“Il rosmarino non capisce l´inverno” – Matteo Bussola


Voto: 5 stelle / 5

Ecco come Matteo Bussola racchiude il senso del suo libro “Il rosmarino non capisce l’inverno” (Einaudi 2022), composto da molteplici storie raccontate da donne diverse per etá, carattere e situazioni:

«Ho deciso di scrivere di donne perché non sono una donna. Perché ho la sensazione di conoscerle sempre poco, anche se vivo con quattro di loro. E perché è piú utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già»

Di Matteo Bussola abbiamo recensito anche “La vita fino a te“.

Trama de Il rosmarino non capisce l’inverno

Giovani e meno giovani, casalinghe o donne in carriera, vedove, madri premurose o al contrario, donne spaventate dal pensiero della maternitá o alle prese con i pregiudizi. Ognuna ha una storia da raccontare in maniera profonda e vera, tanto che sembra quasi impossibile che ne sia un uomo l´autore.
In questa narrazione senza filtri vengono raccontate donne contemporanee che vivono questo momento storico con coraggio, ma anche con le fragilitá che accompagnano l´animo umano, combattute tra sentimenti e doveri. “Anche a cadere si fa un passo avanti”, cita una protagonista di uno dei racconti, proprio a sottolineare il coraggio di ognuna ad affrontare la vita di ogni giorno con le gioie, i dolori e le questioni quotidiane, ma sempre alla ricerca della propria felicitá.
Ogni storia porta come titolo il nome della protagonista,ognuna ha qualcosa che la rende preziosa tanto che diventa difficile scegliere quale sia la migliore. Di fronte a queste storie si riflette, ci si interroga, si sorride, si piange, ci si stupisce.

Una in particolare si distingue per il modo in cui approccia al tema della malattia, quando questa piomba improvvisa nella vita e nel corpo di una giovane donna in carriera.

La storia, narrata in prima persona dalla protagonista , colpisce per il modo sincero e senza pietismo con cui il tema é affrontato, mettendosi veramente dalla parte del malato con una profonda empatia.

Se non sopravvivi a una malattia non significa che non sei stato abbastanza guerriero, o che hai combattuto di meno. Chi ce la fa, a volte, ha solo avuto piú fortuna. E bisognerebbe lasciare il sacrosanto diritto, a un malato, di sentirsi fragile, debole, sconfitto o incazzato. Bisognerebbe evitare di caricargli, oltre al peso della malattia, quello del dover guarire per non deludere le persone a lui care, che gli dicono «forza, sei un guerriero, ce la fai.

La bellezza e la forza del libro forse é proprio nel modo introspettivo in cui le storie sono raccontate, straordinario il modo in cui l´autore ogni volta veste i panni della protagonista e le dá voce con garbo, trattando anche temi molto intimi con grazia e intelligenza.
Leggere questo libro é un po´come mettersi di fronte ad uno specchio , perché in ogni storia ogni lettore trova un frammento di sé o vede scritti pensieri che almeno una volta nella vita ha coltivato. Al tempo stesso, questo libro é un inno alla vita, un incoraggiamento ad apprezzare la bellezza delle mille opportunitá che ognuno di noi ha e che magari non riesce a riconoscere.

Come il rosmarino quando sfida il gelo dell’inverno che tenta di abbatterlo, e rinasce in primavera nonostante le cicatrici.

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