“Il Galateo in Bosco” è una raccolta di testi in versi scritti da Andrea Zanzotto e pubblicati nel 1978 da Arnoldo Mondadori nella Collana Lo Specchio. Si tratta del primo volume di una Trilogia completata successivamente con “Fosfeni” e “Idioma”, dati alle stampe rispettivamente nel 1983 e nel 1986.
Cos’è Il galateo in bosco
Questo è un libro prezioso da tenere a portata di mano, da aprire a caso, una o due volte al giorno, per scoprire che ogni pagina scritta allora – più di quarant’anni fa – continua a parlarci ancora oggi, suonando necessaria al nostro essere in questa Terra. Al nostro stare in questo pezzo di universo.
Recensione
Se la prima lettura può risultare difficile, quasi ostile per la molteplicità dei temi e la complessa varietà formale e lessicale, poi man mano che rientri nel testo – perché questi componimenti ti chiamano proprio quando meno te lo aspetti – scopri la chiarezza di alcuni versi che ti sembravano inaccessibili e allora ti soffermi su un termine, magari un neologismo che sembra coniato dal poeta per te proprio ora, nel luogo in cui sei, in “gnessulógo”, come dice lui e allora capisci che questa è Poesia perché va oltre, perché è senza tempo.
E ciò accade perché Andrea Zanzotto, utilizzando le molteplici espressioni della lingua, è maestro nell’accostare epoche storiche tra loro lontane, secondo le regole di un Domino che si completa nei “corsi e ricorsi” della storia. Significativo in questo senso è il titolo della Raccolta, il quale rimanda al celebre Galateo scritto da Monsignor Della Casa nell’antica Abbazia di Sant’Eustachio a Nervesa della Battaglia in provincia di Treviso, là dove si erge il Bosco del Montello e scorre il Piave – teatro della Grande Guerra – luoghi cari al poeta, dove per “rivolgersi agli ossari non occorre biglietto”.
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Buoni ossari – tante morti fuori del qualitativo divario
onde si sale a sicurezze di cippo,
fuori del gran bidone (e la patria bidonista,
che promette casetta e campicello
e non li diede mai, qui santità mendica, acquista).
…
Mentre ti sforzi di capire se il poeta parla di lui, della sua gente o della sua terra, ti può capitare di sentirti protagonista di quei versi o di intuire che alcune raffinate descrizioni potrebbero calzare a pennello per certi “grandi” di oggi, come in: Questioni di etichetta o anche cavalleresche.
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Pace dunque al qualunque baco parassita
che si credette fabbro di seta garantita
e sta a ciondolare sulla rama
mangiucchiando MUMBLE MUMBLE
(con cento occhi ad altrui becchi)
e insieme postulando mezze-pietà
per le sue penumbrali colpe il suo desindacalizzato
totale assenteismo dalla realtà
(produzione di massa e
prodotto garantito, per altro, anch’essa
con marchio di qualità)
E leggendo e rileggendo, comprendi che anche quel bosco, che un tempo era una foresta di querce e castagni, come ogni società ha il suo codice di vita, il suo Galateo appunto.
Annamaria Gazzarin