“God Sigma”: combatte fra le stelle con gli Heldiani

“God Sigma, l’imperatore dello spazio” è un’occasione mancata. Perché l’animazione e i disegni non sono il massimo: su 50 episodi (gli ultimi due dei quali inediti in Italia) se ne salvano davvero pochi.

God Sigma: l’unione di tre robot

God Sigma è un robottone componibile. A unirsi sono tre robot. Il primo è Tuono, nero e rosso, concepito per i combattimenti aerei. Lo pilota Toshiya, originario di Joa, satellite di Giove colonizzato dai terrestri. Indossa una tuta bianca con striature rosse ed è il leader della squadra. Il secondo è Nettuno, specializzato negli scontri subacquei. Di colore blu, lo guida Noguchi, un cervellone cinico che indossa un’uniforme bianca con striature blu. Sembra insensibile, ma in realtà sa nascondere bene i propri sentimenti. Infine, ecco Terremoto, giallo, che combatte a terra e nel sottosuolo. Il pilota è Kiraken, pure lui di Joa. È un tipo irruento e impulsivo. Le striature della sua tuta sono gialle.

Il robottone diventa operativo nel terzo episodio. Tuono funziona da corpo centrale. Nettuno diventa la gamba destra, mentre Terremoto è quella sinistra. Dalla base, inoltre, viene inviata l’Ala di Trinity, che s’incastra nel petto di Tuono. Toshiya grida la formula di rito: “Formazione God Sigma!”, seguita da “God Sigma!” detto in coro.

Inizialmente non c’è alcun attacco finale. La conclusione del duello viene affidata alla solita spada, estratta dal dorso del robot. Il suo nome è Spada Laser, e non si capisce come mai, visto che di laser non c’è neppure l’ombra. Colpo Mortale è il fendente assestato da Toshiya a conclusione dello scontro. Durante i primi combattimenti Toshiya utilizza solo quella. Le altre armi, che non sono poi molte, arrivano a partire dal sesto episodio.

Dall’episodio numero 28, s’introduce il colpo di grazia, chiamato Scudo Sigma. Dalle ali di God Sigma partono due raggi a formare, appunto, una gigantesca lettera sigma, scagliata contro i mostri nemici – i Cosmosauri – che si paralizzano, ricoprendosi di una curiosa poltiglia. Dopo di che, entra in azione la spada.

Gli invasori provengono dalla stella Helda. I pezzi grossi sono tre. In cima c’è il Generalissimo Terral, comandante supremo delle forze d’invasione. Nasconde un segreto. Sotto di lui troviamo l’impulsivo comandante Litz, ufficiale dell’esercito. È lui che lancia i Cosmosauri contro God Sigma. Odia i terrestri, specie da quando gli uccidono il fratello Gamuro durante un combattimento. Infine c’è Jira, ufficiale femminile. È l’ideatrice dei vari mostri. I due sono naturalmente in forte competizione l’uno con l’altra.

Un’emergenza planetaria

La vicenda è inserita in un contesto di emergenza planetaria. Nel 2050 la Terra ha raggiunto un impensabile sviluppo scientifico e tecnologico. Però deve fare i conti con problemini come la sovrappopolazione e la conseguente crisi energetica. Ci pensa il Dottor Kazami, scienziato di fama mondiale che vive a Trinity City, immensa isola artificiale situata in mezzo all’oceano. Dirige la Trinity University e l’Istituto Robotico. Scopre la cosiddetta Energia Trinity (o Triplice Energia), pulita nonché duratura: «non è nucleare. È un tipo di energia estratta dalla tensione di quattro dimensioni». Il che la rende 10.000 volte più potente di una bomba atomica.

La cosa fa gola agli Heldiani. Per impadronirsene, conquistano Joa, distruggendone l’avamposto terrestre e sterminandone i coloni, genitori di Toshiya e Kiraken compresi. Dopo di che, sguinzagliano un Cosmosauro contro Trinity City. Di fronte all’emergenza, a Kazami non resta che utilizzare Tuono, Nettuno e Terremoto. A dire il vero, i tre robot, alimentati dalla nuova fonte energetica, erano stati realizzati per tutt’altre finalità, tipo l’esplorazione dello spazio. È giocoforza cambiarne la destinazione d’uso. Come piloti vengono mobilitati l’ingegnere Julian Noguchi (assistente di Kazami), Toshiya e Kiraken. Fra loro deve però esserci un’intesa perfetta. Come dice Kazami, la cosa più importante è la collaborazione 

«Solo quando i cuori vostri e dei tre robot sono uniti si può formare God Sigma».

Attorno a loro gravitano alcuni personaggi secondari. C’è Rie, l’assistente di Kazami. Ha un debole per Toshiya, che non se la fila più che tanto. Ha anche un fratellino. Si chiama Shota ed è un autentico rompiscatole. Compare nel quinto episodio: la sua specialità è combinare guai e lasciare che siano gli adulti a metterci la solita pezza. Però è anche un mezzo genio dell’elettronica. Saki, l’orfanella bionda che entra nel cast a quota 11, è la sua amichetta del cuore. La superficiale Minako, che indossa sempre gli stessi abiti succinti, è la rivale di Rie in amore. Il padre è un certo signor Martino, milionario dall’improbabile nome italiano. Personaggio poco limpido, ambiguo. È il finanziatore della città di Trinity. La sua avidità creerà parecchi problemi ai protagonisti, ma avrà modo di riscattarsi, sacrificando la propria vita.

Una svolta nella vicenda

Gli Heldiani attaccano e i terrestri si difendono. Niente di clamoroso, né di insolito. Però qualche colpo di scena c’è. E il primo è bello croccante. Nel quindicesimo episodio scopriamo che Terral in realtà è una donna nel corpo di un uomo. Mi spiego. Il Generalissimo è morto in battaglia tempo prima. Tramite una sofisticata apparecchiatura, la sua fidanzata Lara ha trasferito la propria anima nel corpo dell’amato. Ha dovuto camuffare la voce femminile, che ogni tanto le scappa fuori.

Nell’episodio numero 27, invece, scendono in campo gli Heldiani del futuro. Provengono dall’anno 2300. Il loro intervento è stato autorizzato dal Consiglio degli Anziani a causa degli scarsi risultati ottenuti da Terral. Possiedono Cosmosauri molto più potenti e sono del tutto privi di scrupoli. Il capo è il Comandante Lagan, coadiuvato dai fidi sottoposti Dalton e Mes (lo scienziato). Invadono Joa, sterminando soldati di Helda e quant’altro. Poi depongono i loro predecessori. Come se non bastasse, riescono a spezzare la Spada Laser di God Sigma, che a questo punto viene potenziato e dotato dello Scudo Sigma. L’unica buona notizia arriva nel trentaquattresimo episodio: il padre di Toshiya è ancora vivo, e sta facendo di tutto per restare tale.

Nel frattempo, Terral si oppone a Lagan: per lui la priorità è impadronirsi dell’Energia di Trinity evitando inutili carneficine. All’altro non importa. Gli piace far fuori la gente. Tanto è vero che uccide Litz e Jira. L’ex Generalissimo, gravemente ferito, riesce a fuggire sulla Terra. Alla base di Trinity City trova rifugio e cure. E svela il proprio segreto a Toshiya: anche lui viene dall’anno 2300. L’energia di Trinity gli serve per tornare nel futuro e sconfiggere i terrestri. I discendenti della Terra, infatti, distruggeranno il pacifico pianeta Helda e altri pianeti, senza che questi abbiano fatto nulla per meritarlo. Il pilota, allora, dichiara sdegnato che se il suo mondo attaccherà ingiustamente gli heldiani, aiuterà Terral. Il quale passa definitivamente dalla parte dei buoni.

Nell’episodio numero 38 Kazami, senza alcuna ragione plausibile, impazzisce, assumendo tutte le caratteristiche dello “scienziato pazzo”. Diventa cinico, inflessibile, spietato. Non gliene frega più nulla della Missione. La sua mente delira, dominata com’è da un solo pensiero: scoprire il segreto dei viaggi nel tempo. A questo scopo, tortura crudelmente Terral. Toshiya e gli altri sono stupefatti.

Lo scontro, comunque, si sposta nello spazio. La base di Trinity può volare, e parte per Joa. Da questo momento, Kazami, fortemente contrario al viaggio, si isola. Rimane sulla base, ma si fa gli affaracci suoi. Fino a quando non arriva addirittura a proporre un baratto a Lagan: la Triplice Energia in cambio delle conoscenze scientifiche dell’anno 2300. La trattativa (per fortuna) non riesce, e Kazami muore, ucciso da un heldiano. Non c’è tempo per piangerlo: lo scontro decisivo si avvicina.

Un finale aperto

Si va in scena su Joa. Negli ultimi due episodi, mai tradotti in italiano, assistiamo a un’ecatombe. Muoiono Terral, il padre di Toshiya, Mes e Lagan (Dalton ha tolto il disturbo a quota 48). La guerra è finita. Si procede alla ricostruzione della colonia. E il protagonista prende una decisione: saluta tutti quanti, sale a bordo di God Sigma (a quanto pare, può pilotarlo anche da solo) e, servendosi della macchina del tempo, parte per il XXIV secolo. Deve onorare la promessa fatta a Terral: impedire lo scoppio di una guerra interstellare fra Heldiani e Terrestri.

Il tema centrale di questa serie sembra essere la fragilità del confine tra bene e male. Gli Heldiani, in fondo, combattono per prevenire il futuro e ingiustificato attacco dei terrestri. Terral mostra di avere uno spiccato senso dell’onore rispetto a Lagan, per il quale ogni mezzo è lecito pur di vincere.

Quanto all’improvvisa – e inverosimile – metamorfosi di Kazami, essa sembra l’ennesima esortazione a non abusare della scienza. Chi si affida incondizionatamente a essa, assumendola quale unica chiave di lettura della realtà, rischia di rimanerne vittima. Lo scienziato si comporta quasi ne fosse posseduto. Rinnega i sentimenti, e tutto ciò che devia dal percorso scientifico.

C’è poi la questione dei viaggi temporali, con tutto quello che essi comportano: gli inevitabili paradossi, ma soprattutto la loro fattibilità. Quelli che permettono di tornare nel passato si possono pure considerare plausibili. Ma come poter andare nel futuro, tempo che ancora non esiste?

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