“La Rinnegata” – Valeria Usala


Voto: 5 stelle / 5

“La Rinnegata” (Garzanti 2021) è il romanzo d’esordio di Valeria Usala. Questa giovane scrittrice sarda ci racconta una storia tutta al femminile e restituisce giusta dignità a una donna la cui vicenda era stata sepolta nell’oblio dei pregiudizi, delle maldicenze e delle colpe di un intero paese.

Trama de La rinnegata

La vicenda è ambientata all’inizio del secolo scorso, in un piccolo paese dell’entroterra sardo. Qui vive Teresa con il marito Bruno e i loro tre figli, e insieme si occupano di un piccolo emporio e di una taverna. Teresa si è sempre distinta in paese per la sua bellezza, la sua determinazione, il suo spirito indipendente e la capacità di andare oltre i pettegolezzi e i pregiudizi insiti nel contesto sociale in cui vive.
Porta su di sé il fardello di un passato oscuro e di un destino segnato, rappresenta tutto ciò che il paese teme e non riesce ad accettare.

Quando un tragico evento sconvolgerà la sua vita, il suo incrollabile desiderio di libertà creerà ancor più sdegno e ostilità nei suoi confronti, a tal punto da costringerla a pagare un prezzo altissimo.

I suoi pensieri oscillavano tra una rabbia improvvisa e l’ingenuità che si era concessa nel credere che almeno loro, vedendola in quelle condizioni, l’avrebbero rispettata. Con gli uomini la battaglia era sempre stata esplicita. Il muro di cordiale falsità che le donne avevano eretto, al contrario, era una montagna decisamente più alta da scalare e una frustrazione impossibile da combattere.”

Anni prima la stessa sorte era toccata ad un’altra donna del paese, Maria, tradita, condannata, rinnegata e costretta a vivere in solitudine e ad essere additata come “la bruja”, la strega. Le vite delle due donne si intrecceranno più volte, fino ad arrivare ad un finale drammatico e commovente.

Recensione

Cosa può succedere ad una donna quando viene rinnegata da un paese intero, in quanto non adeguata alla sua mentalità di sottomissione e obbedienza? Fin dove può arrivare l’invidia e la malvagità umana di fronte alla forza e alla determinazione di una donna sola contro il mondo?

E’ un messaggio forte e quanto mai attuale quello che emerge dalle pagine del romanzo. Le donne hanno dovuto sempre lottare contro tutto e tutti per difendere la loro libertà e la loro intraprendenza, specialmente le donne sole, schiacciate da continue occhiate e pregiudizi sempre più opprimenti.
In luoghi, tempi e forme diverse, questo atteggiamento si ritrova, purtroppo, anche ai giorni nostri.

Teresa è il simbolo di un mondo femminile che cerca ostinatamente di far sentire la propria voce. Vive in ognuna di noi, sia nei piccoli paesi del Sud o del Nord Italia, sia nei luoghi di lavoro, sia nei palazzi del potere.

E’ un personaggio che non si dimentica facilmente, ti entra nell’animo suscitando un forte coinvolgimento emotivo, un misto di commozione e collera per il dramma che prende forma pagina dopo pagina.

L’aveva dimenticato. Per anni aveva creduto di conoscere solo la pesantezza ineluttabile di quei semi, e il loro ricongiungersi col suolo. Eppure c’era stato un tempo in cui aveva vissuto anche la leggerezza della pula e di quel maestrale ostinato, che adesso era pronto a condurla altrove.”

L’autrice racconta una storia realmente accaduta, facendo luce su un’ingiustizia che durava da tempo, ricucendo le ferite e lasciando, infine, un messaggio di speranza che illumina il presente e si proietta nel futuro. Il tutto attraverso uno stile perfetto ed equilibrato, in grado di alternare realismo e poesia, crudeltà e tenerezza. Non mancano le suggestive descrizioni di una terra aspra, tormentata e meravigliosa come la Sardegna, con i suoi colori, suoni, odori senza tempo.

Siamo il dolore di un cuore isolato; la gioia nella mano tesa che riattiva il battito.
Siamo l’inerzia di un fiore reciso; il vigore nelle sue radici trapiantate in terre straniere.
Siamo l’impeto di un fuoco ardente; la quiete nelle sue ceneri, raccolte in cumuli sparsi.”

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