I guerrieri delle stelle

I Guerrieri delle Stelle

Il cartone animato Star Blazers. I Guerrieri delle Stelle è farina del sacco di Leiji Matsumoto – quello di Starzinger, Capitan Harlock, La Regina dei Mille Anni e Galaxy Express 999 per intenderci – ed è giunto a noi nell’adattamento americano, quindi con nomi occidentalizzati e abolizione delle sovrascritte in giapponese. Si compone di tre serie: le prime due di 26 e la terza di 25 episodi. In ognuna di esse si narra di altrettante missioni finalizzate a salvare il nostro pianeta da temibili minacce esterne.

 

Gli Star Blazers e la minaccia di Gamilon

La prima serie è ambientata nell’anno 2199. Solito scenario da apocalisse: la Terra è satura di radiazioni a causa della guerra contro il pianeta Gamilon. Bisogna correre ai ripari. Una mano insperata viene da Starsha, regina del pianeta Iskandar. Offre ai terrestri il Cosmo DNA, un congegno capace di “ripulire” il nostro mondo. C’è solo da andarlo a prendere. Però la distanza da percorrere è notevole. Per questo la donna include nel “pacchetto salvezza” i piani del motore a onde moventi, che permetterà di effettuare i cosiddetti balzi iperspaziali e fornirà energia ad un’arma formidabile chiamata fantasiosamente cannone a onde moventi.

Per il viaggio serve chiaramente un’astronave, perché mica possono farsela a piedi. Ed è lei la vera stella della vicenda, come da titolo originale: Uchū senkan Yamato, vale a dire La corazzata spaziale Yamato. Quella che in Italia conosciamo come “Astronave Argo”, in realtà è la Yamato, gloriosa nave-simbolo della flotta giapponese, affondata durante la Seconda Guerra Mondiale. Viene presa e convertita in nave spaziale.

Si potrebbe addirittura azzardare un’ipotesi: la serie costituisce una sorta di rivincita postuma sulla storia. Nello spazio, la Yamato ottiene infatti quelle vittorie che il mondo reale non le ha concesso. La missione ha però una scadenza: c’è un solo anno di tempo per andare a Iskandar e tornare con il Cosmo DNA. Dopo di che, la terra è fottuta. Il Generale Desslock di Gamilon fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote alla spedizione. Ma i terrestri si rivelano clienti difficili.

Nell’equipaggio dell’Argo ognuno svolge una mansione ben precisa, identificabile grazie al colore delle strisce sulle uniformi bianche: rosse per la squadra d’attacco, blu per gli scienziati, verdi per i piloti e così via. I personaggi in evidenza sono cinque.

Innanzitutto, il Capitano Avatar. Un uomo esperto, di lungo corso. Comprensivo ma severo quando occorre. Poi c’è Derek Wildstar, capitano della squadra d’assalto. Coraggioso e impulsivo, è il prototipo della testa calda. Entra subito in conflitto con il comandante, perché lo considera responsabile della morte dell’amatissimo fratello maggiore Alex. Il viaggio diventa quindi un’occasione per la maturazione del giovane. Segue Mark Venture, pilota dell’astronave e migliore amico di Derek. Più calmo e riflessivo, lo porta spesso a ragionare. Non poteva mancare la presenza femminile: Nova, addetta radar e infermiera. Fra lei e Derek nasce ben presto del tenero. Ecco, infine, Sandor, lo scienziato del gruppo. Rappresenta la razionalità in persona: sempre controllato, ha il compito di trovare soluzioni ai problemi tecnici e scientifici. I siparietti comici sono compito di un buffo robottone rosso, che in durante un episodio arriva perfino a prendersi una cotta per Nova.

Dopo aver incontrato – e superato – ostacoli d’ogni tipo, l’Argo arriva a destinazione e i nostri eroi si trovano davanti ben due sorprese. La prima è che Iskandar e Gamilon sono pianeti gemelli. La seconda è che Alex Wildstar è ancora vivo e se l’intende con Starsha, che gli ha salvato la vita. Sceglierà di rimanere al suo fianco.

Il finale è mezzo lieto e mezzo no. Il Cosmo DNA viene caricato a bordo e grazie al cannone a onde moventi, l’Argo distrugge Gamilon (Desslock, però, si salva giurando vendetta tremenda vendetta). Purtroppo, il Comandante Avatar non vede la salvezza della Terra: muore senza peraltro soffrire. A quel punto, il comando della nave passa a Derek, il quale, come se non bastasse, dichiara il proprio amore alla dolce Nova.

 

Gli Star Blazers e l’Impero della Cometa

Per quanto riguarda la seconda serie, si può dire che il protagonista sia il pilota dell’Argo, Mark Venture. La minaccia di turno è rappresentata dal potentissimo Impero della Cometa, un popolo bellicoso assai che viaggia a bordo di un’astronave nascosta in una cometa bianca. Anche qui l’aiuto viene da una bella e saggia regina: Trelena del pianeta Telesar. La donna chiede aiuto ai Guerrieri delle Stelle per fronteggiare l’imminente pericolo. Mark s’innamora di lei in maniera oserei dire ossessiva. Trelena lo ricambia e gli salva pure la vita (è il minimo, no?), ma la cosa finisce lì.

Le cose per gli eroi si mettono male. Certo, la flotta terrestre annienta quella nemica, ma viene a sua volta demolita. E non basta: Desslock, rimasto senza patria a causa dell’Argo, la insegue per distruggerla. Il generale sta per uccidere Derek, ma rimane colpito dall’amore di Nova, fermamente intenzionata a sacrificare la propria vita per quella del ragazzo. Li lascia andare, fornendo oltretutto la dritta per sconfiggere l’Impero della Cometa.

La battaglia finale è cruenta: Nova e Derek decidono di lanciarsi contro il nemico con l’Argo ormai ridotta a un rottame. Interviene, però, Trelena, che si è rotta le scatole. Salva i due e fa in modo che il leader dell’Impero si getti nel Sole.

 

Gli Star Blazers e la Federazione di Polar

La terza serie comincia a sapere di minestra riscaldata. Forse perché ormai non sanno più che rogna inventarsi. Disegni e animazione sono forse superiori rispetto ai 52 episodi precedenti, ma alla vicenda e ai personaggi manca qualcosa. Nova e Derek sono sposati, e al comandante dell’Argo sembra mancare quel sacro fuoco che aveva ispirato le sue azioni fino a quel momento. Lo vediamo freddo, razionale, esageratamente controllato.

Le nuove star della situazione sono due cadetti, grandissimi amici, uno dei quali si prende pure una cotta per Nova. I ragazzi sacrificano la propria giovane esistenza per il bene comune. Stavolta, la minaccia viene dal Sole, che sta per mutarsi in Supernova. A provocare il pasticcio è stato un missile vagante nello spazio. Serve – e, tanto per cambiare, con urgenza – un dispositivo che spari nella nostra stella un raggio capace di riequilibrarne il calore. Ai Guerrieri delle Stelle non resta che andarselo a prendere. Li aiuta il neo-alleato Desslock, ora a capo di una federazione che controlla parte della nostra galassia. A intralciare la missione, interviene la Federazione di Polar, avversaria del generale gamilonese. Inevitabile il lieto fine, che non mitiga, però, il dolore per la perdita dei due cadetti.

Nel 2010 il cartone animato diventa un film live action. La storia si discosta leggermente da quella della serie televisiva e ne accentua fin troppo l’aspetto drammatico. Ma possiamo dire che lo spirito di Uchū senkan Yamato non ne viene per nulla intaccato. Merita d’esser visto se non altro per semplice curiosità.

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