“La regina, l’alchimista e il cardinale” – Roberto Gervaso


Voto: 4 stelle / 5

“La regina, l’alchimista e il cardinale” è un romanzo storico scritto da Roberto Gervaso, famoso giornalista e scrittore italiano, pubblicato da Rubbettino editore nel 2008. L’opera rientrava tra i vasti interessi storici e biografici dell’autore, deceduto nel 2020, che sull’argomento scrisse in passato diversi altri testi.
La vicenda è ambientata a Parigi, in pieno Settecento, alla vigilia dell’evento che cambierà le sorti dell’intera Europa, tra splendide scenografie e torbidi inganni.
Assolutamente consigliato agli amanti della storia e dei romanzi storici.

Trama de La regina, l’alchimista e il cardinale

Francia, 1785. Sullo sfondo di una monarchia ormai al declino, tra ricchezze e piaceri si snodano le vicende legate ad uno degli scandali più sconcertanti del secolo, conosciuto come “l’affare della collana”. Il romanzo è suddiviso in tre parti: lo sfondo, i protagonisti e l’intrigo.

La Francia del superbo Luigi XIV non era che un ricordo. La corona perdeva ogni giorno una gemma e il trono non era ormai che una fragile e vulnerabile scranna. La grande recita, durata secoli, s’avviava all’epilogo, ma la scenografia era ancora splendida e i protagonisti s’avvicendavano alla ribalta, parlavano, si muovevano, come se nulla fosse successo, e nulla dovesse succedere.”

Dopo averci regalato uno spaccato della monarchia francese del tempo, l’autore passa a descrivere i personaggi che avranno un ruolo centrale nella vicenda. Incontriamo così la regina Maria Antonietta, “l’austriaca”, il potente cardinale Luigi di Rohan, il conte Alessandro di Cagliostro, misterioso alchimista e la scaltra Giovanna di Saint-Rèmy de Valois.

Nella seconda parte del libro, la storia si concentra sugli intrighi messi in atto da Giovanna de Valois per impossessarsi del gioiello più prezioso d’Europa. Sfruttando l’ingenuità del Cardinale de Rohan e i suoi dissapori con la regina, la donna finge un’amicizia con la sovrana e dà inizio ad una falsa corrispondenza epistolare tra Maria Antonietta e il Cardinale.
Ottenuta la fiducia dell’uomo, l’astuta avventuriera arriva a richiedere ingenti somme di denaro per l’acquisto della collana, facendo credere che rientri tra i desideri della regina. La scoperta della truffa creerà un vero e proprio scandalo, che colpirà aspramente l’opinione pubblica e servirà ad alimentare il rancore nei confronti dell’istituzione monarchica.

Recensione

Da sempre letteratura e cinematografia hanno subito il fascino di storie che coniugano nobiltà, intrighi e mistero. Se la storia poi è realmente accaduta in Francia, alla vigilia della Rivoluzione e vede coinvolta Maria Antonietta in persona, ecco che, a buon diritto, l’affare della collana entra nel mito, fonte d’ispirazione per scrittori e registi.

Nel romanzo i fatti sono narrati con precisione e dovizia di particolari, supportati da continui riferimenti alle fonti del tempo. La trama è avvincente e indubbiamente, in questo caso, la realtà supera la fantasia.

Tutti i personaggi sono descritti in maniera minuziosa. Giovanna de Valois viene presentata come una scalatrice sociale, avida di denaro e di potere; il Cardinale de Rohan è il classico beniamino delle signore, idolo dei salotti, altero e intransigente. Della regina Maria Antonietta, invece, vengono messe in risalto l’impulsività, l’irrequietezza e la leggerezza. Un pizzico di mistero aleggia intorno alla figura di Cagliostro, principe dell’occulto e infallibile taumaturgo, conteso dalle corti di mezza Europa, a cui lo stesso Roberto Gervaso aveva dedicato in passato un’accurata biografia.

In tutto ciò che con la frode riusciva ad ottenere, vedeva il giusto, pur se tardivo, indennizzo degli smacchi subiti, delle pene sofferte, dei torti ricevuti. Se tante volte aveva usato il raggiro era stato perché solo in questo modo credeva di poter coronare le proprie aspirazioni. Che non erano quelle di una comune mortale, ma di una Valois all’affannosa riconquista dell’antico rango. Per ciò non pensò mai al dopo.”

Ne emerge una perfetta analisi politica, sociale ed economica della Francia di fine Settecento e di un ceto sociale capace solo di percepire il privilegio come un diritto, abituato più a pretendere che a produrre. L’acume dell’autore non risparmia polemiche e mette in luce la verità celata dietro vacue apparenze.

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