“La figlia del Vesuvio” – Emanuele Coen


Voto: 4 stelle / 5

Il giornalista e scrittore Emanuele Coen debutta nella narrativa con “La figlia del Vesuvio. La donna che ha inventato il cinema”(SEM 2023, 176 pagine). Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale ricevuta in omaggio.

È un biopic liberamente ispirato alla figura di Elvira Notari, prima regista cinematografica donna del nostro Paese, una delle prime al mondo. Senza cedere alla tentazione di una lettura in chiave femminista – estranea alla Notari – il romanzo delinea il ritratto di una donna creativa, coraggiosa e intraprendente sullo sfondo di un’Italia che cambia. Coltiva passioni, realizza progetti, riesce a conciliare affetti e lavoro, come un leone si batte per salvare la sua attività in sofferenza.

Trama de La figlia del Vesuvio

Nel primo Novecento Elvira Notari (1875-1946) fa il suo esordio registico nella documentaristica. Poi, cavalcando l’onda della sceneggiata napoletana, realizza film muti di impronta verista accompagnati durante le proiezioni da musica dal vivo. È questa la Napoli che vuole raccontare:

La città dei bassi e degli scugnizzi, di passioni sfrenate e tradimenti, di seduttrici e sedotte, orfanelle, madri, omicidi, suicidi, follia

Talvolta borderline e contraddittori, i suoi sono personaggi tormentati in balìa dei sentimenti. Come nella migliore stagione neorealista, gli attori vengono arruolati tra la gente comune o i vicoli del Quartiere Spagnolo. Un posto particolare è riservato alle figure femminili  anticonformiste, libere, passionali, che non temono il desiderio. Nella Grande Mela, dove la sua casa di produzione apre una filiale, gli emigranti di Little Italy fanno la ressa per assistere ai suoi film. Il pubblico partenopeo ne decreta il trionfo. La critica non nasconde una certa sufficienza. Era inevitabile che Elvira Notari e Mussolini entrassero in rotta di collisione.

Al netto degli standard estetici e recitativi dell’epoca, il realismo delle sue pellicole fa a pugni con le atmosfere virili, eroiche, celebrative alla Pastrone, il regista che duetta con D’Annunzio. È in controtendenza rispetto alle commedie sentimentali precursori dei telefoni bianchi, pensati per convogliare ambizioni e sogni dell’italiano medio. In un crescendo restrittivo una serie di circolari governative, che pur anticipando cronologicamente il Fascismo ne incarnano i princìpi autoritari, le mettono i bastoni tra le ruote. Fino al blocco della censura senza possibilità di appello.

Nel frattempo le pellicole americane conquistano pubblico e botteghino. Nel 1924 viene creato l’Istituto LUCE che, accentrando nella capitale il monopolio di informazione, propaganda, fiction, affossò il cinema muto di cui la quota partenopea rappresentava un terzo. Ma fu l’avvento del sonoro, coincidente con la crisi economica del ’29, a dare il colpo di grazia alla sua casa di produzione, impossibilitata a sostenerne i costi. Nel 1930 la Dora Film chiude i battenti. Tra stacco netto e dissolvenza, per uscire di scena Elvira Notari scelse la prima soluzione.

Esergo

L’ accoppiata in esergo mi ha incuriosito. Colpisce vedere fianco a fianco Anna Maria Ortese e Paul Thomas Anderson. Che rappresentino i poli professionali della protagonista? Il ritratto crudo e crudele de “Il mare non bagna Napoli” crea un’asse simbolica con le ambientazioni della nostra pioniera. Ambientazioni che all’Ortese fu la città a non perdonare, alla Notari la ventata moralizzatrice in camicia nera. Invece lo stralcio dal film “Boogie Night – L’altra Hollywood” mette in primo piano l’introduzione delle videocassette. A parlare è un regista che, a torto, non crede nel futuro dell’home video. Sembra un richiamo alla chiusura della Notari a fronte dei cambiamenti: il trasferimento nella capitale dell’industria cinematografica.

Recensione

Non fu un’eccentrica invaghita della macchina da presa, ma un’imprenditrice pronta a scommettere su un mercato emergente. Fonda e guida un’azienda privata a conduzione famigliare, la Dora Film, che si occupa dell’intero processo della realizzazione di una pellicola. Mette a fuoco il target. Fiuta la cassa di risonanza di PR e pubblicità. Organizza una scuola di recitazione. Un unicum di cui la Storia ha quasi fatto tabula rasa. Al di fuori dei circuiti di settore, quanti di voi ne hanno sentito parlare?

Buona lettura de “La figlia del Vesuvio” di Emanuele Coen.

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