“Io e Dewey” – Vicki Myron


Voto: 2,5 stelle / 5

“Io e Dewey” di Vicki Myron, del 2008, è un libro di 278 pagine edito da Sperling e Kupfer.

In realtà, anzi per essere precisi, il libro è scritto anche da Bret Winter, dato che la Myron non è una scrittrice di professione, ma una bibliotecaria.

Trama di Io e Dewey

Il libro racconta, per lo più, la vita di un gatto.

Preciso che non è un racconto, ma una storia vera.

L’animale, di 8 settimane circa, è ritrovato quasi congelato nella cassetta della restituzione dei libri della Biblioteca della città di Spencer nell’ Iowa (USA).

Per fortuna è salvato in tempo da Vicki Myron che è sia la capo bibliotecaria sia l’autrice del libro.

Il felino è un bel gattone di colore rosso che sarà battezzato Dewey.

Il micio finirà con l’essere adottato dalla locale biblioteca dove abiterà per quasi 20 anni.

In questo modo la biblioteca pubblica diventa un luogo di socialità grazie a Dewey.

Tante persone iniziano ad andare in biblioteca proprio perché c’è lui a fare le feste e ad accoglierli con tante fusa in cambio di una carezza.

Difatti il gatto ha il grande pregio di riuscire a comunicare e a farsi voler bene anche da persone scorbutiche, infelici e pure dai bambini disabili.

Nel libro, però, sono raccontate anche le vicende sia personali della scrittrice sia della cittadina di Spencer.

Segnalo che del libro c’è anche una versione cinematografica.

Recensione

“Io e Dewey” è un libro di facile lettura e semplice da leggere nonostante siano quasi 300 pagine.

Certo se lo leggi pensando che si parlerà di un gatto e solo di quello che ha fatto questo felino ti sbagli e di grosso.

Sì la storia di Dewey è raccontata però, secondo me, è un po’ in modo marginale dato che una buona parte del libro è dedicata ad altri avvenimenti come quello che è successo alla cittadina di Spencer oppure alla vita personale dell’autrice.

Se lo scopo era quella di far capire quanto siano importanti gli animali ci sono riusciti se, invece, al contrario lo scopo era quello di appassionare nella lettura no (o quanto meno non del tutto).

Ci sono diversi parti come, ad esempio, quella sulla cittadina di Spencer con i suoi problemi della crisi agricola degli anni ’90 dello scorso secolo e le traversie sulla vita personale dell’autrice che , forse anzi sicuramente per me, potevano essere un po’ meno prolisse e dettagliate …

La parte più commovente?

Sicuramente l’inizio quando il gatto viene ritrovato e il finale quando si parla della sua morte.

Se hai un animale domestico non puoi non riconoscerti in Vicki Myron.

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