“Il giuoco delle perle di vetro” – Hermann Hesse


Voto: 5 stelle / 5

“Il giuoco delle perle di vetro” è un romanzo filosofico-fantastico del 1943 di Hermann Hesse. Fu l’ultima opera dello scrittore tedesco, il quale iniziò a scriverla nel 1931 con l’intento di realizzare il proprio capolavoro; l’opera vide le stampe in Svizzera dodici anni dopo. Viene talvolta chiamata anche “Magister Ludi”, “maestro di gioco”, dal nome di uno dei personaggi

Trama de Il giuoco delle perle di vetro

La storia del romanzo si avvolge intorno alla “Biografia” di uno di questi geniali Magister Ludi : Josef Knecht.
Abilissimo Giuocatore, in quanto detentore di conoscenze elevate delle scienze matematiche, musicali e filosofiche, sarà prescelto per divulgare ad altrettanto geniali allievi i segreti del Giuoco delle perle, diventandone appunto Magister.
Dopo una eccezionale carriera dovrà arrendersi alla maturata convinzione della impossibilità di conciliare il raggiungimento “della conoscenza perfetta” con la ineludibile natura “imperfetta” dell’Uomo con la conseguente profezia del disfacimento del disegno Castalico: a questa convinzione immolerà anche la sua vita.

Recensione

Non sapremo mai decifrare, dal grande romanzo di Hesse, in che cosa consista questo “Giuoco delle perle di vetro”: le sue regole, appena enunciate non sono mai esplicitate; con irritante quanto ostinata determinazione Hesse ci concede sì una miriade di indicazioni, ma nessuna che ci permetta di definire un vero e proprio processo di conoscenza delle stesse regole.
D’altronde, l’intento del capolavoro letterario non poteva ridursi ad un semplicistico modulo narrativo inteso, sia pur con smisurata genialità creativa, a svelarci i segreti del “Giuoco”; segreti che resteranno appannaggio dei geniali Magister Ludi che si avvicenderanno nelle alte gerarchie pedagogiche della Castalia.
Ma risulta invece chiaro che le soluzioni culturali scaturite dalla manipolazione combinatoria dei singoli Saperi (è in tale manipolazione che consiste appunto l’abilità del Giuocatore) sono alla base di un nuovo Modello culturale di una comunità realizzata in una regione, la Castalia, immaginata in un lontano mondo futuro.
I geniali detentori dei Saperi di questa comunità vogliono definire un mondo in cui il raggiungimento dello spirito assoluto Hegeliano inteso quale “capacità cognitiva perfetta”, possa dare all’intera Umanità risposte diverse da quelle scaturite dall’epoca-attuale- dei Saperi “appendicistici”, “formali” ed “edonistici” che hanno invece prodotto una Società fondamentalmente “guerriera”.

Sebastiano Addabbo

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