“Avere Tutto” – Marco Missiroli


Voto: 5 stelle / 5

La ripetizione è un vizio capitale. L’evoluzione, invece, è il più ardito e pericoloso degli atti. Serve coraggio e consapevolezza. Ma, soprattutto, serve abilità. Il dono di Marco Missiroli, non a caso, è proprio questo: avere tutto.

Trama di Avere tutto

Nando e Sandro sono padre e figlio. Entrambi abitano una casa vuota. Nando la sua abitazione, ormai orfana della moglie. Sandro il suo stesso corpo, consumato dal vizio più lento di tutti, quello del gioco.
Il loro rapporto, fatto più di passato che di presente, riprende incerto tra piccoli atti quotidiani, in una Rimini che, passata l’estate, assomiglia a un campo di battaglia senza più truppe.

Nando, nonostante l’età e le medicine, tenta ancora di riprendere la sua grande passione, il ballo. Sandro, al contrario, non sa ancora se sentirsi libero dal richiamo delle carte, o solo in tregua.
Intanto, vivono, parlano, mentre attorno Rimini rifiata.

Recensione

“Avere Tutto” (Einaudi 2022), già dalle prime battute, si rivela un’opera molto diversa dal suo predecessore, “Fedeltà”. Mentre quest’ultimo ereditava e ampliava i temi di “Atti Osceni in Luogo Privato” tanto cari a Missiroli (il tradimento, la tentazione, la sessualità), finendo per assomigliare quasi ad un suo seguito spirituale, Avere Tutto riesce a ritagliarsi un mondo proprio e tutto nuovo.
Il rapporto tra Nando e Sandro domina la scena. I dialoghi fitti e coerenti, le parole in dialetto, l’eguale importanza di frasi dette e non dette, rendono i due personaggi vivi e fluenti. Altrettanto notevoli sono i momenti, mai troppo invasivi, dedicati al Poker. Questi racconti, interessanti per i neofiti e credibili per gli esperti, innestano nel terreno tranquillo e malinconico della trama un germoglio di tensione e adrenalina.

Dal punto di vista stilistico, la storia è una steppa di punti e a capo. Le frasi sono brevi, cesellate al dettaglio. Le immagini, a volte grezze, a volte liriche, prendono vita in poche parole. La sensualità tipica di Missiroli qui diventa irruente, quasi sbrigativa. Eppure, nonostante la mole decisamente più scarna, il romanzo non regala nulla. Qui la sintesi è letteratura, non semplificazione.
L’ultimo lavoro di Missiroli è un romanzo maturo. Il lavoro attento di uno scrittore completamente padrone dei propri mezzi.
Perché il dono di Marco Missiroli, come dicevamo all’inizio, è proprio quello di Avere Tutto.

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