“Ciao mamma: lettera di un diffidente seriale”, l’autore di 17 anni parla di bullismo, autolesionismo e rinascita

“Ciao mamma” è il libro di un adolescente a tratti intenso, a tratti ironico ma con un filo conduttore rivelato già dalle prime righe: l’amore per la madre a cui rivela, tramite una lettera, i suoi pensieri più profondi e gli abissi in cui non l’ha mai fatta entrare. Un percorso di un giovanissimo che, grazie alla sua forza di volontà e al supporto continuo dell’unico genitore presente, riporta questo studente a una sorta di rinascita interiore e sociale partendo da un’esperienza di bullismo.

L’odio per la scuola, il bullismo e la diffidenza verso il mondo

L’autore è Carlo Murante, poco più che diciassettenne, studente che ha concluso a pieni voti il quarto anno delle scuole superiori tra mille problematiche legate a un mondo della scuola che lo ha portato all’odio e all’ansia “che scorre nelle sue vene” ogni volta che si trova in classe. Una scuola che non ha saputo capirlo all’inizio, ma che lui ha saputo domare grazie alla profonda curiosità e alla immensa voglia di sapere.

Possiamo leggere, tra le righe, anche una sorta di denuncia a una scuola che non saputo proteggerlo dal bullismo quando non era in grado di farlo da solo. Non troppo tra le righe, invece, si coglie la cattiveria degli adolescenti nei confronti del diverso: Carlo ha lottato per tanti anni con il sovrappeso e l’obesità fino a uscirne del tutto solo alla metà della quarta superiore, con tutto ciò che questo può aver comportato per lui nel suo percorso scolastico, sociale e di costruzione della propria autostima.

I contenuti

La cosa che sorprende, leggendo questo libro, è scoprire il rapporto intenso e profondo che lega questo giovane alla madre e viceversa. Una mamma sempre presente che, però, viene tenuta all’oscuro delle cose più brutte che accadono al figlio per vergogna non vuole deluderla. In più parti del libro, infatti, emerge proprio questa ansia di Carlo e la domanda ricorrente “l’avrò delusa?”. E proprio per questo il suo essere “bugiardo patologico”, come si definisce, diventa quasi una necessità per dimostrarsi migliore non solo agli occhi della madre, ma del mondo stesso.

Così, dopo aver superato in parte i suoi mostri, l’autore decide di scrivere una lettera alla madre. Nella quarta di copertina il riassunto di quello che il libro promette:

“Ammettilo Mamma, non te lo saresti mai aspettato da me, vero?”

Questa è una delle frasi iniziali della lettera e anche una di quelle su cui si basa la struttura stessa dello scritto.
Carlo, un adolescente, finita la quarta superiore decide di mettere sulla sua mano sinistra il proprio cuore e su quella destra una penna al fine di scrivere una lettera alla madre,
Sono sempre andati d’accordo, un rapporto tra madre e figlio quasi esemplare, ma Carlo, tramite la lettera, rivelerà alla madre di essere un bugiardo patologico e che, quindi, è ora che racconti ogni cosa come dovrebbe essere.
Tutto con estrema trasparenza.

La struttura del testo

Il libro, come anticipato, è una lettera alla madre del giovane Carlo. Il linguaggio non è quello che ci si potrebbe attendere da un giovane diciassettenne, con parole ricercate e profonde riflessioni, con esempi filosofici (paragona se stesso e il fratello al capitale di Marx), citazioni di Kafka, Dante e Freud, che si alternano a esternazioni irruente e quasi volgari in cui manifesta la sua rabbia per il mondo.

Si tratta di un libro autobiografico che sa essere a tratti anche molto emozionante, ma che potrebbe diventare un ottimo strumento di insegnamento sia per i genitori che per i ragazzi stessi visto che ci mostra il mondo proprio dagli occhi di uno studente a cui la vita non ha regalato nulla e tutto quello che ha conquistato è stato ottenuto con grandissimi sacrifici.

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