“La signora di Reykjavík” – Ragnar Jónasson


Voto: 5 stelle / 5

Una vita fa, Hulda era sposata e aveva una figliola. Ma il tempo è come una fisarmonica: un minuto dura un istante, un altro può continuare all’infinito. Si ritrova allo specchio, stentando a riconoscersi nella donna quasi sessantacinquenne, un’estranea, per quanto abbia un volto familiare. Ama la natura la protagonista del romanzo di Ragnar Jónasson “La signora di Reykjavik”.

Trama de La signora di Reykjavík

Hulda Hermannsdottir ha due paure: invecchiare e sentirsi sola. Eppure non ha voluto una relazione da quando è rimasta vedova di Jon, due anni dopo aver perso tragicamente la tredicenne Dimma. Solo da poco prova simpatia per un conoscente del gruppo degli escursionisti.

Tradotto in italiano da Valeria Raimondi, “La signora di Reykjavik” è apparso a febbraio, per i tipi Marsilio, nella collana Farfalle (2022, 239 pagine, 17 euro). Ama anche il suo lavoro, per quanto non si senta apprezzata. I superiori non riconoscono i suoi meriti. È ispettore di polizia nella capitale d’Islanda, ha un gran senso della giustizia, s’impegna nei casi con determinazione, ma nelle promozioni sconta il divario di genere. Sono andate sempre a colleghi più giovani e soprattutto maschi.

La Trilogia di Hulda

In islandese Hulda significa “donna nascosta” e lei cela dentro di sé più di quanto voglia mostrare all’esterno. Quando Ragnar ha deciso di proporre un nuovo personaggio, qualche anno fa, si è impegnato ad annotare tutti i dettagli del carattere e della vita riservata di una poliziotta senza paragoni nel mondo narrativo. Aveva concluso da poco la serie Dark iceland Misteri d’Islanda, sei titoli con un altro poliziotto in azione nel nord gelato del Paese, il giovane Ari Thor (l’ultimo è “La ragazza nella tormenta”, pubblicata da Marsilio sempre nel 2022).

È curioso che abbia scelto di scrivere la trilogia della Hermannsdottir in ordine inverso. Inizia dall’ultimo caso, con Hulda prossima al pensionamento, per tornare indietro di oltre un decennio nel secondo romanzo e ancora più a ritroso nel terzo, dove la nostra è quarantenne. Case di produzione statunitensi hanno acquisito i diritti per il cinema e porteranno sul grande schermo i suoi polizieschi.

Ragnar Jónasson

L’autore, nato nel 1976 a Reykjavík, dove vive, è avvocato, docente di giurisprudenza nell’Università, giornalista e traduttore (dai quattordici anni ha curato la versione islandese dei gialli di Agatha Christie). Tradotto a sua volta in oltre venti lingue e pubblicato in trentaquattro Paesi, vanta primati nelle classifiche dei bestseller in Germania, Francia, Regno Unito, Australia.

Ha ricevuto premi internazionali per le crime stories. È componente della UK Crime Writers’ Association e cofondatore dal 2013 del primo e unico festival islandese di narrativa poliziesca, Iceland Noir. È un autentico fenomeno del genere e la trilogia di Hulda si annuncia un successo già dal primo episodio, con milioni di lettori nel mondo.

Recensione de La signora di Reykjavík

Il capo le chiede di anticipare di qualche mese il collocamento in pensione. Hulda replica che intende raggiungere la data canonica. Sostiene di non volersi fermare prima del tempo. Magnús però si irrigidisce: non l’ha convocata per farle una proposta, ma per comunicarle una decisione già presa.

Non sono in discussione le qualità come poliziotta, è che il suo ufficio serve a un nuovo giovane collega. È un agente brillante, che avrebbe potuto andare altrove e invece ha scelto Reykjavík. Lei deve fargli posto fisicamente e lasciare tutti i casi che sta seguendo, in gran parte già riassegnati ad altri componenti della squadra.

In gran parte? Diciamo tutti. Per occuparla negli ultimi giorni di servizio prima del prepensionamento, le concede solo di rispolverare qualche vecchia indagine irrisolta.

Helena, richiedente asilo russa

Hulda si sente liquidata in malo modo. L’ufficio, la sua seconda casa, le sembra già estraneo. Ha bisogno di qualcosa che le faccia dimenticare quanto sta succedendo. Le torna in mente un cold case che chiede a gran voce d’essere riaperto, archiviato da un anno e più dopo le indagini uperficiali di un collega.

Un caso di morte mai chiarito, sulla penisola di Reykjanes, trenta chilometri a sud della capitale. Un angolo di paese desolato, campi brulli di lava spazzati dal vento e dalle tempeste atlantiche. Un corpo di donna trovato d’inverno in una baia rocciosa. Ventisette anni, annegata nell’acqua salata, secondo il medico legale. Presentava ferite alla testa, compatibili forse con la caduta in acqua. Era una giovane russa, Elena. Alloggiava da quattro mesi in una struttura per richiedenti asilo, in attesa del permesso di soggiorno dal governo islandese.

Da quello che Hulda riesce facilmente a sapere e che il collega Alexander aveva trascurato, qualcuno sostiene che fosse coinvolta in un giro di prostituzione. Il giallo s’infittisce. Consigliato a chiunque, giallo nordico top di gamma

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