“Dimentica il mio nome” – Zerocalcare


Voto: 5 stelle / 5

Mai avrei immaginato di commuovermi e divertirmi di fronte a delle vignette. Per una come me che è ferma a Topolino, Zerocalcare è stato una sorpresa. Ho preso in biblioteca “Dimentica il mio nome” (Bao publishing 2014) e all’inizio ho pensato: “è un fumetto, quanto tempo mai ci vorrà a leggerlo. Sì, c’è scritto 236 pagine, ma capirai, sono disegni.”

Ci sono voluti tre giorni.

Trama di Dimentica il mio nome

La nonna di Zero Calcare muore e porta con sé delle lacune nella sua storia che il nipote sente il bisogno di riempire. Molti ricordi sono legati a un’adolescenza ribelle e furiosa, in cui la nonna riesce a rappresentare un’isola di serenità.

Mano a mano che Zerocalcare scava nel passato di sua nonna e quindi di sua madre viene fuori un curioso assemblaggio di elementi fantastici che spiegano alcuni misteri e che fanno riflettere sul peso del passato. D’altra parte non sono anche i nostri ricordi, a mischiarsi fra realtà e fantasia?

Recensione

Conosco molto poco Zerocalcare e, non so perché, avevo il timore di trovare qualcosa di irriverente, demenziale e parodico. Mi aspettavo di non comprendere un eventuale spirito satirico perché sono poco sintonizzata sulla realtà.

“Un uomo senza un segreto è un uomo senza identità. ”

“Dimentica il mio nome” è il suo quinto libro e vi ho trovato una narrazione tenera e dolceamara. L’autore ha un talento dolcissimo del paradosso e dell’iperbole che dà risultati opposti: riesce a far ridere di gusto in alcuni momenti e allo stesso tempo a far riflettere, addirittura commuovere, in altri.

“È come un baratto. Tu dai un pezzetto di una cosa tua, in cambio di sicurezza… comodità. Ma pezzetto dopo pezzetto, quanto sei disposto a cedere per essere rassicurato? E soprattutto, sei sicuro che quello che stai cedendo appartiene solo a te?”

Questa graphic novel è concepita come un giallo e coinvolge molto nella lettura. Il modo di riprodurre scene e ricordi è spesso spassoso. Zerocalcare è un personaggio da continuare a frequentare.

Dello stesso autore abbiamo recensito anche “La profezia dell’armadillo“.

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