“Là dove crescono i cedri” – Pierre Jarawan


Voto: 5 stelle / 5

“Là dove crescono i cedri” è il romanzo d’esordio di Pierre Jarawan pubblicato da Sem nel 2021.

Sono sempre stata incuriosita dai conflitti degli ultimi decenni del secolo scorso, soprattutto se avevano dei risvolti civili e religiosi. Quindi questione mediorientale, Troubles nordirlandesi, guerre balcaniche. Da ragazzina lessi diversi romanzi autobiografici sulla questione israelo-palestinese, sulla guerra Iran-Iraq. Non avevo ancora letto nulla sulla guerra civile libanese.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea inviata in omaggio.

Trama di Là dove crescono i cedri

In realtà, questo romanzo di Jarawan vede le tensioni che caratterizzano il recente passato del Libano sullo sfondo, riflesse, tuttavia, sul presente di Samir. È solo un bambino quando l’adorato padre, romantico poeta, inventore di suggestive storie “libanesi” della buonanotte, scompare senza lasciare traccia dall’appartamento dove vivono. I genitori di Samir sono dei profughi in fuga dalla guerra, arrivati in Germania all’indomani del massacro di Sabra e Shatila.

“Beirut è zoppa, confusa, sfregiata, ma balla lo stesso. Beirut è come me.”

La giovinezza di Samir è costellata di perdite e di sofferenze. Non ultima la perdita di se stesso dopo l’abbandono da parte del padre. Una separazione che lo disgrega, segna irrimediabilmente la sua capacità di vivere il presente, la vita di Samir è fatta solo di passato: il suo, quando c’era ancora il padre, e il passato della loro terra d’origine. Dove forse si nascondono i motivi dell’abbandono. Così Samir, seguendo quell’ossessione che gli impedisce di vedere il domani, parte per Beirut a cercare risposte; invece, davanti, gli si parano solo una sfilza di altre domande.

Recensione 

Jarawan crea un personaggio figlio di varie memorie culturali, che non riesce a inserirsi nel tessuto sociale in cui è nato, sente prepotentemente le sue origini scorrergli nelle vene. Viene da pensare che si tratti della proiezione dell’immagine ideale che si era fatto del padre; solo la ricerca della verità e l’incontro con studenti suoi coetanei a Beirut gli permetteranno di comprendere che per tutto c’è un futuro, anche per lui, anche per un paese massacrato come il Libano. Solo se ci si crede. Solo se si elabora il passato.

L’architettura narrativa vede alternarsi capitoli dedicati alla vita di Samir e il suo presente in Libano, vicende destinate ad incontrarsi e sovrapporsi, per ricostruire il puzzle della sua esistenza e di lui stesso. 

È un racconto che non risparmia dolore, le bugie si alternano alle verità, in un disvelamento progressivo che tiene incollati alle pagine, i personaggi di Jarawan sono intensi e controversi e, da tedesco-libanese (seppur nato in Giordania), non dimentica nemmeno i risvolti favolistici di memoria mediorientale.

Un romanzo d’esordio, questo, davvero notevole.

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