
Nella splendida cornice della villa della Falconaia una sera d’estate si consuma il duplice efferato omicidio di Esther Bonarrigo e di Jacopo Corti, suo presunto amante. Il primo indagato è il marito di lei, Daniel, proprietario della villa e di un piccolo impero commerciale – le numerose trattorie di Italian food per cui la famiglia Bonarrigo è conosciuta e stimata ben oltre i confini italiani.
Trama de I giorni del giudizio
Tutto cospira contro Daniel: il tradimento da cui sarebbe scaturito un gesto di folle gelosia; il fatto che si è trovato per primo, quella sera, sulla scena del delitto, rientrato in villa in anticipo su ogni previsione; il ritrovamento dei suoi abiti macchiati di sangue…Com’è possibile che non sia lui il colpevole?
Questo il difficile compito assegnato al collegio giudicante: valutare fatti, circostanze, testimonianze senza lasciarsi sopraffare da fattori emotivi, o sociali o pregiudizi di sorta, per giungere alla formulazione della sentenza.
Ma chi sono i giudici che il caso ha voluto riunire in corte d’assise nel processo Bonarrigo?
Per prima ci viene presentata Emma, la bella ma non più giovane proprietaria di una raffinata boutique del centro di Viareggio; su consiglio di Paolo, l’amico-amante dal passato vagamente torbido, cercherà di trarre qualche vantaggio da questo inaspettato scherzo della sorte…
Poi è la volta di Serena, una ragazza dall’aria dimessa, insicura, apparentemente passiva e rassegnata di fronte alle sfortunate vicende della sua vita.
Terenzio è invece un sessantenne dall’aria insolente e polemica: da poco pensionato – è stato per trent’anni infermiere – vanta una certa esperienza di vita, e nutre un’innata diffidenza verso chiunque.
Alla categoria dei nerd sembra invece appartenere Malcom, che a trent’anni suonati sfoggia i capelli colorati di blu e si atteggia come un adolescente trasandato; apparentemente distratto e disinteressato, osserva tutto e tutti con attenzione…
Iris ha circa cinquant’anni ed è impiegata in biblioteca: femminista, ecologista, socialmente impegnata, con la sua forte personalità sembra l’ideale complementare di Emma…
Su Ahmed sembra invece che un dio crudele abbia voluto abbattere le circostanze più sfavorevoli: extracomunitario – anche se dopo tanti anni ha ottenuto la cittadinanza italiana – dopo un lungo periodo di relativa stabilità economica, con la crisi si è ritrovato a lavorare in condizioni contrattuali da fame; vive in uno squallido appartamento abitato da criminali e spacciatori…
Questi i giudici popolari.
Ci sono poi i giudici togati, magistrati esperti che di volta in volta chiariscono e illustrano le norme processuali, invitando i loro colleghi “laici” ad una valutazione oggettiva e non inquinata da pregiudizi su fatti e persone: la Dott.ssa Nicola, la cui età e la cui funzione di Presidente sembrano conferirle un’aria severa e insieme competente; e il Dott.Fassi, dall’aria più mite e condiscendente, ma non meno vigile e preparato della sua collega.
Nel corso del processo i giudici popolari impareranno a conoscersi attraverso il confronto di opinioni e osservazioni, e a conoscere se stessi; dovranno inoltre procedere nell’esame dei fatti che sono stati chiamati a giudicare, e fare i conti con una improvvisa popolarità che, data in pasto ai social, potrebbero non saper gestire…
I fatti della Falconaia saranno lo spunto per rivedere, attraverso la filigrana di una storia più misteriosa e densa d’ombre, le loro stesse storie, certamente meno sanguinose, ma non prive di angoli oscuri e di errori d’orgoglio, cinismo o superficialità. La frequentazione quotidiana, la naturale diffidenza, il timore di essere stigmatizzati, giudicati, e insieme il bisogno di comunicare, di farsi accettare, diventeranno i fattori di una dinamica complessa e fluida dei rapporti interni, che potranno definirsi solo attraverso la conoscenza reciproca, il rispetto e la comprensione umana.

Giampaolo Simi
Perché giudicare gli altri comporta, necessariamente, un giudizio su noi stessi… per contiguità, per contrasto, per vicinanza sociale, o culturale o emotiva; e nessuno di questi giudici sfugge al confronto serrato e doloroso con sé, con le proprie contraddizioni, e con i propri fallimenti.
Sullo sfondo, la storia della famiglia Bonarrigo, della sua irresistibile ascesa economica: non un isolato fenomeno economico, ma una parabola che si inserisce nel vortice dei processi globali che nell’ultimo ventennio hanno trasformato il mondo intero, portando l’economia delocalizzata, “selvaggia”, e la sua espansione a punti di non ritorno: la crisi del “sistema Bonarrigo”, determinata dalla possibile condanna di Daniel, potrebbe diventare uno tsunami, con la chiusura dei ristoranti e la miseria di tanti dipendenti…Anche di questo sembrano doversi preoccupare i giudici popolari, assediati dal gossip virale, dal ricatto morale della gogna mediatica e in ultimo dai dipendenti della grande azienda, in ansia per il loro futuro.
Ma, come in ogni giallo che si rispetti, anche questo sono disseminati indizi e dettagli che, a dispetto dei tanti, troppi e troppo facili pregiudizi, conducono a verità ben nascoste e più complesse rispetto ai chiassosi slogan di innocentisti e colpevolisti. E se il caso ha voluto far incontrare i sei giudici e giocare con le loro insicurezze, ora stringendoli, ora mettendoli l’uno contro l’altro, sarà ancora il caso a mostrare la via della verità dei fatti.
Recensione
Il romanzo è molto ben costruito sul piano narrativo, e pur seguendo la linea della narrazione classica e di un realismo discreto, gioca in maniera molto sapiente con la variabilità dei punti di vista dei sei personaggi principali, a cui è affidato il compito di osservare, analizzare e cercar di comprendere la verità.
Il tono della narrazione è animato da una leggera ironia, e raramente lo scrittore indugia su particolari macabri o crudeli, privilegiando piuttosto l’analisi psicologica, e inserendo note di costume che definiscono e inquadrano in maniera puntuale e pungente il contesto (penso al lusso esibito della Falconaia o alla pacchiana birreria “tedesca” in cui lavora Serena, i cui camerieri sono costretti a vestirsi con ridicoli costumi tipici bavaresi).
Un bel romanzo, ben scritto, scorrevolissimo; denso di spunti e di situazioni di grande attualità, che ci fa riflettere, tra un sorriso e una punta d’amarezza, sull’Italia e sugli italiani dei nostri giorni.
Esmeralda
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