“Binari” – Giorgia Tribuiani


Voto: 5 stelle / 5

A settembre 2022 un racconto di Giorgia Tribuiani è stato pubblicato dalla casa editrice Hopefulmonster, nella collana Pennisole diretta da Dario Voltolini. Si intitola “Binari”.

Di Giorgia Tribuiani abbiamo recensito anche “Guasti, “Padri” e Blu”.

Trama di Binari

Quando qualcuno sceglie di morire sotto un treno, non si pensa mai a chi quel treno lo guida. Nessuno si sognerebbe mai di accusarlo di complicità o distrazione, ma neanche lo compatisce. Nessuno al macchinista pensa mai.

Ecco, il protagonista di “Binari” è un macchinista che si è ritrovato a “suicidare” una ragazza. E non riesce a perdonarselo.

Recensione

Il co-protagonista di “Binari” è la voce. La voce narrante è quella che prende il lettore e lo pungola, lo strattona in due direzioni: il presente e il futuro. Per questo l’orientamento non è immediato. Eppure c’è un istinto che mette fretta, proprio come se si fosse sul treno – o forse davanti – che istiga a comprendere il prima possibile, perché, insomma, siamo davanti a un libro di settanta pagine, quanto tempo ci si può prendere per capire?

Una volta afferrate le due linee narrative, il fiato si accorcia in una espansione e una riduzione continue del tempo. Il momento clou viene accerchiato da due movimenti: quello che va incontro all’impatto e quello successivo. Le differenze si assottigliano sempre di più e noi siamo presi, afferrati, costretti a piangere.

“Binari” è commovente perché con coraggio illumina un angolino un po’ buio. L’argomento è delicato e ad alto rischio di stereotipia. Giorgia Tribuiani invece lo gestisce con rispetto e decide di affiancare appena le vittime, per concentrarsi sugli assassini involontari.

La seconda parte del libro contiene un’intervista al direttore del Centro di Salute Mentale di Giulianova Domenico De Berardis. In parte ritroviamo informazioni già usate nel racconto; in parte scopriamo aspetti psicologici molto interessanti.

In particolare ci si sofferma sul disturbo post-traumatico da stress, che inizialmente è stato associato ai reduci di guerra. Ma attenzione! Oggi è molto più comune: è “sufficiente”, passatemi il termine, aver subito uno shock o un trauma e trovare cambiata la capacità di condurre la propria vita come prima.

Da questo punto di vista, “Binari” è un libro che sentirete più vicino di quanto possiate aspettarvi.

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