“Cronache da Dinterbild” – Peppe Millanta


Voto: 4,5 stelle / 5

I libri di Peppe Millanta sono libri che viaggiano. È chiaro che un libro che viaggia è un libro che non scade mai. Pubblicato nel 2023, “Cronache da Dinterbild” è il seguito del pluripremiato “Vinpeel degli orizzonti” (Neo 2018).

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Di Peppe Millanta abbiamo recensito anche “La rotta delle nuvole”.

Trama di Cronache da Dinterbild

Il romanzo inizia mettendo subito le cose in chiaro: se prima di leggere “Cronache da Dinterbild” non si conosce “Vinpeel dagli orizzonti” o non si prende l’impegno di leggerlo quanto prima, ci “si assume consapevolmente il rischio di non capirci un’acca”.

Il titolo si rifà alla città immaginaria in cui si svolge il primo romanzo; il momento della storia è quello successivo alla parola fine. Tutte le presentazioni del libro riportano, infatti, che si tratta di uno “sprequel”: un po’ sequel e un po’ prequel. Attraverso l’ascolto delle conchiglie scopriamo il passato dei personaggi che non abitano più nell’isola. Attraverso la storia di Ned e Biton nasce un’altra breve storia dopo la loro partenza.

La chicca: lo spin-off di “Vinpeel degli orizzonti” che è stato a lungo scaricabile dal sito Neo, adesso è inglobato in “Cronache da Dinterbild”.

Recensione

“Cronache da Dinterbild” è un libro arioso e scorrevole, ricco di dialoghi, che sa richiamare tantissimi generi. Ci sono per esempio il nonsense, l’epistolario, la canzone, il flusso di coscienza.

E poi c’è lui, il foglio, che si fa tridimensionale.

Una delle caratteristiche principali di Peppe Millanta è infatti scardinare le convenzioni – in particolare quelle tipografiche – e accomodare il testo attraverso tutto lo spazio. In questo modo il pensiero si sfalda, si sposta, rievoca l’andirivieni delle onde, l’accavallamento delle voci. Ho sempre ammirato questa tentacolarità dell’autore.

“Ned non capiva, ma andava avanti, che è la stessa cosa che si può fare con la vita. La sola cosa che si può fare con la vita”

“Cronache da Dinterbild” procede, più che per capitoli, per conchiglie: è lì dentro che è raccolto il passato di molti dei personaggi che ora sono altrove. Ma sapete cosa? Averli conosciuti conta fino a un certo punto. Il lettore può benissimo sedersi sulla sabbia e ascoltare queste storie accogliendole per quelle che sono: piccoli flash, teneri dolori, abissi di malinconia.

“Vedevo le altre persone guardare le stelle e non capivo come ci riuscissero Non capivo come potevano guardare tutto quello spazio immenso senza sentire di caderci dentro.”

Il Leitmotiv di questo libro è la memoria. Le conchiglie sono fondamentali per la trama, indispensabili per salpare, perché senza memoria non possiamo andare da nessuna parte. Allo stesso tempo, tuttavia, il passato o un sogno può fare da zavorra: finché non lo lasceremo andare, non potremo proseguire.

Tra una clownerie e una scritta all’ingiù, Peppe Millanta sorprende sempre. Quando meno ce lo aspettiamo, arriverà una storia rapida e toccante, rivestita di brillantini; di quelle che ti feriscono ma te ne accorgi solo quando ti vedi sanguinare.

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