“I giorni del giudizio” – Giampaolo Simi


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Nella splendida cornice della villa della Falconaia una sera d’estate si consuma il duplice efferato omicidio di Esther Bonarrigo e di Jacopo Corti, suo presunto amante. Il primo indagato è il marito di lei, Daniel, proprietario della villa e di un piccolo impero commerciale – le numerose trattorie di Italian food per cui la famiglia Bonarrigo è conosciuta e stimata ben oltre i confini italiani.


Trama de I giorni del giudizio

Tutto cospira contro Daniel: il tradimento da cui sarebbe scaturito un gesto di folle gelosia; il fatto che si è trovato per primo, quella sera, sulla scena del delitto, rientrato in villa in anticipo su ogni previsione; il ritrovamento dei suoi abiti macchiati di sangue…Com’è possibile che non sia lui il colpevole?

Questo il difficile compito assegnato al collegio giudicante: valutare fatti, circostanze, testimonianze senza lasciarsi sopraffare da fattori emotivi, o sociali o pregiudizi di sorta, per giungere alla formulazione della sentenza.

Ma chi sono i giudici che il caso ha voluto riunire in corte d’assise nel processo Bonarrigo?

giampaolo-simi Per prima ci viene presentata Emma, la bella ma non più giovane proprietaria di una raffinata boutique del centro di Viareggio; su consiglio di Paolo, l’amico-amante dal passato vagamente torbido, cercherà di trarre qualche vantaggio da questo inaspettato scherzo della sorte…

Poi è la volta di Serena, una ragazza dall’aria dimessa, insicura, apparentemente passiva e rassegnata di fronte alle sfortunate vicende della sua vita.

Terenzio è invece un sessantenne dall’aria insolente e polemica: da poco pensionato – è stato per trent’anni infermiere – vanta una certa esperienza di vita, e nutre un’innata diffidenza verso chiunque.

Alla categoria dei nerd sembra invece appartenere Malcom, che a trent’anni suonati sfoggia i capelli colorati di blu e si atteggia come un adolescente trasandato; apparentemente distratto e disinteressato, osserva tutto e tutti con attenzione…

Iris ha circa cinquant’anni ed è impiegata in biblioteca: femminista, ecologista, socialmente impegnata, con la sua forte personalità sembra l’ideale complementare di Emma…

Su Ahmed sembra invece che un dio crudele abbia voluto abbattere le circostanze più sfavorevoli: extracomunitario – anche se dopo tanti anni ha ottenuto la cittadinanza italiana – dopo un lungo periodo di relativa stabilità economica, con la crisi si è ritrovato a lavorare in condizioni contrattuali da fame; vive in uno squallido appartamento abitato da criminali e spacciatori…

Questi i giudici popolari.

Ci sono poi i giudici togati, magistrati esperti che di volta in volta chiariscono e illustrano le norme processuali, invitando i loro colleghi “laici” ad una valutazione oggettiva e non inquinata da pregiudizi su fatti e persone: la Dott.ssa Nicola, la cui età e la cui funzione di Presidente sembrano conferirle un’aria severa e insieme competente; e il Dott.Fassi, dall’aria più mite e condiscendente, ma non meno vigile e preparato della sua collega.

Nel corso del processo i giudici popolari impareranno a conoscersi attraverso il confronto di opinioni e osservazioni, e a conoscere se stessi; dovranno inoltre procedere nell’esame dei fatti che sono stati chiamati a giudicare, e fare i conti con una improvvisa popolarità che, data in pasto ai social, potrebbero non saper gestire…

I fatti della Falconaia saranno lo spunto per rivedere, attraverso la filigrana di una storia più misteriosa e densa d’ombre, le loro stesse storie, certamente meno sanguinose, ma non prive di angoli oscuri e di errori d’orgoglio, cinismo o superficialità. La frequentazione quotidiana, la naturale diffidenza, il timore di essere stigmatizzati, giudicati, e insieme il bisogno di comunicare, di farsi accettare, diventeranno i fattori di una dinamica complessa e fluida dei rapporti interni, che potranno definirsi solo attraverso la conoscenza reciproca, il rispetto e la comprensione umana.

Giampaolo Simi

Perché giudicare gli altri comporta, necessariamente, un giudizio su noi stessi… per contiguità, per contrasto, per vicinanza sociale, o culturale o emotiva; e nessuno di questi giudici sfugge al confronto serrato e doloroso con sé, con le proprie contraddizioni, e con i propri fallimenti.

Sullo sfondo, la storia della famiglia Bonarrigo, della sua irresistibile ascesa economica: non un isolato fenomeno economico, ma una parabola che si inserisce nel vortice dei processi globali che nell’ultimo ventennio hanno trasformato il mondo intero, portando l’economia delocalizzata, “selvaggia”, e la sua espansione a punti di non ritorno: la crisi del “sistema Bonarrigo”, determinata dalla possibile condanna di Daniel, potrebbe diventare uno tsunami, con la chiusura dei ristoranti e la miseria di tanti dipendenti…Anche di questo sembrano doversi preoccupare i giudici popolari, assediati dal gossip virale, dal ricatto morale della gogna mediatica e in ultimo dai dipendenti della grande azienda, in ansia per il loro futuro.

Ma, come in ogni giallo che si rispetti, anche questo sono disseminati indizi e dettagli che, a dispetto dei tanti, troppi e troppo facili pregiudizi, conducono a verità ben nascoste e più complesse rispetto ai chiassosi slogan di innocentisti e colpevolisti. E se il caso ha voluto far incontrare i sei giudici e giocare con le loro insicurezze, ora stringendoli, ora mettendoli l’uno contro l’altro, sarà ancora il caso a mostrare la via della verità dei fatti.

Recensione

Il romanzo è molto ben costruito sul piano narrativo, e pur seguendo la linea della narrazione classica e di un realismo discreto, gioca in maniera molto sapiente con la variabilità dei punti di vista dei sei personaggi principali, a cui è affidato il compito di osservare, analizzare e cercar di comprendere la verità.

Il tono della narrazione è animato da una leggera ironia, e raramente lo scrittore indugia su particolari macabri o crudeli, privilegiando piuttosto l’analisi psicologica, e inserendo note di costume che definiscono e inquadrano in maniera puntuale e pungente il contesto (penso al lusso esibito della Falconaia o alla pacchiana birreria “tedesca” in cui lavora Serena, i cui camerieri sono costretti a vestirsi con ridicoli costumi tipici bavaresi).

Un bel romanzo, ben scritto, scorrevolissimo; denso di spunti e di situazioni di grande attualità, che ci fa riflettere, tra un sorriso e una punta d’amarezza, sull’Italia e sugli italiani dei nostri giorni.

Esmeralda

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