L’origine del romanzo

Il desiderio di raccontare e ascoltare storie è insito nella natura umana. Che si tratti di storie diffuse oralmente o che siano state incise su pietra ad imperitura memoria, che narrino di eroi, di grandi condottieri o di umili pescatori, i racconti hanno sempre attratto, affascinato e rapito ogni uomo, per la loro capacità di trasportare chiunque in un altrove ideale, reale o immaginario.

  1. IL ROMANZO ELLENISTICO

Il romanzo, genere letterario con più ampia diffusione nel nostro tempo, ha una storia solo apparentemente recente. Le prime testimonianze si possono rintracciare nel mondo ellenistico, ma inizialmente questa tipologia letteraria era considerata di livello inferiore rispetto ai grandi generi letterari del tempo quali l’epica, la lirica, la tragedia e la commedia.

Luciano di Samosata (II sec.d.C.), in un passo dell’opera “Storia vera”, scrive che, come gli atleti dopo i loro duri esercizi hanno bisogno di rilassarsi, così i letterati, dopo aver impiegato le loro energie nell’affrontare argomenti importanti, hanno bisogno di distendere la mente con temi più leggeri. Nasce così una “letteratura d’evasione”, del tutto ignorata dall’alta cultura, tanto da non venire neppure identificata con un nome appropriato. Per convenzione questo genere è stato denominato “romanzo ellenistico”, utilizzando un termine anacronistico, ma che sottolinea le somiglianze che tali opere presentano con i romanzi moderni.

Amori, intrecci, colpi di scena erano le componenti di questi testi che generalmente seguivano una trama convenzionale: l’amore di due giovani viene minacciato da elementi esterni; separazioni e innumerevoli peripezie alimentavano la vicenda, che terminava con un immancabile lieto fine, suggellato dal ricongiungimento dei due innamorati. Tra gli autori ricordiamo Caritone di Afrodisia, che scrisse “Le avventure di Cherea e Calliroe”, il più antico romanzo greco tramandato interamente, Longo Sofista, autore dell’opera “Storia pastorale di Dafni e Cloe” e Senofonte Efesio, con il romanzo “Storie efesie di Antea e Abrocomo”.

  1. IL ROMANZO NELLA LETTERATURA LATINA

All’interno della letteratura latina due sono i grandi romanzi da ricordare: il Satyricon di Petronio (I sec.d.C.) e le Metamorfosi di Apuleio (II sec.d.C.). Il Satyricon è stato definito come l’opera più problematica della letteratura latina. E’ un componimento misto di prosa e versi e si presenta come parodia dei romanzi ellenistici in quanto mette sulla scena una coppia omosessuale e le sue incredibili e surreali avventure, evidenziando vizi e fantasie della Roma del tempo, il tutto descritto con vivace realismo. Le componenti letterarie che rientrano nella composizione dell’opera sono molteplici: è presente non solo il romanzo, ma anche la satira menippea, la novellistica, l’epica, la diatriba e infine l’elemento satirico tipicamente latino. L’arte raffinata di Petronio, “elegantiae arbiter”, crea disincanto e distacco, nonostante la materia trattata, dando vita ad una pagina fresca e armoniosa.

asino_d'oro_anticoDiverso è il carattere dell’altro grande romanzo latino, le Metamorfosi di Apuleio. L’opera narra le avventure del giovane Lucio, trasformato in asino a causa di un unguento magico, che riuscirà a recuperare il suo aspetto umano dopo molteplici peripezie. Il tema della trasformazione dell’uomo in animale ha origini antichissime, basti pensare alle magie operate dalla maga Circe nell’Odissea nei confronti dei compagni di Ulisse, ma qui assume un significato “iniziatico”. Attraverso le avventure di Lucio, viene simboleggiato il viaggio dell’anima verso la purificazione e la redenzione finale, qui rappresentata con la consacrazione del giovane alla dea Iside. La componente mistico-religiosa diventa così elemento principale dell’opera e la forte spiritualità è accentuata da uno stile arduo, intessuto di preziosismi letterari.

 

  1. IL ROMANZO MEDIEVALE

Nel Medioevo si colloca l’origine etimologica del termine “romanzo”. Esisteva, infatti, nell’XI secolo l’espressione “romanice loqui”, contrapposta a “latine loqui”, per indicare la lingua volgare. Da qui si sviluppò il termine francese “romanz”, che alludeva alle lingue neolatine (o romanze) con caratteristiche comuni. Solo nel XII secolo, il termine passò ad indicare un ampio testo a carattere narrativo scritto in lingua volgare e aprirà la strada al genere letterario in prosa che ben conosciamo.

Il maggior esponente del romanzo medievale è senza dubbio Chrétien de Troyes, scrittore francese che ottenne una grande fama grazie alle storie del cosiddetto “ciclo bretone”, incentrate sugli amori e sulle avventure di re Artù e dei suoi cavalieri. Il merito maggiore riconosciuto a questo autore è quello di aver intuito per primo le possibilità che tale forma narrativa poteva offrire e di aver sviluppato la capacità di organizzare in modo coerente una storia che coniugasse insieme gli aspetti sociali, l’analisi psicologica dei personaggi e gli elementi fantastici, il tutto attraverso l’elaborazione di uno stile fluido, semplice e naturale.

  1. IL ROMANZO MODERNO

Mentre nel corso del Quattrocento e del Cinquecento si diffondevano i grandi poemi cavallereschi in versi – L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso -, in Spagna nasce il romanzo picaresco, incentrato sulle vicende dei “picari”, poveri o furfanti in continua lotta per la sopravvivenza. E’ in questo contesto che si colloca, all’inizio del Seicento, il primo romanzo della letteratura occidentale, il Don Chisciotte di Cervantes, parodia dei poemi cavallereschi, basato sulla figura di un antieroe che alterna passione e follia, grandi ideali e momenti ridicoli, tragedia e commedia, e che ha saputo affascinare da sempre con la sua assurdità milioni di lettori.

Il vero romanzo moderno nasce, però, in Inghilterra tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, caratterizzato da un realismo di fondo e da tematiche incentrate sui valori morali e civili della borghesia in ascesa: l’intraprendenza, la laboriosità, lo spirito di adattamento. Si affinano anche le tecniche narrative, si pone infatti maggior attenzione al ruolo del narratore ed al concetto di focalizzazione. Tra gli autori ricordiamo David Defoe con il Robinson Crusoe e Jonathan Swift, autore de I viaggi di Gulliver”

  1. IL ROMANZO STORICO

manzoni-anticoTra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento la narrativa conquista una posizione preminente rispetto agli altri generi letterari. Grazie all’interesse per le discipline storiche e per le riflessioni filosofiche ad esse collegate, in seno al Romanticismo nasce il romanzo storico. L’iniziatore del genere è lo scozzese Walter Scott con il suo Ivanhoe, opera mista di storia e di invenzione, ambientata in un Medioevo fiabesco e idealizzato.

Nell’Ottocento l’Italia non conosce ancora questo genere; ancorata alla cultura classica, osserva con sospetto le innovazioni che avvenivano nel resto dell’Europa. E’ Alessandro Manzoni a compiere un atto rivoluzionario. A lui va il merito di aver dato origine in Italia alla tradizione del romanzo, genere destinato a dominare la scena letteraria sino ai giorni nostri. I Promessi Sposi rappresentano un’opera di forte impegno politico e civile, portatrice di un messaggio che ebbe un’influenza determinante nella formazione di una coscienza nazionale italiana. L’opera diventerà ben presto termine di confronto obbligato per ogni componimento successivo e aprirà a laboratori di riflessione sempre vivi. “Il romanzo di Manzoni supera tutto ciò che noi conosciamo in questo genere”, scriverà Goethe nel 1827, dopo aver ricevuto dall’autore stesso i tre volumi della prima edizione dell’opera.

I suoi venticinque lettori eternamente ringraziano!

Antonella Covelli

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