La prima edizione di “Conquistatori. Una storia inedita” di Fernando Cervantes è stata pubblicata in Inghilterra nel 2021; a gennaio 2024 è arrivata in Italia per Le scie Mondadori, nella traduzione di Nicoletta Poo. Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea inviata in omaggio.
Trama di Conquistatori. Una storia inedita
Il saggio “Conquistatori” di Fernando Cervantes si sofferma su un mezzo secolo che ha cambiato la visione del mondo. Tra il famoso 1492 e il 1551 – anno su cui si chiude il libro – passano pochi decenni ma anche migliaia di morti. Siamo nelle Americhe centrali e seguiamo le prime spedizioni spagnole nella loro missione di evangelizzare “gli indiani”, perché sono considerati a tutti gli effetti sudditi spagnoli e come tali vanno sottratti all’Islam, che in questo momento è considerato il nemico per eccellenza. Le spedizioni, però, cercano anche oro e risorse da sfruttare e usano spesso violenza, anche gratuita, per dimostrare la loro sovranità.
Che ruolo ha avuto la Corona di Spagna in questo processo di europeizzazione del Nuovo Mondo? Quali pressioni gravavano sui conquistatori? Quanto ha inciso realmente la loro presenza sul tasso demografico dei nativi?
Fernando Cervantes risponde a tutto e lo fa con molta chiarezza.
Recensione
Ho trovato “Conquistatori” estremamente coinvolgente. La quarta di copertina sembra quasi voler mettere le mani avanti, quando dice che la violenza con cui i conquistatori spagnoli occuparono le Americhe è una “generica caricatura che non tiene conto del contesto storico e culturale”. Ho iniziato quindi questo saggio con un pochino di perplessità, chiedendomi se non mi sarei trovata di fronte a una controstoria rivoluzionaria, che avrebbe rovesciato i ruoli di “buoni” e “cattivi”.
Mi sono invece trovata di fronte a un’operazione intelligente e onesta.
Fernando Cervantes, docente di Storia dell’America Latina all’università di Bristol, inizia il suo discorso dalla scoperta dell’America e con questo personaggio un po’ strambo e visionario che era Cristoforo Colombo. I primi capitoli sono illuminanti riguardo l’umore che pervase la prima decina di anni di spedizioni. Quando entrano in scena i nativi, sempre più numerosi, si sente la mancanza di qualche dettaglio in più sui loro sistemi sociali. A metà libro, però, quando ho notato che la narrazione non aveva indugiato su dettagli scabrosi come la decimazione dei popoli nativi, pur non tacendola, mi sono detta che evidentemente non erano questi gli obiettivi. E che, evidentemente, l’autore voleva parlare di altro.
Infatti poi “l’altro” è arrivato. Devastazioni, sangue, trattative e violenza hanno segnato i decenni successivi allo sbarco. Ma c’è di più: un aspetto che sembra emergere dal saggio è che i conquistatori spagnoli non hanno portato la morte dov’era la pace. Anzi, il più delle volte non hanno fatto altro che incanalarsi in situazioni già calde, già ostili. Tra i popoli nativi, diversissimi tra loro, sussistevano relazioni di oppressione, sottomissione e alleanze. Gli spagnoli hanno portato avanti una missione nel nome del regno anche cavalcando queste dinamiche. Durante la loro avanzata tanto hanno “picchiato” quanto sono stati picchiati.
Ho trovato estremamente interessante e scorrevole il modo in cui l’autore inquadra questi movimenti e le scelte di noti conquistatori come Hernán Cortés e Francisco Pizarro anche sotto il profilo umano. Sono stata immersa in questo libro per una settimana e non me ne sono stancata mai. Consigliato vivamente!