“La canzone di Achille” è il primo romanzo di Madeline Miller. È stato pubblicato da Sonzogno nel 2013 e riproposto da Marsilio nel 2019 nella Universale Economica Feltrinelli. Si tratta di un’Illiade rivisitata e quindi, si può ben immaginare, impresa non da poco. Della stessa autrice abbiamo recensito anche “Circe“.
Trama de La canzone di Achille
L’autrice ha voluto presentare l’Iliade cambiando il punto di vista: il narratore è Patroclo.
Non occorre riassumere il contenuto: la trama ripercorre quella del poema omerico, iniziando dall’adolescenza dei due personaggi principali, Achille e Patroclo, fino alla guerra di Troia e al triste epilogo dei protagonisti.
Non mancano tutte le altre figure, da Agammenone a Odisseo, da Elena a Paride e, ovviamente, Ettore.
Recensione
Leggendo il libro viene da chiedersi se sia stato un azzardo, una scelta pretenziosa quella dell’autrice. E in alcuni momenti purtroppo la risposta è positiva. Si salva, secondo me, il personaggio narrante per la sua umanità, per il suo stato di esiliato per opera del padre, per la compassione verso i feriti, per il tenero rapporto con Briseide, per la delicatezza con cui viene affrontata l’amicizia con Achille che si trasforma in passione. Quest’ultimo invece appare statico, senza grosso spessore, confinato dentro il suo ruolo, nella sua indiscussa bellezza.
I toni gentili con cui viene raccontato l’amore tra Achille e Patroclo può essere considerato uno dei punti a favore del testo a cui comunque non possiamo negare l’opportunità di un ripasso, sicuramente meno impegnativo, del più importante testo, rievocando le grandi imprese epiche e vedendole da un punto di vista inedito, presentate in modo fruibile a tutti.
Achille, figura eroica della mitologia classica viene raccontato ed esaltato in “La canzone di Achille”, romanzo di Madeline Miller del 2011, dagli occhi di Patroclo, suo fedele compagno.
Ed é proprio dai primi anni della vita di Patroclo che si avvia la narrazione, attraverso il racconto della scelta dello sposo di Elena alla corte di re Tindaro, alla quale lui assiste bambino, all’esilio dalla sua terra, dopo essere stato ripudiato dal padre, fino al suo arrivo alla corte di re Peleo.
Qui, il piccolo Patroclo ha modo di conoscere Achille, dapprima ammirandone da lontano la bellezza, la velocitá, la forza e le tante abilitá, poi potendo avvicinarlo e condividendo con lui gli anni dell´addestramento da Chirone e la giovinezza.
I due giovani diventano inseparabili e quasi complementari, indispensabili l’un l’altro e vivono un percorso di crescita sereno e idilliaco.
Ma Teti, la madre di Achille , ha in serbo per il figlio un destino fatto di gloria, di onore immortale nei secoli a venire: una dea non può desiderare niente di meglio per il figlio e non può vedere di buon occhio il legame cosi profondo e intimo tra Achille e Patroclo, un semplice mortale, un principe ripudiato.
Nonostante il tentativo di nasconderlo in una corte travestendolo da danzatrice, Patroclo riuscirà a raggiungere Achille e non lo lascerá nemmeno durante la lunga ed estenuante guerra di Troia, quando i due si troveranno a combattere nelle fila dei Greci.
Achille, cresciuto tra gli uomini, ma con sangue divino, aristos achaion , sará il guerriero migliore, coraggioso e abile in battaglia, e proprio per questo mal sopporterá di ricevere ordini da Agamennone, capo dell´esercito greco , che non riconosce appieno il suo valore, tanto che si rifiuterá di combattere.
Di fronte all´avanzata dei Troiani , Patroclo non può rimanere inerme: non cerca gloria per sé, ma vuole che Achille diventi l´eroe di cui il ricordo sia indelebile nei secoli, a dispetto del suo orgoglio. Cosi, veste la sua armatura e si lancia in battaglia, ma viene ucciso da Ettore, figlio di Priamo re di Troia. Atroce e cieca sará la vendetta di Achille, che senza Patroclo si rende conto di aver perso lo scopo della propria vita e a poco serve la gloria se non la si può condividere con chi si ama.
Siamo di fronte ad una storia narrata in mille modi nel corso dei secoli, eppure ogni volta che la si ascolta si rimane incantati dalla bellezza e dalla modernitá di un racconto che mette in luce tutte le sfumature dell´animo umano.
Entrano in gioco tutti i sentimenti dell´uomo : dalla voglia di gloria e di vittoria, all´orgoglio di primeggiare, al senso di appartenenza, alla fedeltá ai propri ideali e alle proprie tradizioni, alla pietas nei confronti dei vinti e degli schiavi bottino di guerra, fino all´amore.
Patroclo rappresenta l´esaltazione del sentimento vero e profondo, un amore incondizionato, disposto a vivere nell’ombra pur di lasciar brillare Achille, gioendo delle sue conquiste e delle sue imprese, e al tempo stesso, in maniera molto sincera e franca, mettendolo di fronte ai propri errori dettati dall´orgoglio. Profonda e toccante é la riflessione durante i numerosi saccheggi fatti prima dell´inizio della guerra, quando Patroclo si interroga sul valore della vita, sempre sacra, anche se di un nemico.
«Non c’è uomo che valga più di un altro, e non importa da dove proviene.» «Ma se quell’uomo fosse mio amico?» aveva chiesto Achille, i piedi appoggiati contro la parete della caverna rosa. «O mio fratello? Dovrei trattarlo come uno sconosciuto?» «La tua è una domanda su cui s’interrogano i filosofi» aveva detto Chirone. «Vale di più per te, forse. Ma lo sconosciuto è l’amico o fratello di qualcun altro. Quindi, quale vita è più importante?”
Se indiscussa e gloriosa é la figura di Achille, nel romanzo della Miller il vero eroe é Patroclo, un principe ” minore” con un animo profondo e pulito, generoso e magnanimo, coraggioso anche di fronte alle avversitá degli Dei. La scrittrice fa diventare Patroclo il narratore- attore della vicenda , dando voce ai suoi sentimenti più intimi.
Anche dopo la sua morte, é sempre Patroclo a narrare la sete di vendetta di Achille, la sfida con Ettore e tutte le vicende successive. E sará ancora Patroclo a raccontare il vero Achille alla madre Teti che, come ultimo gesto, concede alle due anime di ricongiungersi nell´Ade.
Madeline Miller ha saputo raccontare questa storia da una nuova angolazione, dando voce ad un personaggio semplice eppure profondo, che non ha sete di gloria come i grandi re che prendono parte alla guerra di Troia, disegnando così una versione più umana di un racconto eroico.
alla fine ho letto (ascoltato) anche io “la canzone di achille”. ci ho messo un po’ perché sono stata inibita dalla divergenza dei pareri che ho colto in giro. inoltre ho dei problemi con i retelling mitologici, perché la mia formazione non è classica e di epica so poco più di quello che sono riuscita a memorizzare a scuola.
detto questo, il mio commento è: credevo peggio, dai!
l’ho trovato, come dice loretta casagrande, un ottimo modo di ripassare l’iliade e questa parte di mitologia greca, perché la narrazione in prosa è spesso più efficace di quella in versi. 5 stelle anche io!