La città contesa, si chiama così l’ultimo libro di Giacomo Scotti, che lo scrittore napoletano di nascita e fiumano di adozione, ha presentato a Trieste prima e a Fiume dopo. Scotti, classe 1928, è un giovane e attivo antifascista e comunista, quando emigra in Istria, in seguito al Trattato di Parigi fra l’Italia e le potenze alleate, che tra le altre cose, sancisce la rinuncia di Istria da parte dell’Italia, ceduta alla Jugoslavia socialista.
Sì, avete letto bene, Scotti alla splendida età di novantadue anni, ha dato vita a un altro capolavoro, degno della sua magistrale penna. Scrittore pluripremiato, sia in Italia che in Croazia, si dichiara un uomo che non ha mai vissuto di ideologie, ma di ideali. Importante la bibliografia dell’autore fiumano, che inizia a interessarsi di letteratura già nel 1948, in contemporanea con gli inizi della sua carriera di giornalista. La sua penna è varia e pertanto Scotti scrive racconti, romanzi, saggi e raccolte di prose. Collabora con vari scrittori, italiani e croati, ed è molto attivo nei movimenti pacifisti europei.
Molte opere di Scotti hanno fatto clamore, ma quella sicuramente più discussa è Goli Otok. Ritorno all’Isola Calva. Per la prima volta nella storia, si parla in maniera trasparente e diretta dell’Isola al largo della Dalmazia settentrionale, utilizzata per diverso tempo, come campo di concentramento e carcere politico. Sull’Isola Calva, venivano deportati i sostenitori di Stalin, dopo la rottura dei rapporti tra Jugoslavia e URSS. A questo saggio, ha poi fatto seguito un altro, Goli Otok. Italiani nel Gulak di Tito. Gli studi e le ricerche di Scotti sono proseguite, basate su documenti e su interviste rivolte a chi è sopravvissuto e hanno portato a un calcolo di una cifra impressionante: circa 30.000 detenuti e oltre 4.000 morti. Un libro che ha destato scalpore per il suo contenuto, intriso di sofferenza, che ha generato la necessità da parte degli storici, di porre una lente di ingrandimento sulla vicenda.
Scrittore controverso, in quanto revisionista, è stato accusato di negazionismo in riferimento al tema delle foibe, da lui definita una vendetta, in qualche modo legata ai crimini di guerra fascisti in Jugoslavia, contrariamente alla generale contestualizzazione di pulizia etnica. Scotti è stato accusato anche di diffamazione e ingiuria nei confronti del maresciallo Tito, diventando così oggetto di interrogazione parlamentare.
Uno scrittore dalla tempra potente e dalla vita vissuta al fianco degli indifesi e dei più deboli e soprattutto delle minoranze, in primis di quella italiana dell’Istria e del Quarnero, che nonostante le calamità politiche del secondo dopoguerra, è sfuggita all’assimilazione, conservando lingua e cultura autoctone, una casa editrice, un quotidiano, un quindicinale, un trimestrale di cultura, due centri di ricerche storiche a Rovigno e Capodistria, una compagnia teatrale a Fiume, un centro radiotelevisivo e due stazioni radio, raggiungendo ottimi traguardi nella creazione letteraria e artistica.
Il suo ultimo libro, La città contesa, è “un susseguirsi di saggi storiografici, “conditi” da cronache, racconti e testimonianze”. Così definisce lo stesso Scotti la sua opera, un volume impreziosito da fotografie e suddiviso in tre sezioni, ognuna ricca di fatti storici e di vicende legate ai personaggi che fanno la Storia di quel periodo, che va dalla fine della Prima Guerra Mondiale, all’annessione di Fiume all’Italia, attraverso la Reggenza di D’Annunzio e lo Stato Libero di Riccardo Zanella. Una città contesa quella di Fiume, considerata da Scotti “plurietnica, plurilingue e pluriculturale per eccellenza, il porto delle diversità“. Un saggio intriso della più pura e forte verità, con l’intento di evidenziare e di parlare dei fatti storici con obiettività e trasparenza. Un’impresa importante quella di Scotti, caparbia e di una lucidità disarmante, che riesce a dare una visione completa degli avvenimenti pre e post periodo dannunziano, portando alla luce vicende volutamente celate dagli storici italiani. Il genio di Giacomo Scotti, consegna al lettore un volume completo, ricco di dovizia di particolari, degno della sua magistrale scrittura. Con il suo stile fluido e lineare, che da sempre lo contraddistingue, l’autore racconta di un pezzo di Storia in maniera dettagliata e attenta, con quella dedizione, che dona alla lettura la giusta vivacità. Scotti ha la capacità di raccontare, mettendosi sopra le parti, con lo scopo unico di informare. Nessun giudizio in questo saggio, che cerca di restituire alla città di Fiume, il suo degno profilo storico e sociale. Si racconta dello scempio di Rijeka, del tormento di una città che passa dagli ultimi giorni della Prima Guerra Mondiale, all’annessione all’Italia, un dolore riconosciuto da pochi. Narra della sofferenza di un popolo che ha conosciuto il fascismo e che nello spirito che la anima, nulla ha di ideologia fascista.
Un saggio consigliato questo La città contesa, a chi ha voglia di leggere un pezzo di Storia, raccontato con oggettività, da chi ha sempre creduto nell’importanza della libertà e nel senso di giustizia. Giacomo Scotti che da più di settant’anni arricchisce la cultura libraria italiana e internazionale, con quest’ultimo lavoro, aggiunge un importante tassello a quella ricostruzione storica fatta con trasparenza e accuratezza, come solo uno scrittore e studioso del suo calibro sa fare.
Anna Lattanzi