“Dream world” – Pietro Nuzzo


Voto: 3 stelle / 5

“Dream world” è un horror weird di Pietro Nuzzo, pubblicato da Nep Edizioni a febbraio 2025.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Trama di Dream World

Michael è da poco un addetto alla manutenzione del parco, le regole ferree del posto vietano ai dipendenti di lavorare da soli. Tuttavia si rende conto da subito che qualcosa, lì dentro, non funziona; come se una maledizione seminasse morte e orrore tra lavoratori e visitatori. Nessuno cerca di risolvere il problema, anzi, gli episodi vengono insabbiati. Ma perché? E, soprattutto, cosa succede realmente nelle stanze misteriose del parco? Cos’è che trasforma quel luogo in una trappola mortale?

Michael cercherà di rispondere a queste domande. Ci riuscirà?

Recensione

Ho voluto tentare la strada dell’horror weird, ma non avendo uno spiccato senso dell’orientamento… mi sono persa. Però, talvolta, perdendosi si capiscono molte cose: ho capito che il genere weird non fa per me. 

Sempre che si tratti di genere weird. Di stranezze, nel parco a tema Dream World, ce ne sono a palate. Mascotte che non riescono a sfilarsi i costumi e ci si spappolano dentro tra atroci sofferenze, bambini che salgono su ascensori senza fare mai più ritorno, attrazioni che uccidono (non a causa di malfunzionamenti o incidenti, no. Nulla di così banale).

Ho letto tantissimi horror, è un genere che amo molto, a dire il vero non mi inquieta particolarmente, però devono esserci situazioni un po’ oscure e tenebrose che mi fanno avvertire quel brividino, che mi tengono, per un attimo, col fiato sospeso. Quelle scene in cui dico: “uhddioooo e adesso?!”.

Ecco, purtroppo qui non ne ho trovate. Probabilmente perché ha dello splatter, non dettagliato (che, comunque, non mi avrebbe dato fastidio, non sono una schizzinosa), ma comunque esplicito, c’è, e c’è spesso. Masse informi di carne e di mucose, esseri umani deformi non sono cose che ritengo inquietanti, è sicuramente un limite mio. Preferisco degli aspetti più sottili, più “subdoli” se si capisce cosa intendo, qualcosa che lavora più a livello mentale.

Magari c’è a chi piacciono gli aspetti forti, io preferisco scelte meno impattanti, trovo che le stranezze splatter siano uno stratagemma troppo semplice da usare per impressionare. Infatti non mi impressionano, sono troppo assurde e smaccate per farlo, e io, in un horror, voglio un po’ di impressione. (Anche se poi non sortisce nessun effetto collaterale, se non nell’immediato. Chiuso il libro sono soddisfatta e dormo tranquilla.)

Detto questo, il racconto lungo Dream World affronta il tema della solitudine, non l’avevo capito subito, sono dovuta arrivare quasi a fine libro per averne certezza, perché, trattandosi appunto di un racconto, certi aspetti non sono subito chiari; è più centrato sulla descrizione delle mostruosità che assediano il parco di divertimenti. Che poi, un parco è un luogo ideale per un horror, un luogo dove incontrare e sconfiggere i propri mostri.

Ecco, se fosse stata una narrazione un po’ più lunga sicuramente avrebbe potuto essere approfondito questo aspetto, avrei decisamente apprezzato. Il punto forte è il finale, che riprende l’inizio in una sorta di circolarità che sembra senza scampo.

Complimenti all’autore per lo stile: padroneggia molto bene il linguaggio, per quello all’inizio scrivevo che non gli serve lo splatter per impressionare. Con la capacità stilistica che ha potrebbe raccontare qualsiasi cosa.

Chiara Carnio

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