“Donne, Madonne, mercanti e cavalieri” – Alessandro Barbero


Voto: 4 stelle / 5

Chi erano, come pensavano, come vedevano il mondo gli uomini e donne del Medioevo?

Se c’è una caratteristica che introduce immediatamente il Medioevo è l’idea che si tratti di un’epoca buia e retrograda. “Donne, Madonne, mercanti e cavalieri” (Economica Laterza 2013) raccoglie i testi delle lezioni tenute da Alessandro Barbero al Festival della mente di Sarzana. Lo scrittore vuole sconfiggere i luoghi comuni sull’epoca, mostrare la mentalità medievale dando voce a sei personaggi. Dello stesso autore abbiamo recensito anche “Federico il Grande”.

Trama di Donne, Madonne, mercanti e cavalieri

Il saggio tratta rispettivamente delle biografie del frate Salimbene da Parma (1221-1288), il mercante fiorentino Dino Compagni (1255-1324), il cavaliere Jean de Joinville (1224-1317), Caterina da Siena (1347-1380), Christine de Pizan la prima donna a concepirsi come scrittrice professionalizzata (1365-1430) e Giovanna d’Arco (1412-1431).

Perché l’autore ci presenta proprio queste personalità? Qual è il trait d’union che le unisce? Sicuramente la spavalderia e la volontà di inseguire i propri obiettivi a qualunque costo.

Recensione

Lo storico Giuseppe Sergi ha illustrato come per effetto della deformazione prospettica si vede e si comprende più nitidamente ciò che è vicino nel tempo; la nostra mente, agendo da lente, riesce a vedere persino i dettagli minutissimi. Se però guardiamo verso avvenimenti cronologicamente molto lontani avremo una visione sfocata, schematizzeremo e ricostruiremo superficialmente anziché indagare a fondo.

Dunque, perché leggere “Donne, Madonne, mercanti e cavalieri”? La lettura si presenta molto scorrevole e divertente, supportata da una serie di aneddoti; c’è interesse nel mostrare la psicologia ed il lato umano dei personaggi, le loro emozioni, i loro vizi. Lo stile è colloquiale, una sorta di chiacchierata che può stimolare la lettura di altri testi sul Medioevo; la scorrevolezza del testo permette di immedesimarsi nei protagonisti. Inoltre si tratta di un’opera breve dal costo esiguo.

Sconsiglio un approccio mirato a imparare precisi eventi storici, i quali si possono trovare sui classici manuali di storia medievale. L’assenza di precise fonti denota come non sia stato concepito come libro per cultori della materia, piuttosto per un largo pubblico.

Martina Polidori

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