“Eroi e sangue nella Roma antica. La fine della Repubblica” – Irene Salvatori


Voto: 3 stelle e mezzo / 5

In “Eroi e sangue nella Roma Antica” (Haiku edizioni 2018) Irene Salvatori ci racconta un secolo di storia romana, il periodo tra il 133 e il 44 a.C. Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale in omaggio. Consigliato agli amanti della storia.

Trama di Eroi e sangue nella Roma antica

Irene Salvatori è appassionata di storia sin da bambina, questa passione è la protagonista assoluta di questa mappa storica che, come lei sottolinea, non vuol essere un saggio, ma un libro di divulgazione. Da Scipione l’Africano, i fratelli Gracchi e il loro sacrificio per la riforma agraria, passando per Mario e Silla, Catilina, Marco Antonio e Cicerone, ci fa arrivare al 44, anno dell’assassinio di Giulio Cesare, cui seguirà l’avvento dell’età augustea.

Recensione

“Eroi e sangue nella Roma antica” è una ricostruzione dettagliata degli accadimenti che i libri di storia ci forniscono in sintesi. Dove questi riportano date e luoghi di battaglie divenuti teatri di conquiste, l’autrice analizza il contesto socio-politico e le cause che hanno portato a quello scontro. Ci ricorda che “la storia la scrive chi vince”, però per ogni vittoria conseguita ci sono, allora come oggi, intere generazioni spazzate via con i loro sogni mai realizzati.

Il tono della narrazione è molto colloquiale, anche nelle pagine (poche!) in cui ho seguito con difficoltà il filo del discorso non riuscendo a comprendere l’intento narrativo, è stato capace di non farmi perdere la concentrazione. Ho avuto l’impressione di parlare con un’amica o con una professoressa di storia che ama il suo lavoro e lo fa amare anche a me.

“Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”

(George Santayana, nella prefazione di Luigi Ciuti)

Irene Salvatori non si limita a presentare una cronaca, ma mette in discussione la storia come è sempre stata raccontata, è questo uno degli aspetti che ho trovato più interessanti. Il libro è una cronaca storica con annessa interpretazione: troviamo date e nomi che un po’ già conosciamo e tante risposte alle domande che lei si è posta. Ci invita a tenere sempre a mente che quando non ci sono più testimoni di un avvenimento, di un periodo storico, questo può essere ricostruito solo attingendo le fonti, ma può uno storico raccontare i fatti senza condizionamenti da parte di chi governa? Può riportare quanto accaduto senza che la sua narrazione modifichi gli eventi riportando un solo punto di vista? Anche oggi del resto, mentre viviamo il nostro tempo, abbiamo informazioni su ciò che realmente accade scevre di condizionamenti da chi controlla questo o quel giornale?

Confrontare le fonti e soffermarsi sulle differenze: questo è il consiglio dell’autrice per avere un quadro storico obiettivo ma personale.

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