Dovevamo andare al cinema quella sera, mi ero preparata con cura.
Era una serata d’estate calda, ma non afosa, con una piacevole brezza serale.
Indosso: un top nero, una gonna con arabeschi in tinta molto fresca e morbida lunghezza ginocchio.
Il Trucco leggero, ma è ben definito.
Rossetto rosso, forse troppo per i miei canoni, ma, mi piace e poi profuma di ciliegia .
La telefonata all’ultimo momento, un impegno di lavoro.
S , ci può stare, ma non è la prima volta e io al film ci tengo molto.
Decido di andare comunque da sola, però, visto che non sono accompagnata non è meglio cambiarsi?
Il top è un po’ troppo scollato poi senza la barriera dell’intimo…
No ormai è tardi, va be butto sulle spalle una pashmina.
Arrivo a destinazione, i biglietti già prenotati online, poca coda , raggiungo la sala. C’è già la programmazione della pubblicità e di altri trailers di films.
Entro al buio e con qualche difficoltà trovo i miei posti a sedere, mi accomodo .
Fa caldo , ma non c’è l’aria condizionata?
La sciarpa inizia a soffocarmi un po’, la tolgo.
Mi sento un po’ scoperta così ma tanto in quella fila c’è poca gente.
Anzi, mi rendo conto che è quasi vuota ma ad un tratto….
Entra un uomo molto alto, non noto altro perché è buio e perché poco mi importa, anzi aspetto con ansia l’inizio del film.
Si accomoda nel sedile vicino al mio, ma con tutti i posti liberi…
Vorrei dirgli che è prenotato, ma mi sento ridicola.
Io adoro i film horror, questo è il remake di: “It”.
In generale sono spavalda nella visione di questi generi ma, li, quasi sola al buio, non mi sento particolarmente a mio agio.
Ma, la trama è abbastanza avvincente, da farmi dimenticare tutto ciò che mi circonda, tanto da non essermi neppure accorta che il mio vicino inaspettato, si sia assentato il tempo necessario per comprare dei popcorn. E anche una confezione mega!
Alle mie narici arriva un aroma così gustoso, che mi ricordo di non aver cenato, il mio stomaco brontola, e, nel silenzio della sala sembra quasi un rumore assordante.
Mi vergogno, ma in un secondo, lui si sporge dalla mia parte offrendomi di condividere il bottino.
Accompagna l’offerta ad un sorriso con denti cosi bianchi da illuminare le nostre postazioni.
Per un secondo sono pervasa dal suo profumo, prettamente maschile ma delicato, piacevole molto piacevole.
Rifiuto con garbo il cibo, e mi rigiro composta a rivedere lo spettacolo .
Ad un tratto, una scena particolarmente inquietante, mi fa sobbalzare ed emettere anche un urlo.
Nel trambusto, muovo maldestramente un braccio, invado lo spazio del mio vicino, facendogli rovesciare una parte dei popcorn.
Sono desolata, numerosi chicchi bianchi sparsi ovunque, persino sulla mia gonna, che nel frattempo si è alzata un pochino più del dovuto.
Lui mi fa cenno di non preoccuparmi, sorride, non so se più divertito dalla mia stizza di terrore o dalla mia goffaggine .
Cerco di rimuovere i popcorn dalla mia gonna, ma ne rimangono un paio, lui allunga la sua mano, li recupera, ma nel farlo però, sfiora l’orlo e inevitabilmente anche parte della mia coscia ormai scoperta.
Arrossisco in maniera così eclatante, che penso che il calore del mio volto riesca ad avvertirlo anche lui .
E quando penso, che il mio imbarazzo non possa crescere di più, ecco che lui fa qualcosa di totalmente inaspettato.
Porta quei due pezzi, direttamente nella sua bocca.
Ma l’ha fatto sul serio??
Lo guardo un attimo stupita, ma anche affascinata dalle sue mani, dita lunghe e affusolate che si fanno strada in quella bocca dotata di labbra così piene.
Meglio cambiare posto.
Sto pensando di alzarmi, quando proprio quella bocca incriminata si avvicina al mio orecchio per sussurrarmi se ho letto il libro originale di King, al mio assenso, prosegue con commenti esperti, stimolanti, da rendere le scene del film, una pallida imitazione, un surrogato della versione originale.
Ma, nessun racconto, anche il più avvincente, può essere all’altezza di quella voce.
Anche, se molto bassa ne colgo chiaramente il timbro profondo e vellutato, quasi una carezza sul mio collo.
Sono completamente soggiogata da quella voce e dal profumo, mi sento incatenata alla sedia.
Mentre mi parla il suo braccio, sfiora il mio e una corrente d’elettricità sembra propagarsi in tutto il mio corpo.
Mi giro per guardarlo, ma risulta una pessima idea: i suoi occhi, quegli occhi magnetici, a cui non riesco a dare un colore definito, scrutano intensamente , i miei, poi il naso, la mia bocca e giù fino alla scollatura, che vista dall’alto, offre una visione molto più ampia del mio seno.
Lui si sofferma sfacciatamente.
A questo punto, non riesco più a sentirmi a mio agio, voglio andarmene.
Lui capisce il mio turbamento, non fa nulla per trattenermi quando mi alzo, lui prende la mia mano, e vi fa scivolare un biglietto e con la sua voce calda e ipnotizzante mi sussurra un ciao, mentre con le dita accarezza lentamente il centro del mio polso.
Ormai completamente agitata faccio ritorno a casa .
Arrivo, nel silenzio del mio appartamento, e, riacquistando un po’ di tranquillità, mi rendo conto di avere la mano sinistra ancora stretta a pugno, la riapro e guardo il cartoncino contenuto
È un biglietto da visita, particolare, che cattura l’attenzione, sia per i colori, sia per i dati scritti.
Quindi l’uomo misterioso è un critico di spettacolo.
Ecco spiegata tutta quella competenza nell’analisi del film.
E adesso, che faccio?
Lo butto?
O gli mando un messaggio?
Nel frattempo, cerco su Google il nome dell’ormai non più sconosciuto.
Dalle informazioni emerge che si tratta di un uomo con pregevole reputazione nel suo lavoro, che ha pubblicato due libri, per un pubblico di nicchia, ma ben apprezzati dalla critica ed è coinvolto anche in lotte sindacali di rilievo.
Sindacato che, coincidenza, è anche il mio.
Ormai completamente catturata, divoro tutto quello che riesco a trovare.
Ecco… adesso la mia curiosità è alle stelle, non resisto e gli scrivo due righe, poco più di un semplice saluto.
Fortunatamente ho appena cambiato la foto sul mio stato, mi piace, questo mio primo piano è un mix tra uno sguardo sexy e ingenuo.
Lui, ha un’immagine di un panorama desertico, lo stesso della copertina di un suo libro, forse un luogo di ispirazione.
Sono in trepida attesa, ma non succede nulla, non compaiono neppure le virgolette di visualizzazione.
Passano minuti, ore e infine giorni ma nulla.
Forse è stato tutto un sogno.
Basta, non voglio restare in balia di un’eventuale risposta, cancello il contatto a malincuore.
Sono passati cinque giorni, chiaramente non ho dimenticato nulla, ma francamente ormai convinta che non ci sarà alcun seguito.
Ma, una mattina ecco comparire un numero sconosciuto e dal messaggio comprendo che sia lui.
Poche righe, l’indirizzo di un cinema a me sconosciuto, ma poco distante dalla mia città.
L’indicazione di ritirare il biglietto prenotato a suo nome.
L’orario del film.
È un post scriptum: adoro le gonne.
Leggo tutto d’un fiato e mi accascio sulla sedia .
Sono avvampata, fortuna che sono sola.
E ora cosa faccio?
Rileggo una, due, tre volte infine mi rendo conto che non solo un sogno è tutto reale, ma che la programmazione è prevista per la sera stessa.
Caspita, penso, molto sicuro di se il tipo.
Ma inutile iniziare una guerra persa in partenza con la mia coscienza, la voglia di accettare e intraprendere questa avventura è grandissima, purtroppo non ho altro tempo per crogiolarmi in strani pensieri perché il lavoro mi attende.
La giornata, come prevedibile, passa molto lentamente e con una pessima performance lavorativa.
Ma ora sono a casa e non ho molto tempo di prepararmi Un bagno veloce, shampoo e già ora di andare .
Alla fine, ho optato per un paio di pantaloni leggeri neri e una canotta carina, semplice di cotone.
Si, va bene accettare, ma mi rimane una punta di ribellione, che non vuole assecondare anche i suoi desideri su particolari abbigliamenti.
Mi accorgo però che la canottiera ha una macchia, accidenti e ora?
Eccolo lì, il mio vestito a pois nero, a ruota, che arriva a sfiorare il ginocchio che mi guarda dall’armadio.
Ok lo indosso, ma solo perché è il mio preferito, non per far piacere al tipo misterioso.
Ecco, un po’ di trucco, che, chissà perché è più curato del solito, il rossetto ciliegia e via.
Mi tremano le mani, un bel respiro e mi reco all’appuntamento .
Col navigatore, raggiungere il luogo prestabilito è abbastanza facile .
Sono anche in perfetto orario.
La serata è calda ma non afosa.
Raggiungo la biglietteria, ritiro il biglietto a suo nome.
Sono agitatissima, ho lo stomaco sottosopra, forse è meglio tornare, ma il ragazzo sta già recuperando la parte di taglandino e mi mostra dove sono i posti a sedere.
Entro, la sala è già buia, con la solita pubblicità.
Non ho bisogno di vedere il numero, c’è anche questa volta pochissimo pubblico ed individuarlo è immediato.
La sua altezza è sopra la norma.
È un po’ isolato, ma forse è meglio così.
Lo raggiungo, mi siedo composta e in quel momento lui mi guarda, con quegli occhi magnetici, mi osserva dalla testa ai piedi.
Mi sorride, credo anche in approvazione del vestito.
Ecco che inizia il film e la sua voce, puntuale è già li a sussurrarmi nell’orecchio, il suo alito caldo, è un brivido sul mio collo, un brivido che si diffonde per tutto il mio corpo .
Ma di cosa sta parlando…
Ah si la prima versione originale di It.
Oddio ero talmente presa dall’invito e dal resto, che non mi ero neppure interessata a cosa andassi a vedere.
Fantastico, un film che mi piacerebbe molto rivedere, soprattutto con commenti così competenti e interessanti ed io, io riesco solo a inebriarmi del suo profumo e rabbrividire per il suo alito sulla mia pelle.
Lui intuisce il mio disagio e ne è quasi divertito, lo avverto.
Si sporge tempestivamente, precedendomi, a raccogliere la mia pochette caduta dalle mie ginocchia .
Nel farlo sfiora la mia caviglia, formicolii di puro piacere mi pervadono.
Dalla caviglia risale verso il polpaccio fino a soffermarsi dietro il ginocchio, in cui inizia un massaggio così coinvolgente, da farmi sobbalzare sulla poltrona.
Non avevo idea, che quella parte del corpo fosse così sensibile.
La sua mano procede col suo viaggio esplorativo.
Arriva alle cosce, io la blocco con la mia.
Perché, pur essendo già molto coinvolta, non mi sento pienamente a mio agio.
Lui, la porta alle labbra e inizia a baciarne ogni singolo dito.
Dio che emozione!!
Chissà come potrebbe essere un suo bacio, non finisco neppure il pensiero che le sue labbra, le sue fantastiche labbra catturano le mie nel bacio più incredibile che mi sia mai capitato di condividere.
La sua lingua, si fa strada all’interno della mia bocca e inizia una danza appassionata con la mia.
Sono completamente in balia di quell’uomo.
La sua bocca si sposta poi sul mio collo e giù fino alla scollatura del petto.
Abbassa la cerniera dell’abito e lo libera dall’unica barriera rappresentata dal vestito.
Le sue mani accolgono i miei seni e le sue dita catturano i miei capezzoli e iniziano a stuzzicarli in un modo che mi fa rilasciare un mugolio.
Lui mi tappa la bocca con un altro bacio mozzafiato, anche per evitare che i pochi spettatori, pur lontani possano sentirmi
Una mano prosegue la dolce tortura dei capezzoli, mentre l’altra reintrapende il viaggio interrotto poco prima.
Arriva ai miei slip, accarezza delicatamente la parte esterna, poi le sue dita scostano un po’ il pizzo, raggiungendo il centro della mia femminilità.
Non resisto, iniziò a muovermi in maniera scomposta sulla sedia, ma in questo modo facilito maggiormente il suo assalto.
Cosa mi sta facendo ? E soprattutto io, cosa gli sto permettendo di farmi?
Ma ormai è tardi, il mio desiderio di appagamento è già oltre al limite del non ritorno.
Il suo dita sta disputando una partita che il mio corpo ha già perso in partenza.
Non resisto, sta arrivando, non riesco a trattenerlo… ed ecco che un magico e potente orgasmo mi sommerge, mentre la sua bocca dolcemente soffoca il mio grido di piacere con un bacio appassionato.
Gilda