Ernesto è un breve romanzo scritto da Saba nel 1953, ma pubblicato solo nel 1975.
Trama di Ernesto
Al di là delle trame ufficiali che potrete trovare un po’ ovunque, io scriverò la mia, leggendo tra le righe e sopra e sotto di esse per far emergere quella che secondo me è la verità neanche così sottesa del racconto.
Ernesto è figlio della piccola piccola borghesia triestina. Dovendo trovare, ancora adolescente, un lavoro per aiutare la famiglia, lo trova: presso una sorta di ufficio posto accanto ad una officina.
Presto diventa amico di un operaio trentenne ( all’epoca considerato vecchio). Gli incontri tra i due si fanno sempre più assidui. Rappresentano l’ossatura del romanzo. Il rapporto diventa così intimo da sfociare in attività omosessuali, ben presto. Da parte dell’operaio, persona sola, forse il rapporto assume la forma di una sorta di amore impossibile. Per Ernesto si tratta probabilmente di scoperta e di piacere.
Ernesto cercherà conferma della propria virilità attraverso visite preso case d’appuntamento. Era la prassi all’epoca. E come non avrebbe potuto fare altrimenti, il bel giovinetto? Siamo nella prima metà del ‘900.
Recensione
Scritto in vecchiaia, tra la malattia, Ernesto è forse l’estremo tentativo di Saba di conquistare agli occhi di sé stesso la propria sofferta identità. Ho sempre letto questo “coraggioso” romanzo con piacere per due motivi: intanto il sentimento dell’amore passa attraverso la conoscenza fisica senza troppe velature, attribuendole dignità; inoltre, con gran tatto, l’autore, immune dai moniti verso l’omosessualità (negli anni ’70 era facile finire in ospedali psichiatrici causa omosessualità), a fine romanzo, ci regala l’apertura verso la possibilità di vivere un amore puro e duraturo anche tra uomini. Ernesto, come dice l’autore – e non cito – sarà baciato dalla fortuna, come a pochi uomini succede, lungo un intero secolo.
Gino P