“Gens Arcana” – Cecilia Randall


Voto: 5 stelle / 5

“S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempesterei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei”.
(Cecco Angiolieri)

È con questa onorevole citazione che Cecilia Randall introduce il prologo di “Gens Arcana”. In Italia il romanzo è pubblicato da Giunti.


Trama di Gens arcana

gens-arcanaFirenze, 1478: il giovane Valiano de’ Nieri, dopo essere stato cacciato dalla sua famiglia perché deciso a non seguire il destino scritto per lui, è costretto ad una fuga costante attraverso città e campi.

Tutti sanno, però, che dal fato non si può fuggire a lungo. Il nostro protagonista, braccato da nemici umani e non, dovrà fare i conti proprio con quella stessa sorte a cui pensa di aver voltato le spalle ormai da tempo.

Nonostante abbia rifiutato la primogenitura che l’avrebbe messo a capo della “gens arcana”, la stirpe segreta padrona da tempo immemore della “quinta essentia” (l’etere), il quinto elemento attraverso cui possono essere controllati gli altri quattro e che fornisce una potenza sconfinata, Valiano dovrà fronteggiare il tradimento che ha colpito la sua famiglia e che rischia di imperversare nelle vie della città.

Recensione

Se questo libro potesse essere descritto da un solo termine, questo sarebbe di certo “impetuoso”.
Impetuoso è, infatti, il susseguirsi degli avvenimenti che, dopo aver inquadrato la vicenda e i personaggi principali, imperversano su di essi in maniera quasi catastrofica, accentuando e aggiungendo pathos alla rocambolesca fuga a cui essi sono costretti.

La Randall è riuscita a fondere insieme storia nostrana e racconto fantastico in un connubio perfetto di realismo e fantasia ai confini del verosimile, dove gli eventi storici della famiglia de’ Medici sono contemporaneamente intrecciati alle stravaganti avventure del protagonista. È da apprezzare, inoltre, la ricchezza dei dettagli con cui vengono descritti ambienti e personaggi, proponendo così una visione a tutto tondo, grazie alla quale è possibile scorgere le mille sfaccettature che caratterizzano il carattere e il passato di ciascuno di essi (è obbligatorio accennare al personaggio di Manente, un uomo d’acciaio che sotto la sua armatura di sarcasmo nasconde le sofferenze di un passato travagliato).

Nonostante la mole del volume la lettura è piacevole, anche perché viene alleggerita da una costante ironia capace di strappare al lettore un sorriso. Semplicemente fantastico!

Rosalinda Ventimiglia

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