Il complemento di vocazione o vocativo indica qualcuno o qualcosa a cui ci si rivolge in un discorso diretto.
Giovanni, portami il quaderno!
Ben arrivata, figlia mia!
Ragazzi, non correte!
Può essere costituito da un nome, da un pronome o da un aggettivo che non dipende da alcun elemento della frase, e quindi non risponde a domande specifiche, ma risulta autonomo ed è isolato dal resto della frase mediante l’uso di virgole.
E’ utilizzato per richiamare l’attenzione, per chiamare qualcuno o rivolgere un’invocazione.
Esempi del complemento di vocazione
Signorina, mi potrebbe indicare la strada per raggiungere il centro?
Dio mio, ascolta le mie preghiere!
Tu, spostati subito!
Cara, come stai?
In ambito letterario e musicale, può essere introdotto dall’interiezione o:
“O graziosa luna, io mi rammento…” (G. Leopardi)
“O sole mio, sta ‘nfronte a te…” (canzone napoletana di Capurro, su musica di Di Capua)
Attenzione!
Non bisogna confondere il complemento di vocazione con il complemento di esclamazione, costituito da un’interiezione o un’esclamazione che esprime un sentimento ben definito.
Accidenti, non trovo più le chiavi della macchina! (complemento di esclamazione)
Marco, hai preso tu le mie chiavi? (complemento di vocazione)