profonda umanità.
La scrittura è chiara e trascinante, più di seicento pagine che volano una via l’altra senza soluzione di continuità.
I personaggi sono ben delineati: da chi ricorre troppo spesso a un intercalare, a chi morendo d’invidia si atteggia a super investigatore e gonfiandosi come un pavone, si attribuisce meriti che non ha. Da chi fa corrispondere al proprio stato d’animo il colore della montatura degli occhiali da vista a chi è diffidente, sì, ma solo all’inizio. Da chi tende la mano fin dal primo momento a chi ispira fiducia senza pensarci due volte, fino a chi invece non avrà mai riscatto perché il marcio che ha di dentro , lo si intravede sin dalle prime battute e no, non è solo un’impressione!