
“La forma del buio” di Mirko Zilahy mi è piaciuto più di “E’ così che si uccide“.
“La forma del buio” è il secondo romanzo scritto da Mirko Zilahy. Pubblicato nel 2017 da Longanesi, è composto da 407 pagine ed appartenente al genere thriller.
Trama de La forma del buio
Enrico Mancini viene richiamato in servizio in quanto c’è stato un omicidio molto particolare. A Galleria Borghese sono stati ritrovati tre cadaveri che, dopo l’omicidio, il killer ha disposto in modo da ricreare una scultura.
Gli omicidi si susseguono uno dopo l’altro e Mancini, con l’aiuto della sua squadra, deve cercare di fermare l’assassino – che adesso chiamano “lo Scultore” – prima che uccida ancora.
Recensione. *ATTENZIONE, SPOILER!*
Continuo a non essere una fan del protagonista, ma non ho nulla da ridire sulla trama. Molto ben costruita, con colpi di scena e che ti tiene incollata alle pagine, cercando di capire quale potrebbe essere il prossimo “mostro” che l’assassino deciderà di uccidere e riprodurre.
Solo un piccolo appunto: alla fine il libro spiega perché il ragazzo sia stato abbandonato, ma non precisa quale fosse la malattia o patologia di cui soffriva. Mi sarebbe piaciuto che l’autore avesse speso qualche parola in più sulla storia del ragazzo prima degli eventi che l’avrebbero portato a vivere in convento.
Per il resto, io adoro i thriller dove ci sono i serial killer (non a caso, una delle mie serie preferite è Criminal Minds, e il protagonista è un profiler) e “La forma del buio” mi è piaciuto.
Consigliato agli amanti dei thriller, che non devono necessariamente aver letto il precedente in quanto è solo un po’ la storia di Mancini che manca, ma il caso è a se stante.