“Il colibrì” di Sandro Veronesi (La nave di Teseo, 2019) è un libro che per noi ha meritatamente vinto il Premio Strega 2020, raccontato con una prosa asciutta e scorrevole, che cattura il lettore e lo rende partecipe delle vicende narrate in maniera del tutto coinvolgente.
Trama de Il colibrì
Il colibrì, l´uccello più piccolo del mondo, capace di sbattere le ali settanta volte al secondo per rimanere fermo in aria sospeso: è questo il soprannome che viene dato a Marco Carrera, il protagonista del romanzo. E nessun altro nome poteva descrivere appieno il personaggio: negli anni dell´adolescenza visibilmente più piccolo dei suoi coetanei, ma soprattutto tenace e , in quella che può apparire immobilità, una straordinaria resistenza di fronte ai terribili dolori e alle vicissitudini che la vita gli propone.
Tra le pagine del libro scorre tutta la vita di Marco, in un intreccio sapiente di dettagli, personaggi, racconti: la Firenze borghese degli anni `70 fa da sfondo alla vita di un giovane e della sua famiglia, una facciata apparentemente normale e forse felice ,che nasconde incomprensioni e malumori.
Marco e il rapporto con i genitori, cosi diversi l´uno dall’altro sia caratterialmente che nell’affrontare l’incedere della vecchiaia e la malattia.
Marco e le donne che circondano la vita: madre, sorella, amica, moglie, figlia e nipote che , come per una incredibile coincidenza si trovano a frequentare lo psicanalista, generando in lui una disaffezione per questa figura professionale.
Marco e il rapporto incrinato con il fratello, che si ricucirà solo dopo anni di silenzi e lontananza.
Marco e l´eredità di una famiglia da raccogliere, da sistemare, perché ne venga rispettata e perché non ne vada persa nemmeno una pagina, come quelle della collezione di libri Urania del padre, cosi preziosa.
Marco e il gioco d´azzardo, che da spada pericolosa si trasformerà in ancora di salvezza e di rinascita di una persona nuova.
Marco e la sua nipotina, ”l’uomo nuovo”, la creatura che con il suo semplice e naturale carisma, con i suoi tratti somatici frutto di tutti i popoli del mondo, sarà la svolta di tutta l´esistenza , fino al passo finale.
Recensione
Marco è un personaggio apparentemente normale, come tanti, un professionista di successo, ma quello che fa la differenza è il suo mondo interiore, il suo essere colibrì, il suo “stare fermo”, in un mondo fatto di continui cambiamenti e movimenti.
Bellissima la riflessione in cui, in una lettera all’amica di sempre, spiega il significato dell´immobilità, delle ragioni che la giustificano e del fatto, che in un contesto come quello moderno, che conosce solo il cambiamento, chi rimane immobile viene tacciato di vigliaccheria.
E una vita vissuta in questo modo, non poteva che concludersi proprio come Marco ha scelto.