“Arianna” – Doris Bellomusto e Tiziana Tosi


Voto: 4 stelle / 5

Dalla penna evocativa di Doris Bellomusto e dall’estro artistico di Tiziana Tosi nasce nel 2024 l’albo illustrato “Arianna”, pubblicato dalla casa editrice “Le Pecore Nere”. Il libro è incentrato sulla figura mitologica della fanciulla cretese. Attraverso cuore ed emozioni, il mito rivive, tocca le corde dei nostri animi, si attualizza e diventa parte integrante di noi e del nostro mondo.

Trama di Arianna

Il mito di Arianna è tra i più noti dell’antica Grecia. La storia si snoda tra creature mostruose, come il Minotauro, costruzioni ingegnose, come il Labirinto, eroi, fili dipanati, amori, fino alla fuga e all’abbandono.
In questo caso, il racconto è narrato in prima persona proprio dalla protagonista, Arianna. Tramite la sua voce intravediamo frammenti di una storia drammatica e sofferta, scorci narrativi più evocati che descritti.

Non mi perdonerò.
Chi era il Minotauro? Chi sono io? Chi è Teseo?
Domande oziose, utili a ingannare il tempo perso di una donna abbandonata alle
sue ombre.”

Arianna, nella sua immane solitudine, si rivela a noi, ci parla del suo amore perduto, del tempo sprecato, del destino. Spende parole di tenerezza per il Minotauro, un “cuore in prigione”, “viscere mai sazie”, ma soprattutto “buio, silenzio, solitudine amara”. Riflette sull’amore, sui suoi inganni, sulla sua indifferenza. Restano alla fine i nodi da sciogliere, i fili intrecciati del destino e su tutto aleggia l’ombra del labirinto, simbolo della difficoltà di orientarsi e di trovare una via d’uscita, ma anche punto di forza per superare gli ostacoli e con essi le proprie paure.

Recensione

Tra i miti più noti del mondo antico, quello di Arianna, del Minotauro e del Labirinto è uno dei più struggenti. In queste pagine la voce di Arianna ci parla da un mondo lontano e ancestrale, ma percepiamo nitidamente la sua sofferenza, la sua malinconia e soprattutto la sua forte attualità.

Da lontano, nel tempo e nello spazio, riecheggia l’eco delle tragedie antiche, la loro potenza, la loro azione catartica. Il lungo monologo di Arianna ci fa immergere nel mare immenso del dolore e dell’abbandono e ne usciamo rinnovati.
C’è un frammento di Arianna in ogni donna antica o moderna. Sagace, astuta, innamorata, determinata. Sola, abbandonata, svuotata, in balia dei suoi fantasmi. “Voglio dar voce a chi voce non ha”.

In questa opera i personaggi mitologici assumono dimensioni più umane, le distanze spazio-temporali si annullano e anche i mostri della nostra esistenza sembrano dissolversi.

La forza evocativa della poesia, che emerge pagina dopo pagina, aiuta questo forte legame tra il lettore e Arianna. Un intreccio di emozioni e sentimenti. Fili invisibili che uniscono, stringono legami e aiutano ad uscire dai labirinti interiori.

“Vivrò in quel labirinto che ha nutrito la mia sventura, ricomincerò dall’ombra dei
vicoli ciechi che ho attraversato con l’inganno.
Starò lì dove ho conosciuto la colpa e l’incoscienza, Eros e Thanathos mi
rimandano lì, al centro del mio tormento. Ne uscirò quando somiglierò al mio
nome e sarò chiara come il mare d’estate, come la rima di una cantilena cantata
ai bambini.”

Tra le tante rivisitazioni mitologiche, la penna di Doris Bellomusto si distingue per i toni lirici e il forte impatto emotivo. Il tutto corredato dalle illustrazioni di Tiziana Tosi che suggellano il connubio tra antico e moderno. Tra le tonalità cupe di un’anima vuota, costretta a combattere con le proprie ombre, risalta il rosso di quel filo che lega il passato al presente, che serve a ritrovarsi e a condurci verso la luce.

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