Quante volte abbiamo usato il termine “controcorrente” per definire un artista: è l´aggettivo più giusto per descrivere Luigi Tenco. “Forse non sarà domani”, che prende a titolo il verso di una delle sue più celebri canzoni, è anche il titolo del libro scritto a 4 mani da Mario Campanella e Gaspare Palmieri pubblicato da Arcana nel 2017.
Trama di Forse non sarà domani
Il testo si divide in due parti: la prima, più descrittiva, è il racconto in prima persona della nascita di alcune canzoni, non solo le più belle e celebri, ma anche di quelle meno conosciute: è la voce dello stesso Tenco a spiegare il significato dei testi.
La seconda parte del libro ha un’impronta più scientifica e, alla luce dei vissuti del cantante, tenta di dare una spiegazione al tragico epilogo della sua vita.
Vengono raccontati episodi della vita di Luigi, a partire dalla nascita nel piccolo paese contadino in Piemonte, all´assenza del padre biologico, alla perdita prematura di quello che si prese cura di lui, al rapporto con la madre, fino ai suoi studi mai completati, al suo impegno politico e al suo ingresso nel mondo della musica.
Recensione
In un contesto musicale in cui dominano la voglia di divertirsi e le canzonette , i testi e le sonoritá eleganti di Tenco non sempre vengono compresi e apprezzati: prevale l´immagine di un uomo triste, poco incline al sorriso e tormentato da problemi esistenziali. Negli anni ´60, all’indomani della guerra, in un periodo in cui impera la rinascita e la voglia di spensieratezza, un cantautore come lui che parla di sentimenti con malinconia, che affronta importanti temi sociali non può che essere considerato tale.
Leggendo con attenzione i testi di Tenco si scoprono autentici componimenti poetici, sia nei contenuti mai banali e ripetitivi, sia nello stile ricercato e nel linguaggio. Quella che all´apparenza può sembrare malinconia , mal di vivere , lascia sempre uno spiraglio anche se forse non sará domani, verso un futuro migliore.
Futuro che per il giovane Luigi si è interrotto prematuramente dopo l´eliminazione della sua canzone dal Festival di Sanremo. Tanti sono gli interrogativi e i dubbi riguardo al biglietto di addio lasciato dal cantante. Vero è che per un uomo di un animo profondo e di un serio rigore morale vedere la propria canzone con un testo impegnato e intriso di significato surclassata da canzonette commerciali possa aver causato una delusione incolmabile.
Come spesso accade ai grandi artisti, solo dopo la loro scomparsa se ne scoprono la grandezza e il valore: così é stato anche per Luigi Tenco e per la sua poesia profonda, elegante, per il suo sguardo impegnato e autentico verso il mondo e verso l´essere umano.
Guardare ogni giorno
Se piove o c’è il sole
Per saper se domani
Si vive o si muore
Così recita un verso di una sua celebre canzone, e in poche parole esprime tutto il malessere di chi non ha certezza e non può contare su nessuna sicurezza sul proprio lavoro, la cui riuscita non dipende solo dall´impegno ma da fattori non controllabili dall´uomo.
Pensando a lui, il giorno del suo funerale , Fabrizio de André suo amico ed esponente come lui della preziosa scuola di cantautorato genovese, compose la meravigliosa canzone “Preghiera in gennaio“.