Intervista alla poetessa Elena Mearini

Intervista a Elena Mearini, fondatrice de “La Piccola Accademia di Poesia” (PAP) Scuola d’arte, via Luigi Porro Lambertenghi 25 Milano.

Alla community di Amanti dei libri piace dare spazio alle voci di quanti amano, esplorano, scrivono e promuovono la letteratura in tutte le sue forme. Per questo motivo abbiamo deciso di confrontarci con “La Piccola Accademia di Poesia” un luogo di incontro, dialogo e ascolto, la cui finalità è consentire a ciascuno di mettere a punto la propria cifra poetica. La fondatrice è Elena Mearini, poetessa, scrittrice, docente, imprenditrice. Questa donna eclettica dalla bellezza contemporanea sembra aver preso alla lettera l’essenza della poesia come forma di conoscenza del mondo e del sé.

La nostra collaboratrice Isabella Fantin ha avuto l’occasione di conoscerla al BookPride 2024, la fiera milanese dell’editoria indipendente, grazie all’Agenzia Anna Maria Riva. È nata così l’idea di questa chiacchierata informale con Elena Mearini che ringraziamo per la disponibilità. Credits foto: Laura Camilla Carabba.

• “La Piccola Accademia di Poesia” rappresenta un unicum nel fitto panorama di corsi di scrittura proposti in Italia. Qual è la specificità rispetto ad altre offerte sul mercato? Possiamo anticipare ai lettori che tra le innovazioni spicca il contributo didattico della filosofia?

Fin dall’inizio mi premeva creare un progetto in cui la poesia potesse interagire con arti affini come il cinema e la musica, oltre a procedere a stretto contatto con la storia del pensiero, quindi la filosofia e alcuni tra i suoi massimi esponenti. Poesia e pensiero non possono essere disgiunti, perché rappresentano il connubio necessario per andare al di là del possibile, avvicinare il reale all’infinito e viceversa.

• Sulla poesia gravano ancora  luoghi comuni e barriere psicologiche. Alcuni ne sono intimiditi, altri disorientati per l’alone di incompiutezza che l’accompagna. Molti la banalizzano legittimandone l’anarchia interpretativa. E molti  la declassano a un complesso démodé di metrica e retorica. In base alla Sua esperienza, qual è la resistenza maggiore?

La poesia deve conservare il segreto, quella parte oscura dal chiarore abbagliante che è il nucleo della vita. Non deve essere comprensibile in ogni sua parte, piuttosto capace di attraversare il lettore spostando il suo sguardo, creando una sorta di torsione dell’occhio che lo faccia accedere a una visione inedita delle cose. A mio avviso, oggi il rischio è quello di sottoporre la poesia a un processo di estetizzazione fine a se stesso. Non serve la bella poesia,  ma la buona poesia.

• Ai vostri corsi partecipano persone di tutte le età:  l’approccio cambia in base alla fascia generazionale oppure la predisposizione all’ascolto non conosce vincoli anagrafici?

Non è questione di anagrafe ma di predisposizione all’accoglienza. Bisogna essere ospitali per introdurre la parola poetica nello spazio intimo di ognuno. È questa l’attitudine che cerchiamo di trasmettere ai nostri allievi.

• Lei opera anche in comunità e centri di riabilitazione psichiatrica. In quale misura questa esperienza professionale e umana ha contribuito ad arricchire il taglio didattico dell’Accademia?

Lavorare con chi vive il disagio sociale ed emotivo mi ha permesso d’imparare l’ascolto in assenza di giudizio, essere pronti a ricevere l’altro a prescindere dalla sua storia personale, l’altro in quanto parte di quell’infinito a cui ognuno di noi tende. La didattica dell’Accademia si basa molto sull’ascolto reciproco e la cura verso ciò che ci sta attorno.

• Ci presenta il suo staff?

Oltre a me, le docenze sono tenute da Marco Saya, prestigioso editore di poesia, poeta, musicista ed esperto di metrica e da Angelo De Stefano, filosofo e poeta con la passione della cura e della dedizione al bello in ogni sua forma. La supervisione del master è a cura di Lello Voce, raffinato poeta e massimo esponente della poetry slam in Italia. Abbiamo poi la giovane Elena Rossi che si occupa con grande entusiasmo della segreteria organizzativa, Anna Di Cagno, autrice, giornalista e straordinaria “voce” dei testi con cui divulghiamo i contenuti di Accademia. Infine, i due pilastri della comunicazione e dell’immagine, Laura Carabba e Marta Fratoni, sempre pronte a proporre la nostra Accademia in maniera coinvolgente e creativa. Aggiungo Nicola Manicardi, bravissimo poeta e collaboratore che propone monografie sugli autori.

• Parafrasando Dostoevskij, ci salverà la poesia?

Più che salvarci, la poesia non smetterà mai di costruire bellezza a partire dalle nostre rovine.

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