“Il cercatore di luce” – Carmine Abate


Voto: 5 stelle / 5

“Il cercatore di luce” è l’ultima opera di Carmine Abate, pubblicata ad ottobre del 2021 per la casa editrice Mondadori. L’autore, attraverso questo romanzo biografico, pone al centro la storia della famiglia Adami e del pittore Giovanni Segantini, percorrendo tutto il secolo scorso. Abate ci regala così una saga familiare a tratti epica, a dieci anni di distanza dalla vittoria del Premio Campiello 2012 con il romanzo “La collina del vento”.

Trama de Il cercatore di luce

Durante una vacanza sui monti del Trentino, in una vecchia baita costruita dal nonno, Carlo rimane affascinato da un quadro che campeggia nella sua stanza e rappresenta una madre con in braccio il suo bambino, in mezzo alla natura.
Grazie ai racconti della nonna, la Moma, il giovane Carlo scopre che il quadro è opera di un illustre pittore italiano, Giovanni Segantini, e venne donato al nonno proprio dall’autore stesso, in segno di amicizia.
Comincia così la narrazione della storia della famiglia Adami. La vita quotidiana di Carlo è così scandita da varie fasi che si intrecciano con la storia dei suoi nonni e la biografia del maestro Segantini.

Sullo sfondo di paesaggi incantevoli, dalle montagne del Trentino e della Svizzera fin più a Sud, nel cuore dell’altopiano silano, le tre storie prendono vita, si incrociano e si armonizzano.
Spinto dalla curiosità e dal fascino dell’artista, Carlo approfondirà la vita di Segantini, dall’infanzia solitaria al riformatorio, dall’amore per Bice a quello per la pittura, dalla ricerca della luce più giusta che possa far risplendere i suoi quadri, all’oscurità della morte.

Quando dipinge a 2800 metri di altitudine, inspira profondamente, come se assieme all’aria volesse ingoiare la luce, riempirsene il cuore, i polmoni. E’ un cercatore di luce, Giovanni. E di luce nutre gli occhi, l’anima e il corpo.”

Recensione

Da diverso tempo, entrando in libreria, ero attratta da questo libro, in particolare dalla copertina. Il paesaggio rappresentato, i suoi colori, la luce naturale che irradia, tutto ciò colpiva i miei occhi e mi trasmetteva un senso di pace. Solo dopo ho scoperto che il talento che dipinse tale meraviglia era quello del grande pittore Giovanni Segantini. E’ lui il cercatore di luce a cui allude il titolo e su di lui è incentrata l’opera di Carmine Abate.

La vita del pittore è narrata attraverso le ricerche del giovane Carlo, impreziosite dai racconti coloriti della Moma. Le vicende di Carlo e Giovanni si intrecciano molto spesso, tanto che all’inizio si corre il rischio di confondersi. L’autore lo sa e ci rassicura con le sue parole.

I primi tempi faticavo un po’ a seguirla…Poi però mi ero abituato a collegare immagini vecchie e nuove, come se montassi mentalmente le scene di un fumetto. E quello che mi restava dentro era una musica sulle cui note un giorno avrei aggiunto le mie parole.”

Arte e scrittura. Immagini e parole. Intrecci e incastri perfetti.
Ho letto il romanzo con accanto le fotografie dei quadri di Segantini, che mi hanno aiutato a comprendere meglio e mi hanno proiettato in un torrente di luci e colori. E’ la natura l’unica vera protagonista del romanzo, che ci offre paesaggi idilliaci, profumi avvolgenti e bellezze incontaminate, immortalate per sempre dal tocco sapiente dell’artista.

Analisi

Personaggi maschili imponenti, come il nonno Carlo, e meravigliose figure femminili dominano la narrazione. Su tutte spicca la Moma, di origini calabresi, che porta con sé la saggezza degli antichi, oltre alle sue ottime roselline di “pitta ‘mpigliata”! Delicata, ma anche forte e tenace è un’altra donna essenziale nella vicenda, Bice Bugatti, moglie di Giovanni, musa ispiratrice e sua fedele compagna.

Il romanzo nasce da un accurato studio critico delle fonti, riguardo alla biografia del pittore, e contiene pagine a tratti poetiche, ma sapientemente strutturate in un linguaggio raffinato e con una narrazione sempre scorrevole.

Rinascono, avvolti da una nuova freschezza, valori eterni quali l’amore per la famiglia, l’amicizia, il richiamo della natura. L’autore ci ricorda che l’arte, con la sua grandezza e la magia dell’ispirazione creativa, è custode di bellezza e ha il compito di preservarla per l’eternità.

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