“A cena con l’assassino“- Alexandra Benedict


Voto: 4 stelle / 5

Una tempesta di neve nello Yorkshire. Nove persone bloccate per giorni. Un tragico gioco di Natale e un assassino pronto a colpire. Questi gli ingredienti dell’ultimo romanzo di Alexandra Benedict “A cena con l’assassino” (titolo originale “The Christmas Murder Game”), pubblicato dalla Newton Compton Editori alla fine di ottobre.
Già solo ammirando la copertina siamo trasportati in un’atmosfera natalizia fuori dal comune, ricca di mistero, che cattura al primo sguardo!

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea in omaggio. 

Trama di A cena con l’assassino

All’età di undici anni, la vita di Lily Armitage viene sconvolta dal suicidio della madre e dal ritrovamento del suo cadavere. Da quel giorno la giovane non è più tornata a Endgame, la grande dimora di famiglia, ed è stata adottata da sua zia Liliana. Quando anche la zia muore, nuove rivelazioni e vecchi fantasmi emergono dal passato. Il destino di Endgame è nelle mani dei cugini rimasti, ma solo uno potrà ricevere la casa in eredità, se risulterà vincitore del famoso “Gioco di Natale”, organizzato nel dettaglio dalla zia Liliana, prima di morire. 

Nevica. Ovvio. Niente in questa faccenda sarà semplice. 
C’è stato un tempo in cui restare sveglia la vigilia sarebbe stato emozionante, ma ormai Lily non crede più a Babbo Natale. Non crede più a nessuno da quando la mamma se n’è andata. E oggi dovrà tornare nel luogo in cui è morta.”

Dodici giorni di permanenza. Dodici indovinelli per trovare dodici chiavi. Nel frattempo una tempesta di neve costringe tutti i parenti a rimanere chiusi nella villa. E tra di loro si nasconde uno spietato assassino!

Recensione

Il romanzo giallo ha sempre costituito un’attrattiva per il lettore moderno. È una sfida con se stessi e con l’autore, si accettano le regole, si stabilisce un patto di reciproca fiducia e ci si immerge nella lettura. L’autrice dell’opera, Alexandra Benedict, in quest’opera rispetta tutti i canoni del giallo tradizionale, rigorosamente inglese: un’antica dimora, l’impossibilità di fuggire, una serie di delitti che si susseguono, segreti passati mai svelati. Ispirandosi ai capolavori di Agatha Christie, la Benedict costruisce un solido impianto narrativo, stuzzica il lettore con giochi e indovinelli e riesce nell’intento di avvinghiare il lettore alla pagina. 

Il romanzo è un omaggio alla letteratura in giallo a tema natalizio. L’autrice ha nascosto dodici titoli di romanzi famosi all’interno delle pagine e si diletta a giocare con il lettore. La trama strizza l’occhio a “Dieci piccoli indiani”, capolavoro indiscusso della Christie.

Gran parte della narrazione è dedicata a delineare la figura di Lily, il suo dramma interiore, gli incubi del suo passato, il rapporto con la sua famiglia. Come di consueto in ogni giallo che si rispetti, si passa poi a presentare i vari partecipanti al gioco. Un ruolo di primo piano spetta senza dubbio alla figura della zia Liliana. Abile giocatrice dall’astuta personalità, ha custodito per anni i segreti della famiglia Armitage e solo dopo la sua morte ha permesso che venissero rivelati, non senza una buona dose di mistero. Solo il più astuto e scaltro tra i cugini, infatti, potrà risolvere gli enigmi e trovare i vari indizi che lo condurranno alla conquista della verità e dell’eredità, in un viaggio interiore tra presente e passato. 

“Ecco perché di norma evita le persone. Sono troppo complicate. Troppe sfumature da cogliere. Liliana una volta le aveva detto che le persone sono come le poesie, che c’è un senso superficiale e poi un ritmo profondo, le contraddizioni apparenti, i chiaroscuri, gli schemi, le verità che puoi scoprire a patto di essere disposta a fare uno sforzo.”

C’è un labirinto a Endgame. Compare ovunque. È l’incubo che da anni tortura Lily. È al centro del mistero, ma, ad una lettura più attenta, diventa anche metafora della vita umana. Ogni scelta da compiere, ogni strada da intraprendere può portare alla perdizione o alla salvezza. Domina l’ansia per la ricerca di una via d’uscita che conduca alla verità e liberi l’anima da dubbi, bugie, falsità. 

Lo stile risulta scorrevole e consente di incastrare perfettamente ogni elemento. In alcuni tratti può risultare ridondante, anche per l’abbondanza di similitudini e metafore, ma non si intacca comunque il piacere della lettura. 

Assolutamente consigliato per gli amanti del genere e per chiunque voglia sperimentare un po’ di sana tensione, squisitamente natalizia! 

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