“Il dinosauro” – Augusto Monterroso

Il dinosauro: il mini-racconto

Ci sono racconti brevissimi. Che durano appena lo spazio di un periodo.
Come quello scritto dal guatemalteco Augusto Monterroso. S’intitola Il dinosauro:
Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì.


Analisi del racconto

Immagine stilizzata di un dinosauro

Il primo elemento che colpisce è l’indeterminatezza cronologica. Ricorda molto quella della Bibbia – che non colloca mai gli avvenimenti nel tempo: si limita tutt’al più a un generico In quel tempo – e della narrazione fiabesca (C’era una volta).
Viene ribadita da quell’ancora, che al tempo fa comunque riferimento, alludendo a un’azione costante e continuativa. Contemporaneamente rimanda a un prima, un qualcosa che è successo dietro le quinte.

La voluta mancanza di precisione coinvolge anche la dimensione spaziale. Dove si trovano il dormiente e il dinosauro? Potrebbero essere ovunque. A noi viene concesso un indeterminato lì. Che vuol dire tutto e niente.
Cosa sappiamo del protagonista? In pratica, nulla. Monterroso ci rivela soltanto che stava dormendo. Ma è un uomo o un animale?

Nel primo caso, potrebbe trattarsi di una situazione fantastica. Sappiamo che uomini e dinosauri non hanno convissuto. Gli esseri umani sono arrivati in seguito (almeno secondo la storia ufficiale). Il dinosauro potrebbe essere un’allucinazione. O un simulacro. Una riproduzione, cioè. E se invece si trattasse di un sogno? L’uomo stava sognando un dinosauro in un ambiente del tutto verosimile. E quando si è svegliato lo ha ritrovato lì. Il che potrebbe segnare, appunto, lo scatto verso una narrazione di tipo non reale. Al di là di queste congetture, sarebbe lecito chiedersi perché il protagonista stesse dormendo e da quanto.

Nel caso, invece, che a dormire fosse un altro animale, il racconto potrebbe anche prendere una piega drammatica. Il dinosauro potrebbe essere un predatore, e il protagonista una preda terrorizzata nel constatare che il proprio carnefice è ancora lì, quasi volesse prendersi crudelmente gioco di lui prima di sbranarlo.

C’è un altro elemento su cui riflettere. Il titolo. Potrebbe anche confutare tutte le ipotesi formulate fino a questo momento. Sembra, infatti, voler attirare la nostra attenzione proprio sul dinosauro, che in apparenza svolge una funzione secondaria. Non fa nulla. Si limita a restare ancora lì. A presupporre qualcosa. Invece potrebbe essere lui il casus belli, la causa scatenante. Ciò da cui nascono tutte le domande senza risposta. Che cosa ci fa il dinosauro ancora lì?

Considerazioni finali

Al di là di tutto, abbiamo una sola certezza. Questo racconto è perfetto. Ha tutto quel che serve per raccontare, per nascondere o per alludere a una storia. Te lo ritrovi lì del tutto compiuto in se stesso.

Se è vero, come sostiene qualcuno, che scrivere consiste sostanzialmente nell’arte di togliere, viene da chiedersi quale immane lavoro di sfrondamento abbia dovuto compiere l’autore per arrivare a un tale grado di sintesi e di sublimazione.
Non lo sapremo mai. Ma è meglio così. Certe domande devono rimanere senza risposta. Perché di esse si nutre e vive la nostra immaginazione di lettori.

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