“La morte arriva in ascensore” – María Angélica Bosco


Voto: 3 stelle / 5

Buenos Aires, anni Cinquanta. Il giallo “La morte arriva in ascensore” di María Angélica Bosco inizia in un esclusivo palazzo di calla Santa Fe e mette subito in scena un omicidio. Il romanzo è del 1955 ma è proposto per la prima volta in Italia nel 2021 da Rina edizioni. È stato scelto dal gruppo di lettura della libreria On the road nel mese di giugno.

Trama de La morte arriva in ascensore

Il giallo si presenta come un poliziesco “a camera chiusa”, perché i sospettati sono inevitabilmente i condòmini e il commissario Ericourt deve parlare con tutti, anche più volte.

“Nota: Non convincersi troppo velocemente che tutti gli altri si sbaglino”

Chi è la bionda trovata morta in ascensore? Che rapporti ha con gli abitanti del condominio? Da quale piano veniva? È stato omicidio o suicidio?

Recensione

La tecnica narrativa ci porta dentro e fuori il caseggiato e il narratore in terza persona onnisciente può disorientare un po’, perché non tutte le informazioni che riceviamo sembrano funzionali alla storia. Il lettore disattento deve cogliere l’occasione per stare… attento.

“Persino una stanza solitaria o abitata da dolorosi ricordi diventa accogliente quando nelle strade regnano la notte e l’inverno”

“La morte arriva in ascensore” sembra avere più interesse nel raccontare i personaggi – alcuni di loro particolarmente efficaci nel mostrarci la condizione femminile del tempo – che a costruire la suspence. Uno degli aspetti più interessanti del libro è, infatti, nelle dinamiche che si innescano tra i personaggi: ognuno ha un motivo diverso per iniziare a nascondere cose e a comportarsi in maniera strana.

Eppure, a conti fatti, la sensazione è che l’autrice non sia del tutto onesta con il lettore e che sorvoli su alcuni snodi importanti. Il colpo di scena finale invece è carino e inaspettato.

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