“Il duca” – Matteo Melchiorre


Voto: 4 stelle / 5

“Il duca”, romanzo di Matteo Melchiorre, storico e autore di saggi, è stato pubblicato da Einaudi nel giugno 2022. Ambientato nella comunità di Vallorgana, luogo montano dove le cose sembrano non cambiare, il Duca si lascia trascinare in una faida, mentre si imbatte in un passato di storia familiare di cui liberarsi.

Trama de Il duca

Nella storica villa di famiglia di Vallorgana, luogo di montagna indefinito, viene a vivere l’ultimo erede della dinastia ormai estinta dei Cimamonte. E’ chiamato dagli abitanti del paese il Duca. Deve occuparsi del patrimonio ereditato dai suoi avi, i quali avevano costruito la loro fortuna utilizzando i privilegi che la disuguaglianza sociale forniva, in un’amministrazione basata sull’ intransigenza feudale.

Un giorno Nelso Tabionà, uomo tuttofare con cui il Duca ha una certa confidenza, gli parla di un furto nelle sue proprietà. Una considerevole quantità di legname, faggi, abeti e larici, appartenente ai boschi dei Cimamonte, sta per essere rubata. Il colpevole risulta essere il confinante dei terreni, Mario Fastreda. Egli si distingue fra i semplici abitanti di Vallorgana, oltre che per essere il presidente del Consorzio locale, per la sua dimestichezza con carte e documenti. La sua figura è paragonabile ad un abile, brutale dittatore e questo fa sì che sia visto con timore. E’ risaputo quanto la sua discrezione sappia tramutarsi in cattiveria.
La già innata predisposizione del Duca di occuparsi delle carte degli antenati diventa ossessione. Non c’è distrazione nella vita del Duca che lo distolga dal rispolverare il passato, mentre lo scontro con il suo nemico si carica di nuovi scenari. La lotta tra i due, a volte subdola ed altre implacabile e alla luce del sole, si protrae fino all’epilogo. Neanche la figura di Maria, nipote di Fastreda, apparsa quasi misteriosamente nella vita del Duca, sembra placare la smania di possesso e di vendetta, in una sorta di esaltazione.

Recensione

La tensione scorre per tutto il libro, con il passato scrupolosamente documentato che riaffiora dalle carte del Duca, con lo scontro tra questi e Fastreda.
La montagna non fa solo da sfondo: è essa stessa protagonista, ricca di suggestioni nei dettagli descrittivi.

Il versante che incombeva su Vallorgana , travagliato e scosceso, era interamente ricoperto di boschi, i quali mi sembrarono un intero popolo in precipitosa fuga dal fondovalle che si fosse arrestato di colpo giunto sul crinale… A guardare la Montagna dal paese, severa e impervia, non s’immaginerebbe che sul versante a noi precluso si apra un paesaggio arioso, di linee curve prive di della minima ruvidezza… A ovest questo pendio diventa un pianoro che s’incurva con la morbidezza di un tessuto...

Sono presenti in questo romanzo, ben delineati, orgoglio, meschinità, brama di possesso. Nelle vicende del passato allacciate al presente, una storia ordinaria viene inserita in una trama originale dove gli uomini, in un effetto domino irrefrenabile, guastano i rapporti e le loro stesse esistenze. All’autore va riconosciuto il merito di aver saputo mostrare gradualmente le voragini che si possono aprire anche nelle menti più tranquille. Tutti personaggi – anche i minori – sono tratteggiati in modo preciso.
La scrittura di Matteo Melchiorre si mantiene tesa, precisa nella scelta delle parole, nel ritmo lento ma privo di cadute o di concessione alla noia.

Commenti