Murakami Haruki, nato a Kyoto nel 1949 e Banana Yoshimoto, nata a Tokyo nel 1964, sono gli autori giapponesi diventati cult in Italia. Il romanzo “1Q84” è il primo di una trilogia apparsa in Giappone tra il 2009 e il 2010 e salutata sia da critica sia dal pubblico come il capolavoro dello scrittore giapponese. Vi parliamo dei libri 1 e 2. Dello stesso autore abbiamo recensito anche “After dark”, “Kafka sulla spiaggia”, “L’arte di correre”, “Norvegian wood“, “A sud del confine, a ovest del sole” e “L’incolore Tazaki Tsuruku e i suoi anni di pellegrinaggio”.
Trama di 1Q84 (libri 1 e 2)
“1Q84” racconta una storia d’amore sospesa tra realtà e sogno, come emerge dall’incipit in cui si intrecciano elementi realistici e fantastici. Il risultato è uno slittamento progressivo dal reale al surreale: il lettore insieme alla protagonista Aomame farà un viaggio in un mondo parallelo. Il paese delle meraviglie di questa novella Alice è il Giappone moderno e globalizzato che nella cultura e nel costume occidentale trova i suoi principali punti di riferimento. Pertanto il testo segna una frattura generazionale. L’Occidente diverso e perturbante, infatti, pervadendo ed invadendo l’immaginario dei giovani è diventato parte della loro identità.
L’incipit
Un incipit in medias res introduce il lettore in una situazione di banale quotidianità: un taxi è intrappolato nel traffico della tangenziale di Tokyio, la passeggera Aomame sta andando a un importante appuntamento di lavoro. I due iniziano a scambiare quattro chiacchiere fino a quando il tassista propone all’affascinante passeggera una soluzione d’emergenza per tirarsi fuori dall’impiccio. La donna accetta la proposta e si congeda dal tassista che la saluta con parole sibilline.
“Le cose sono diverse da come appaiono (…) non si lasci ingannare dalle apparenze. La realtà è sempre una sola”
Il lettore, però, non fatica a percepire alcune anomalie. Per esempio l’ingorgo è inusuale. Per esempio “quello non era un taxi comune” per qualità di sedili e rivestimenti, per l’isolamento acustico da “studio di registrazione perfettamente insonorizzato”. Per esempio per la scelta di Janáček come musica di sottofondo. Per esempio per la mancanza della targhetta di immatricolazione che suggerisce si tratti di un taxi abusivo e per l’allusiva solennità con cui il conducente si esprime suscitando disagio nella donna.
Recensione
Il titolo “1Q84” contiene un esplicito omaggio a Orwell. Ma cosa c’entra la “Q”? Le ragioni del titolo sono spiegate dopo un centinaio di pagine.
“Anno 1Q84. Ecco d’ora in poi lo chiamerò così decise Aomame. Q è la Q del question mark, il punto interrogativo. (…) Che mi piaccia o no, adesso mi trovo in questo anno 1Q84. Il 1984 che conoscevo non esiste più da nessuna parte”.
Benché non sia un amante del fantasy, mi sono fatta docilmente trasportare nell’altro orizzonte proposto da Murakami analogo a quello proposto da Tolkien nella saga sulla “Terra di mezzo”. L’impostazione cinematografica regala ritmo, l’accuratezza delle descrizioni favorisce una lettura immersiva. Ma dagli abissi narrativi di Murakami non avrei più voluto risalire. Un romanzo di spessore e di piacevole lettura. Un connubio non facile.