“Dio non abita all’Avana” – Yasmina Khadra


Voto: 4 stelle / 5

“Dio non abita all’Avana” è un libro di Yasmina Khadra (pseudonimo dello scrittore algerino Mohamed Moulessehoul) pubblicato da Sellerio nel 2017 nella traduzione di Marina Di Leo.

Mi chiamo Juan del Monte Jonava e ho cinquantanove anni. Nel mio ambiente sono conosciuto con il soprannome di DON FUEGO perché infiammo il pubblico dei cabaret in cui mi esibisco”

Siamo all’Avana, verso la fine del Regime di Raul Castro e i tempi stanno cambiando.

Anche per Don Fuego la vita sta per cambiare……

Trama di Dio non abita all’Avana

La musica ha sempre fatto parte della vita di Juan del Monte. Figlio di una apprezzatissima corista – “la sirena rossa” per via dei “capelli fiammeggianti che le scendevano fino alle natiche e occhi verdi, lucenti come smeraldi”- e di un padre che “di giorno vivacchiava facendo lavoretti e la sera sgobbava saltuariamente in una balera dove gli davano una paga da fame”, Juan si trova subito catapultato nel mondo del cha-cha e del mambo.

Siamo negli anni Cinquanta e l’Avana pullula di ricchi stranieri che popolano la vita notturna….

All’epoca l’Avana era come in preda a una sbornia perenne, i cabaret vibravano al ritmo del cha-cha, il mambo incantava i vitaioli, e le strade brulicavano di cenciosi trovaderos e soneros alla ricerca di gloria. Mi ricordo di donne in ghingheri e piuttosto brille che uscivano dai night-club ridendo fragorosamente e si facevano caricare su macchine gigantesche; nei casinò dalle insegne rutilanti i ricconi spendevano soldi a palate, e nei quartieri degradati, compreso il più povero di tutti, Santos Suàrez, vedevi ovunque, sulla soglia delle case come sui marciapiedi, nottambuli ispirati che tamburellavano su cassette di merluzzo.”

Don Fuego si esibisce ogni sera al Buena Vista Café, un locale molto alla moda, davanti ad un pubblico che lo osanna e che è pronto a lanciarsi in pista, scatenandosi ai ritmi delle sue canzoni.

E’ stato sposato con Elena, da cui ha divorziato e ha due figli, Ricardo ed Isabel, con i quali ha un difficile e contrastato rapporto.

Tutte le sere, terminato lo spettacolo, va a dormire dalla sorella Serena, che lo ospita nonostante le lamentele del marito Javier.                                           

All’Avana sembra tutto perfetto e invece……

Il Regime di Raul Castro sta finendo e le privatizzazioni si estendono anche alle proprietà del partito: il locale dove si esibisce  Don Fuego, il famoso Buena Vista Café viene ceduto.

Don Fuego “il soffio incendiario dei Caraibi” viene  licenziato.

E’ disperato. Va a bussare a tutte le porte per cercare lavoro in qualche locale, ma nessuno riesce ad aiutarlo. Il suo mondo sta crollando.

Arrabbiato, afflitto e amareggiato, si rifugia, molto spesso, dal suo amico Panchito, uno dei più grandi trombettisti dell’epoca, oramai alcolizzato che vive in una misera capanna con il suo adorato cane Orfeo (alcolizzato, pure lui). E’ a lui che Juan  esprime tutta la sua rabbia e la sua disperazione.

Panchito, però,  lo sprona a reagire.

“Niente è acquisito per sempre, Juan del Monte. Altrimenti non ci sarebbe giustizia né sulla terra, né all’inferno. Ti abitui al tuo tran tran e t’illudi che durerà in eterno. Ma  i giorni sono come le belve: quando credi di averle addomesticate, riscoprono il loro istinto e ti mangiano vivo convinte di stare giocando con te”

Don Fuego passa le notti fuori, non rientra più dalla sorella, nonostante sia pericoloso in quanto c’è un pazzo che massacra gli ubriachi isolati.

In una di questa notti, incontra Mayensi, una giovane donna arrivata dalla campagna con suo fratello, del quale non ha più notizie. La ragazza è solitaria, diffidente, misteriosa ma su Don Juan esercita un fascino particolare.

Per la prima volta, Don Juan prova un sentimento nuovo, lui che ha vissuto solo per la musica….

Da quando ti ho incontrata, ho capito che in me c’è un organo più prezioso delle corde vocali…che con te sono più felice che sul palco di uno stadio gremito di fan…Mayensi….Tu mi hai fatto scoprire le percussioni più belle che esistano: i battiti del mio cuore. Sarei pronto a rinnegare la musica, se me lo chiedessi

Vuole amarla, proteggerla ma Mayensi è una creatura difficile, selvatica.

Nonostante tutto provano a stare insieme. Don Juan trova un nuovo ingaggio, prende in affitto una casa per andare a vivere con Mayensi

Ma una sera…..tutto cambia…..

RECENSIONE

“Dio non abita all’Avana” è un bellissimo romanzo, scritto bene dai dialoghi ben costruiti. Tra le righe si legge la malinconia dei tempi andati, di ciò che è andato perduto.

Yasmina Khadra è bravissimo a descrivere la disperazione di questo uomo che ha vissuto solo per la musica e che al culmine del successo perde tutto.

E dopo questa disperazione, la forza di ricominciare, di rimettersi in gioco, di accettare di vivere un nuovo sentimento, un amore che già dalle prime pagine, sai che non potrà durare….”Ho creduto, ho amato, poi è calato il sipario. Il sacrifico più grande, e forse più legittimo, è quello di sopportare ciò che non puoi impedire, e di continuare ad amare la vita nonostante tutto”.

Bellissime parole con le quali Yasmina Khadra riassume l’amore per la vita, la voglia di andare avanti “nonostante tutto

Tra i personaggi che ho amato molto, il trombettista Panchito con le sue “pillole di saggezza” e il suo adorato cane Orfeo.

Veramente un bel libro, da leggere.

L’autore

Yasmina Khadra, pseudonimo di Mohamed Moulessehoul, è un scrittore molto apprezzato nato in Algeria  che vive a Parigi. Tra i suoi romanzi si segnalano “Quel che il giorno deve alla notte”, “Gli angeli muoiono delle nostre ferite”, ”L’attentato”.

Annalisa Giambiasi

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