Ne “La principessa afghana e il giardino delle giovani ribelli” la giornalista Tiziana Ferrario (Chiarelettere 2021) ci racconta la storia della Principessa Homaira, nipote dell’ultimo sovrano dell’Afghanistan, Re Zahir Shah.
Le parole di Homaira e quelle delle “giovani ribelli” del suo giardino…..per non dimenticare le atrocità perpetrate in Afghanistan nei confronti delle donne, “donne fiere ed audaci in un mondo di uomini che le vuole sottomesse”.
Trama de La principessa afghana
Sembra impossibile, ma l’Afghanistan prima del colpo di Stato del 1973, per ben 40 anni (1933-1973), durante il regno del Re Zahir Shah, è stata una terra ricca e lussureggiante, dove
“si respirava un’atmosfera di pace e tolleranza, nessuno diceva all’altro cosa fare, nessuno impugnava kalashinikov e pugnali e le diverse culture convivevano”
Eppure era così e Homaira ci racconta della sua vita nel palazzo di fiaba in cui è nata, delle sue cavalcate in libertà tra le pianure e ai piedi delle impervie montagne che circondano il Paese. Ci descrive una terra di pace in cui le donne potevano studiare e lavorare.
A seguito del colpo di stato del 1973, in cui il nonno Zahir viene “spodestato da un cugino traditore”, Homaira e la sua famiglia devono fuggire e si rifugiano a Roma, in esilio, e rientreranno a Kabul solo nel 2002 in seguito alla sconfitta dei Talebani e all’arrivo delle truppe statunitensi e della coalizione Nato.
Il Paese sembra rinascere. L’economia riprende, le donne riescono a studiare, a lavorare; nascono scuole, università, ospedali; i giovani imparano ad usare Internet, Facebook ed Instagram.
Ma in seguito “all’ accordo di Trump con gli integralisti a Doha”, il 15 agosto 2021 le forze della coalizione Nato e le ultime truppe americane lasciano l’Afghanistan e il Paese “precipita in un buco nero”. Ricordiamo tutti
“le tragiche immagini dall’aeroporto di Kabul, con i corpi che precipitano dagli aerei, la folla ammassata che preme per fuggire dall’inferno…. “
L’Inferno: questo è l’Afghanistan dopo il 2021, “uno scenario di guerra nel quale le donne sono state e sono tuttora vittime innocenti, uccise e minacciate da chi si oppone alla loro emancipazione”
Homaira accoglie nel suo “giardino”, dove regna la pace e l’armonia, sospeso in una dimensione ultraterrena, queste donne che, nonostante le minacce quotidiane, i soprusi e le violenze nei loro confronti, hanno continuato a studiare, a lavorare andando incontro alla morte, per mano di un governo che non riconosce loro alcun diritto.
Sono giornaliste, insegnanti, medici, sportive, giudici. E Mariam, Shaharzad, Sara, Nabila e le altre come loro, ci narrano la loro vita, le loro paure, ma anche la loro audacia, il coraggio e la fierezza in “un mondo di uomini che le vuole sottomesse”
Recensione
Che dire di questo libro?
Bellissimo, toccante, mi ha subito conquistato.
Tiziana Ferrario, inviata di politica estera e corrispondente da New York, è sempre molto attenta alla difesa dei diritti delle donne. Attraverso la sua cara amica Homaira, conosciuta a Roma durante l’esilio, ci presenta la situazione delle donne afghane. Sono vittime di un regime che non le considera delle persone, ma solo degli oggetti che non possono possedere nemmeno un cane (ebbene si, follia pura!!!)
E lo fa in un modo molto particolare. Crea questo giardino immaginario, una specie di “Eden” in cui la Principessa ospita e accoglie queste donne/spiriti. Offre loro dolci e bevande tipiche del suo Paese (con tanto di descrizione degli ingredienti impiegati) e con le quali conversa amabilmente.
Le ragazze descrivono la loro vita, i loro lavori e le minacce che subiscono giornalmente, ma raccontano il tutto senza rabbia, senza dolore, con distacco. Una cronaca, razionale, precisa, quasi asettica.
Nessuna piange o si dispera durante le narrazioni. Eppure, leggendo il libro, rimani colpita, agghiacciata da ciò che ti scorre sotto gli occhi. Percepisci che la violenza fa parte della vita di queste giovani donne, che, tuttavia, non si fermano nemmeno davanti alla morte.
E’ un libro che lascia il segno, a mio avviso (in alcune parti la lacrima è scivolata sulle righe…)
Bravissima Ferrario!
“Dovevo raccontare le loro storie e la tua storia, perché chi ancora non si è arresa non sia abbandonata. Vi va reso omaggio, affinché possiate essere ricordate per sempre e nessuno possa dire: io non sapevo”.
Tiziana Ferrario è, come già anticipato, inviata di politica estera e corrispondente da New York. Ha documentato guerre e crisi umanitarie. Ha scritto “Il vento di Kabul”, “Orgoglio e pregiudizi” e “Uomini, è ora di giocare senza falli!”
Annalisa Giambiasi