“Cuori a spigoli” – Cinzia Bomoll

L’impatto estetico


Voto: 5 stelle / 5

Il primo impatto con il romanzo Cuori a spigoli di Cinzia Bomoll (Ianieri 2019) è di tipo estetico.

L’oggetto-libro è ben confezionato e mira a sedurre (in senso buono) il lettore con una splendida copertina e una grafica accurata. Tenere in mano questo volume dà una certa soddisfazione, perché ti si presenta come libro, a differenza di quanto accade nel caso di altre pubblicazioni. Senza contare la scelta di un carattere tipografico che permette un’ottima leggibilità.

Perché i libri sono anche contenitori ed è importante come il contenitore si presenta.

La parte strutturale di Cuori a spigoli

copertina cuori a spigoliIl secondo impatto è di tipo strutturale. Sono due le cose che mi hanno colpito in quanto lettore.

La prima è l’utilizzo di una narrazione in seconda persona, che non è frequentissima. L’autrice si rivolge direttamente ai propri personaggi, analizzandone con spietata precisione le esistenze, mettendone a nudo ossessioni e problematiche irrisolte. Diverso invece il discorso riguardante l’ultimo capitolo dove alla seconda persona subentrano la terza e poi la prima. Nel finale, cioè, Cinzia Bomoll dice io.

La seconda è la struttura di Cuori a spigoli. Si tratta di un romanzo a episodi, suddiviso in diciassette capitoli, ognuno dei quali incentrato su un diverso personaggio. L’abilità dell’autrice sta nell’aver congegnato un meccanismo narrativo che collega – in maniera più o meno diretta – ogni personaggio all’altro. Dirò di ognuno di essi il meno possibile, per evitare lo spoiler. Perché le modalità di connessione vanno scoperte leggendo (anche se alcune dovrò purtroppo anticiparle).

In rigoroso ordine di apparizione. Un podologo che ha il vizio di rubare scarpe da donna e vive con una donna senza piedi. La sorella gemella di questo podologo, sfigatissima con gli uomini. Un americano reduce del Vietnam di nome John John. Il gestore di un pub con una faccia da film italiano anni ottanta. Una moldava che lavora come donna delle pulizie. Una donna insoddisfatta perché il marito non le dà più quel che lei vuole.

Una quindicenne praticamente anoressica, ossessionata dall’idea di dimagrire quanto più possibile. Un quarantaquattrenne che tradisce serialmente la fidanzata (soprattutto con le commesse di negozio). La fidanzata del quarantaquattrenne, al quale è attaccata in maniera morbosa (lo considera il senso della sua intera esistenza). Una cinquantenne affermatasi nel campo della medicina legale che preferisce gli uomini morti a quelli vivi. Uno studente ribelle e arrabbiato, figlio di un impresario di pompe funebri.

Una vedova dalla doppia vita: poliziotta di giorno e zoccola specializzata in pratiche sadomaso di notte. Un trans che sta cambiando sesso, segretamente innamorato/a del figlio di un inquilino del suo palazzo. Una scultrice ebrea di cinquantaquattro anni che fuma come una ciminiera. La moglie (incinta) del figlio di questa scultrice. Un’attrice teatrale lesbica in procinto di sostenere un provino. Una truccatrice che ha avuto una storia con l’attrice lesbica.

Epilogo a sorpresa

L’ultimo capitolo ci regala un colpo di scena. Scopriamo infatti che, oltre a essere collegati l’uno all’altro, i protagonisti di questo romanzo sono accomunati da un evento che si è rivelato molto importante per il nostro Paese. Cinzia Bomoll, li passa nuovamente in rassegna evidenziando i riflessi che questo stesso evento ha avuto nelle loro problematiche esistenze.

Alla fine, come accennato, l’autrice prende la parola in prima persona. Perché l’evento cui alludo e che non voglio svelare ha coinvolto anche lei ed è stato determinante nella scelta della copertina.

Cuori a spigoli è stato una piacevolissima sorpresa. Oltre a essere ben scritto e ben congegnato, avvince e mette addosso la voglia di “vedere come va a finire”. Che non è mica poco. Anzi, è tantissimo.

Ringraziamo la casa editrice Ianieri per la copia omaggio.

Cinzia Bomoll, Cuori a spigoli, Pescara, Ianieri Edizioni, 2019.

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